L’esperienza di un cittadino presso gli uffici comunali che applicano la direttiva sindacale per la gestione dei rifiuti.
Riceviamo e pubblichiamo: “Premetto che mi sono interessato del problema della tassa sui rifiuti solo dopo aver appreso che a Ladispoli a chi non segnala la composizione del suo nucleo familiare entro i primi trenta giorni dell’anno, il Comune considera una composizione di tre occupanti in base ai quali applica la tassa sui rifiuti. Si riserva il Comune di accertare solo successivamente la reale composizione e far pagare una multa a chi ha denunciato meno occupanti ma non restituisce quando erroneamente applica i tre componenti. Tutto questo accade nell’era della “identità digitale”. La norma è vessatoria perché impone trenta i 30 giorni precisi per la comunicazione, non uno di meno non uno di più. Chi sgarra non vedrà applicato il suo diritto a pagare il giusto. Un anno ho dimenticato la segnalazione mi sono ritrovato a pagare per tre occupanti inesistenti.
Insomma un diritto a tempo oltre il quale la realtà fattuale è solo quella dettata dalla legge del sindaco, un po’ come le mascherine per le quali è la legge del Governo a stabilire che il commesso è a rischio ed ha l’obbligo di mascherina mentre chi compra è sano e non la mette. Ma questa norma del Sindaco è anche illegittima perché la Legge dello stato n. 241/1990, prescrive che una pubblica amministrazione non può chiedere documenti ai cittadini se questi sono già posseduti dalla pubblica amministrazione (come è appunto il certificato dello Stato di famiglia emanato dal Comune), o altrimenti consultabili nella rete condivisa tra tutte le amministrazioni comunali su questo link https://www.interno. gov.it/it/notizie/anpr-certificati-anagrafici- online-e-gratuiti-i-cittadini.
Non essendo abituato a considerare solo le apparenze degli eventi mi sono incuriosito a questo anomalo comportamento, quindi ho cercato di capirne il motivo che di logico non ha nulla se non quello di incassare il max possibile dal servizio di raccolta rifiuti. Nel seguito è quanto ho scoperto:
Gli incassi per i rifiuti aumentano considerevolmente se calcoliamo che Ladispoli ha un numero considerevole di seconde case da villeggiatura, e che il Sindaco ha disposto che tali proprietari devono pagare la tariffa per l’intero anno, in sfregio della legge quadro nazionale la quale dispone che per i non residenti, o residenti stagionali, la tariffa deve essere comunque ridotta in applicazione del principio imposto dalla Unione Europea, secondo il quale “chi inquina paga in proporzione” ed esclude ogni discriminazione tra residenti e non residenti.
Forse per impinguare gli incassi, ha stabilito anche che i possessori di più case devono comunque pagare più tassa. Il caso esemplare è il seguente; un mio parente ha ereditato due appartamenti, non occupati e tuttora in attea di vendita. Ebbene il Sindaco esige il pagamento della tax rifiuti per tutte e due le case, come se il poveretto potesse produrre rifiuti per 360 giorni in due distinte abitazioni, oltre che a pagare i rifiuti nel Comune di Roma dove risiede. Insomma paga i rifiuti ben tre volte. Ma il paradosso è che quelle case erano in attesa della divisione ereditaria, quindi cointestate con i fratelli, pertanto la tassa è stata anche moltiplicata per tre nuclei familiari !.
A me personalmente è accaduto che, nel timore di non aver pagato la seconda rata che mi veniva ricordato dover versare, mi sono precipitato a fare il versamento che solo successivamente ho verificato essere già stato pagato. Ebbene alla conseguente richiesta agli uffici di voler considerare il credito per i miei successivi pagamenti, mi è stato risposta per mail che avendo io pagato ho implicitamente accettato il mio debito che, comunque non sarebbe neanche rimborsabile trattandosi di esercizio pregresso.
Ma non è finita, esiste anche un problema del calcolo delle superfici, come disposto dal DPR 138/1998. Anche l’agenzia delle Entrate ha confermato che la superficie tassabile è solo l’80% di quella calpestabile, cosi come risulta dal catasto, che appunto l’Agenzia Entrate rende disponibile alla consultazione di tutti i Comuni ai fini della applicazione della Tari. Gli sportelli di Ladispoli ignorano queste disposizioni e richiedono indebitamente le piantine per individuare le superfici e solo chi è informato può fare richiesta dell’applicazione del criterio della superficie tassabile all’80%. Ma quanti poveri lavoratori stranieri conoscono tali norme per poter richiedere allo sportello di farsi applicare correttamente la legge? quanti cittadini possono contestare, con le opportune procedure, gli arbitri di funzionari usuali all’eccesso di potere?.
