Ladispoli, senza tetto: “Una questione di sensibilità”

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L’opinione di Italia in Comune, Azione Ladispoli, Italia Viva Ladispoli e PSI Ladispoli.

Riceviamo e pubblichiamo. “Al curriculum di vergogne che questa Città ha accumulato sotto la gestione del Sindaco Grando, dopo le delibere razziste sui mini-market, i record di contagi accumulati, la fascia di Sindaco usata da un consigliere comunale sul palco dei no-Vax e altre che per pudore omettiamo, mancava quella di farsi chiudere da RFI la sala d’aspetto della Stazione di Ladispoli per motivi igienico sanitari: cose da Paesi incivili, non da una città a 40km dalla Capitale. Purtroppo, la decisione di RFI scaturisce da una situazione che si è venuta a creare dentro la stazione per la mancata gestione dei senza tetto, i cui unici imputabili sono il Sindaco Grando, la sua Giunta e il loro totale disinteresse per 320 giorni l’anno su 365. RFI non gestisce i servizi sociali, occuparsi dei senza tetto è una responsabilità del Comune e di chi lo amministra e mettere la testa sotto la sabbia pensando che il problema sia di altri ha solo che aggravato la situazione e la condizione delle persone coinvolte (dai senza tetto, fino ai pendolari). Queste purtroppo sono situazioni ordinarie per qualsiasi Comune che altrove vengono gestite 365 giorni l’anno, approcciando il problema della povertà con serietà, organizzazione, fondi dedicati, partecipazione del terzo settore. Alla base occorre però la sensibilità di una Giunta che voglia davvero farsi carico di queste persone, convinta che si possa rimediare alla loro situazione nel nostro territorio, facendo perno sulla capacità di tutta la collettività di farsene carico, piuttosto che considerarli dei rifiuti della società da portare a Civitavecchia. Con il Sindaco Grando invece le priorità sono state date a chi aveva affari da concludere, mostrando un Palazzo Falcone sempre aperto (anche sotto le feste), rapido e disponibile nel soddisfare le esigenze degli im-prenditori, per i centri commerciali o le cubature da spostare. A coloro che invece avrebbero bisogno di un sostegno costante, nel rispetto della loro dignità di essere umano e della loro condizione di vita, non rimane che la colletta di fine anno o la fortunata regalia da pubblicare su Facebook, di chi usa la povertà per raccogliere voti e consensi in cambio di un pacco di pasta. Al Sindaco Grando che respinge le accuse di insensibilità, poniamo quindi la domanda che lui stesso ci invita a fare: negli ultimi 5 anni cosa avete fatto per i clochard della stazione a parte cercare di portarli via con la forza?
Quanti progetti sono stati attivati?
Quali e quanti fondi sono stati stanziati?
Quali spazi permanenti sono stati realizzati?”

Italia in Comune
Azione Ladispoli I
talia Viva Ladispoli
PSI Ladispoli