Lo sportivo Ognibene venne aspirato dall’elica del potente velivolo e fu sbalzato per parecchi metri. Ora chiede giustizia.
Vi ricordate l’incidente del kitesurfer a Torre Flavia, avvenuto a Ladispoli ad ottobre del 2019? Finalmente, a quanto si è appreso, è stato stabilito il giorno dell’udienza in tribunale che si terrà il prossimo 21 aprile. Sarà il Giudice di Pace di Civitavecchia (non si è mai capito perché non il tribunale ordinario) a pronunciarsi sul caso dello sportivo Alessandro Ognibene, risucchiato da un elicottero militare sulla costa di Ladispoli. Tuttavia rischiano infatti in tre di essere condannati: due piloti dell’Esercito e un ammiraglio della Marina militare a capo delle esercitazioni che si svolsero in quei giorni sul litorale a nord di Roma. E proprio l’elica di un Chinook, usato nell’addestramento interforze della Nato, aspirò in aria per parecchi metri Ognibene fino a sbalzarlo e a provocargli lesioni su tutto il corpo. Il bipala si allontanò senza tornare indietro per prestare soccorso.
La vittima venne trasportata d’urgenza al Policlinico Gemelli. Alla fine riuscì ad avere salva la vita dopo un forte trauma cranico, un’emorragia interna, diverse costole fratturate e ematomi a torace e schiena. Sul posto intervennero gli uomini della Capitaneria di porto di Ladispoli e anche il ministero della Difesa avviò un’indagine interna. In sede civile la difesa addebitò tutto ad un «colpo di vento» e quindi non al passaggio ravvicinato di un elicottero. «Assurdo – contesta Giacomo Tranfo, legale del kitesurfer – Alessandro venne sbalzato per un’altezza dai 5 ai 10 metri e poi rovinò a terra a peso morto. La difesa ha parlato anche di 10 nodi il che sarebbe paragonabile ad una brezza marina. Ci saranno dei testimoni comunque pronti a riferire ciò che hanno visto. Come può il Giudice di Pace essere la sede giusta per questo processo?».