Per alcune di queste anomalie ho scritto, senza successo, al Sindaco segnalando che i difetti della gestione amministrativa discendevano dalla precedente amministrazione di segno politico opposto, auspicando che la nuova gestione potesse dare una discontinuità, correggendo le nefandezze gestionali.
Avevo anche immaginato che tale fame di tasse potesse essere giustificata da interventi a favore della spesa pubblica e/o per la difesa delle parti deboli della società, un boccone amaro da mandare giù consolandosi con il fatto che le risorse sottratte tornavano a beneficio della collettività. Ma la realtà si è dimostrata lontanissima da questi pur nobili fini perpetrati a danno di cittadini.
Infatti leggendo la Legge quadro nazionale ho scoperto che il Governo, per stroncare gli abusi di molti sindaci, ha imposto per legge che i Comuni devono destinare gli incassi della tax sui rifiuti esclusivamente alle imprese che svolgono il servizio di raccolta, stabilendo perfino i criteri di calcolo per determinare il corretto costo di questo servizio privato che, spesso, è al centro di inchieste giudiziarie per infiltrazioni mafiose.
In conclusione ho capito che al Comune di Ladispoli non resta in mano proprio nulla delle maggiori tasse che impropriamente incassa in danno dei cittadini. Quindi non ci sono nobili fini sociali, non ci sono ideologiche impostazioni gestionali. Infatti la gestione è passata dalla sinistra alla destra e nulla è stato modificato. Eppure un esempio virtuoso da copiare in tema di rifiuti esiste, è il Comune di Sora nel Lazio, l’unico che da anni applica la tariffa nella sola, ed esatta, misura dei rifiuti che ciascun cittadino produce. Questo meritevole Sindaco applica in anticipo sia la legge nazionale che europea, le quali impongono il criterio “tanti rifiuti produco tanto pago” che sarà obbligatorio dal 2024. Ma sembra che nessun comune ami anticipare le leggi eque per i cittadini, meglio farli parlare con il funzionario di turno per trovare un accordo “ad personam” come mi hanno suggerito.
Restano solo domande senza risposte … o meglio ognuno potrà darsele secondo le sue capacità.
Questi espropri dei risparmi dei cittadini a chi vanno? Formalmente lo dice la legge stessa: devono andare esclusivamente alla ditta che svolge il servizio. L’importo esatto dell’appalto è stabilito con delibera del Sindaco ed è equivalente alla somma di tutte le tasse sui rifiuti incassati dal Comune, con il criterio del “vuoto per pieno” e prescindendo dagli effettivi occupanti dei cittadini ignari.
Ma può una ditta incassare una somma assai più alta del lavoro che svolge?? Ma questa ditta che colpa ne ha. E’ il Sindaco che emana la disciplina, è lui l’autore dei criteri di incasso della tassa, è lui che non tiene conto della legge quadro nazionale. La ditta è innocente incassa ed è felicissima. Poi vai a capire come fanno le ditte ad aggiudicarsi una gara del genere, visto che la cifra non discende da una contrattazione ma dalla semplice delibera del Sindaco?
Questo è quanto accade oggi, tempi in cui esistono sistemi digitali applicati in grado di gestire alla perfezione la riscossione della Tari, quando con un pass di telecontrollo si può sapere di tutto e di più di ogni singolo cittadino, quando si controllano i movimenti del portafoglio di ogni singolo individuo …
Questa amministrazione del Comune di Ladispoli più che dal transumanesimo sembra ispirata da una buona dose di disumana attenzione verso i cittadini. Sono due orribili tendenze che dovrebbero far riflettere i cittadini al voto.
Signor Sindaco qualcosa non quadra, o Lei è inconsapevole e non si accorge di quanto le fanno firmare, oppure i suoi dirigenti interpretano erroneamente la disciplina, ponendo a carico dei cittadini quella maggiore somma, rispetto al servizio reale effettivo, che fa la felicità dell’impresa che raccoglie i rifiuti ma a spese del popolo.
In conclusione in questo quadretto, tutti appaiono innocenti e ligi al dovere, ma sembra che i conti non tornano. Forse una inchiesta di terze parti, come la Procura della Repubblica, potrebbe fare chiarezza?
Già la giustizia …. Quale? esiste solo quella prima di Palamara. La nuova è ancora di là da venire. Oggi l’unico mezzo per fare giustizia è un accorto ed intelligente uso del voto.
(Pugacioff)