LE COMMESSE LA RINCORRONO E RECUPERANO IL MALTOLTO. MA IL TACCHEGGIO NON E’ MAI UN REATO SENZA VITTIME
Ladispoli- Ore 19.00. Una donna bianca italiana entra in un negozio di biologico a via Ancona, il Ben di Bio. Con modi apparentemente gentili, la donna si rivolge ad una commessa per chiedere informazioni su alcuni prodotti. Nel frattempo, come succede spesso in orario di chiusura, l’esercizio commerciale si affolla e le due commesse sono prese a servire i tanti clienti. La “gentile” signora ne approfitta per gironzolare tra le corsie delle scaffalature con la merce esposta e riempirsi la borsa di vari prodotti, come creme di bellezza (le più preziose), piatti di carta riciclabili (la confezione più grande), dischetti di ovatta di puro cotone non sbiancato, detersivi naturali etc…Insomma si tratta di una consumatrice esigente a cui piacciono i prodotti di qualità.
Peccato che invece di mettersi in fila alla cassa per pagare, disinvoltamente imbocca la via di uscita per sgaiattolare fuori dal negozio con tutto quel ben di dio. Fortunatamente una commessa, nonostante la folla intorno a lei, con la coda dell’occhio si accorge della ladra in fuga, e, insieme alla collega, la insegue e la raggiunge. La taccheggiatrice di “lusso” inveisce abbandonando la merce per strada. Dopo la segnalazione, i carabinieri sono intervenuti immediatamente sul posto.
A Ladispoli gli episodi di taccheggio sembrerebbero essere diventati piuttosto frequenti, specialmente nelle strade principali nei fine settimana. Il problema è che la maggioranza dei taccheggiatori, per lo più casalinghe, anziani e adolescenti, sembra non avere la percezione della gravità del reato, ritenendolo una semplice trasgressione. Di fatto il taccheggio è un reato vero e proprio, con tutte le conseguenze penali del caso. E a pagarne le conseguenze sono in molti e in molti modi.
Il primo che paga, è la vittima, il negoziante che subisce il furto.
“ Il taccheggio – emerge dalle statistiche– costa ai negozianti di tutto il mondo molti miliardi di dollari l’anno. Alcuni calcolano che nei soli Stati Uniti le perdite superino i 40 miliardi di dollari.” Quanti negozi possono permettersi di perdere grosse somme di denaro? Molti non ce la fanno. Quando i ladri prendono di mira un negozio, può essere messo a repentaglio il lavoro di una vita.
Il taccheggio costa caro anche ai clienti, perché quando il negozio all’angolo chiude, può risentirne un intero quartiere. E costa carissimo al taccheggiatore: chi si sporca la fedina penale ne paga le conseguenze. Con loro rammarico, i taccheggiatori che sono stati condannati scoprono che il loro reato non finisce nel dimenticatoio ma ricompare in continuazione come una macchia su un vestito. Il taccheggiatore potrebbe avere difficoltà a intraprendere una professione come quella di medico, dentista o architetto. Non può essere impiegato nella Pubblica Amministrazione. Le aziende potrebbero pensarci due volte prima di assumerlo.
Il taccheggio non è un reato senza vittime e le cose che vengono rubate hanno sempre un prezzo, che tutti paghiamo.