In queste ore si è appreso che il Comune già nel 2018 aveva revocato la concessione a Porto Pidocchio su invito della Regione. “Un atto dovuto” per la Giunta che sostiene di essere dalla parte dei lavoratori. “Una pugnalata alle spalle” rispondono i pescatori. Il caso destinato a far discutere.
“Se ci vogliono sfrattare da qui noi ci opporremo, siamo la storia di questa città, ci hanno tradito”. Per i pescatori è stata un fulmine a ciel sereno la notizia della revoca della concessione da parte del comune di Ladispoli. Il loro tempo potrebbe essere terminato a Porto Pidocchio. I lavoratori sono preoccupati. Per i pescatori, sempre alle prese con l’insabbiamento del fondale marino, il cammino è di nuovo tortuoso. “Il Comune non ci ha neanche avvisato, per noi ora è un ultimatum. Ladispoli è nata con i primi pescatori. Siamo davvero delusi e ci faremo sentire anche con l’aiuto dei nostri colleghi del litorale”, hanno commentato Giampaolo Agrestini e Giovanni Cianflone, due tra le storiche famiglie dei pescatori.
Non sono da escludere azioni di protesta nelle prossime ore. Intanto è stato fissato un incontro tra le parti che si terrà lunedì prossimo in municipio. Quella di Porto Pidocchio è una vicenda mai regolarizzata nel corso dei decenni. A quanto si apprende il titolo concessorio sarebbe stato revocato dal Comune addirittura nel 2018. “La domanda giusta da porci non è perché di questa notizia si parla solo ora ma perché non si è mai detto prima che le precedenti amministrazioni comunali non hanno mai sanato la situazione. Il Comune ha pagato sempre la concessione ricreativa ma evidentemente non si poteva fare”, è categorico Pierpaolo Perretta che poi aggiunge: “i pescatori sono una categoria protetta e ci siamo messi a loro disposizione affinchè l’iter in Regione si concluda rapidamente. Nel mese di marzo abbiamo fatto inoltrare la domanda alla Pisana per la concessione di spazi da destinare a queste attività. Ad aprile, invece, è stata emessa l’ordinanza di sgombero. Noi siamo con loro ovviamente, sono una categoria da tutelare”.
Il sindaco Alessandro Grando è intervenuto pubblicamente sostenendo che la Giunta non è assolutamente “contro i pescatori” ma è la Regione ad aver disposto che questo tipo di attività si svolga con “concessioni demaniali per la pesca professionale e non come attività turistica”. Dall’altro canto però i pescatori potrebbero essere mandati via in caso di eventuali controlli effettuati dalle autorità competenti. Le motivazioni dei politici però non hanno convinto al momento la categoria. L’opposizione è molto critica. “Una cosa è certa, il Comune non ha risolto il problema dei pescatori che ora potrebbero trovarsi senza il loro porticciolo. Metteremo a disposizioni i nostri legali per aiutare queste famiglie a ricorrere al Tar”, dice Eugenio Trani, consigliere comunale del movimento civico Ladispoli Città. E’ partita la corsa contro il tempo. I pescatori avrebbero 30 giorni per risolvere il caos.