Ladispoli ricorda Suor Maria Teresa Spinelli, la sua Madre Coraggio

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Il primo ottobre 1789 nasce nel cuore di Roma, in via della Pedacchia, Maria Teresa Spinelli, ultimogenita di nove figli. Il padre Michelangelo era conciatore di pelli vaccine e la madre Caterina accudiva i figli. Nonostante la famiglia non vivesse nell’agio, tutti in casa sapevano leggere e scrivere e Teresa, intelligente e vivace, amava lo studio e la scuola. Il periodo spensierato dell’adolescenza ben presto fece i conti con gli imprevisti della vita: la bottega del padre nel 1800, a causa della crisi nel settore delle conce pontificie, fallì, la famiglia venne ridotta sul lastrico e Teresa fu ritirata a 11 anni dalla scuola e mandata ad imparare il ricamo per aiutare la famiglia. All’età di 16 anni la giovinetta andò in sposa, con una piccola dote, a Luigi Ravieli che si rivelò fin da subito violento e rivoluzionario. Una notte addirittura il marito convinse Maria Teresa ad uscire e la portò nei campi Vaccina dove di giorno pascolava liberamente il bestiame mentre di notte si riunivano i furfanti per i regolamenti di conti e per altre nefandezze. Arrivati a destinazione l’uomo cominciò subito ad insultare e a minacciare con un coltello la giovane donna e fu solo grazie ad un gendarme che li teneva d’occhio che Maria Teresa scampò un linciaggio da parte del marito. La ragazza cercò di non fare trapelare nulla della sua vita familiare ma il comportamento dell’orco non passò inosservato ai vicini che avvertirono la madre Caterina che con grande coraggio denunciò al Vicariato il genero, avviando il processo nei confronti dell’uomo. Le prove dei maltrattamenti erano così eclatanti che il tribunale decretò la loro separazione nonostante Maria Teresa fosse incinta, condannando l’uomo anche agli alimenti e alle spese per il parto, contributi che naturalmente non le arrivarono mai. Dopo tre giorni dal suo diciassettesimo compleanno Maria Teresa diede alla luce la piccola Maria Domenica. La vita continuava nelle difficoltà più aspre: sola con la bimba e senza lavoro, la salute della giovane sembrava essere destinata al peggio ma la fede non vacillò mai e la risposta del Signore non tardò a manifestarsi. I conti Pietro e Carolina Stampa cercavano una balia per la loro figlia: un lavoro che oltre a garantire un buon salario, avrebbe permesso a Maria Teresa anche di rinfrancare il corpo debilitato perché le balie avevano diritto anche ad un vitto vario e nutriente per garantire un buon allattamento. Teresa accettò il lavoro e lasciò un così buon ricordo di sé che i conti Stampa, anni dopo, la vollero come istitutrice della loro figlia.
A causa delle incertezze politiche che vedevano in quel periodo una forte contrapposizione tra il papato e Napoleone, questi nobili chiesero a Maria Teresa, che era nel frattempo diventata abile anche nell’amministrazione interna della casa, di seguirli e trasferirsi con loro in un esilio volontario a Ferentino in Ciociaria. La donna non voleva separarsi dai genitori né soprattutto dalla figlia ma la tragica situazione economica in cui viveva non gli permise altro che accettare. A Ferentino Teresa recuperò in parte la sua cagionevole salute e, nonostante le sue giornate erano piene di incombenze, trovò le energie per occuparsi dei numerosi poveri ai quali destinava elemosine e spesso parte del proprio pranzo. Successivamente, rientrata in famiglia, si occupò a Roma dei genitori ormai anziani e della figlia, maturando parallelamente la vocazione all’apostolato e alla vita monastica. Il parroco gli suggerì di entrare tra le monachelle di Santa Chiara della Carità a Ferentino ma, un giorno, mentre pregava per ricevere la illuminazione dal Signore, udì una voce che le diceva: “Non a Ferentino ma a Frosinone ti voglio!”. Teresa ne parlò con il suo padre confessore il quale fu turbato dalle parole della donna: gli chiese allora di aspettare e si recò in sacrestia. Uscì poco dopo con un uomo distinto giunto proprio da Frosinone per cercare a Roma una maestra per la scuola pubblica femminile che il Comune ciociaro intendeva aprire: tutti capirono subito che non era una casualità ma il disegno della Divina Provvidenza!
Teresa guidò la prima scuola pubblica femminile della città di Frosinone, con l’obiettivo di educare le donne povere come arma e unica via per far ottenere loro rispetto e riscatto sociale. E così, accanto a materie della tradizione femminile come il cucito, il ricamo e il catechismo, Maria insegna alle sue ragazze materie innovative per quei tempi, come la matematica, la letteratura, la storia sacra e profana, il pianoforte e anche la lettura di testi in latino.
Il 23 settembre 1827, Maria Teresa porta a compimento la sua vocazione e fonda l’Istituto delle Suore Agostiniane Serve di Gesù e Maria seguendo la spiritualità agostiniana incentrata sul versetto biblico “cor unum et anima una in Deum”, ovvero un cuore e un’anima sola in Dio.
Molti sono i miracoli attribuiti alla intercessione di Teresa in vita e avvenuti a Ferentino: la distribuzione di vino rosso ai poveri durante una epidemia, senza che la botte si svuotasse mai e la guarigione completa di un uomo cieco che aveva abbracciato un’altra religione e che con le preghiere della ragazza riacquistò sia la vista che la fede in Cristo.

Muore a Frosinone il 22 gennaio 1850. Il 10 ottobre del 2016 è stata autorizzata dal santo padre, Papa Francesco, la promulgazione a venerabile di Suor Maria Teresa Spinelli che ha vissuto in grado eroico tutte le virtù cristiane, vivendo santamente.
La sua dedizione alla figura del “Cristo bisognoso”, da riconoscere in ogni povero, nelle persone poco istruite, nei bambini e nei malati da aiutare, continua ancora oggi grazie all’opera incessante delle sue figlie spirituali presenti in tutto il mondo, segno di amore e speranza per l’umanità.
A Ladispoli l’opera iniziata dalla venerabile Suor Maria Teresa Spinelli è portata avanti con grande entusiasmo dalla Congregazione delle Suore Agostiniane Serve di Gesù e Maria che arrivarono a Ladispoli nel lontano 1933 e che sono, tutt’oggi, un punto fermo nella comunità cristiana della città.