Pugno duro della Capitaneria di porto che ha “ammonito” i proprietari di due stabilimenti balneari che non hanno ancora provveduto a rimuovere verande e tettoie considerate destagionalizzate.
Arrivano le prime diffide della Capitaneria di porto ai balneari di Ladispoli che non hanno ancora rimosso le opere di facile rimozione sulla spiaggia. Non è solo corsa contro il tempo per l’erosione e per liberare gli arenili dal degrado. C’è anche il nodo della destagionalizzazione a cui gli imprenditori dovrebbero adeguarsi per non incappare in denunce per occupazione abusiva del demanio. Campi da beach volley, aree giochi per bimbi, recinzioni e tettoie ingombranti.
La spiaggia – secondo quanto comunicato dalla guardia costiera in base alla normativa vigente – deve essere fruibile il più possibile per residenti e turisti e il mare deve essere visibile senza impedimenti. Finora due gestori sul lungomare centrale di via Regina Elena non avrebbero provveduto a smantellare le loro opere, tra cui veranda, tettoia e campo da beach, e sono stati ammoniti dall’autorità marittima che a quanto pare non farà sconti a nessuno. Avranno un mese di tempo per evitare la denuncia e il successivo sequestro. Senza la richiesta di destagionalizzazione da parte dei titolati della strutture balneari, (richiesta che andrebbe inoltrata al Comune) queste opere vengono considerate temporanee, stagionali.
Già lo scorso anno la guardia costiera di Ladispoli-Marina San Nicola aveva invitato i rispettivi proprietari ad adeguarsi a questa normativa subito dopo la stagione estiva. Opere in muratura e verande chiuse con titolo edilizio resteranno naturalmente al loro posto. Nella facile rimozione a carattere stagionale rientrano invece i campi da gioco (beach e volley soccer), giochini per bambini come scivoli e altalene, cabine in legno amovibili, gazebo, recinzioni, ombreggianti e torrette di salvamento esistenti da via Roma fino al tratto costiero di Marina San Nicola.