Ladispoli, lo Stato ha messo le mani sui beni di 3 soggetti per usura

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E’ di 30 milioni il patrimonio confiscato dalla Suprema Corte di Cassazione ai danni di tre soggetti di Ladispoli già con precedenti penali. 

Lo Stato ha messo le mani sul tesoro di persone alla sbarra per usura a Ladispoli. Ville, appartamenti, auto e società. Il Centro Operativo Dia di Roma e i Carabinieri della compagnia di Civitavecchia avevano eseguito provvedimenti di sequestro di beni disposti dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma. Ora la Cassazione ha confiscato l’intero patrimonio di P. M., pregiudicato e considerato vicino al clan Giuliano di Napoli, C. R. e A. L., tutti di Ladispoli, arrestati in precedenza per usura ed esercizio del gioco d’azzardo aggravato. Le indagini, condotte tra il 2014 e il 2015, hanno accertato la responsabilità dei tre nell’ideazione e nella gestione di un articolato sistema di usura ai danni di cittadini e imprenditori locali in crisi economica, molti dei quali col vizio del gioco d’azzardo che cercavano anche di riprendersi le somme “investite” giocando sulle squadre di calcio. Secondo le accuse, il sodalizio concedeva prestiti a tasso usuraio, con interessi annuali che in alcuni casi raggiungevano anche il 120%, per un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro. Poi nel 2016 il blitz delle forze dell’ordine anche con elicotteri.