L’incidente avvenne il 3 ottobre del 2019. Lo sportivo Ognibene fu ricoverato in ospedale dopo il passaggio del velivolo.
Niente da fare per il processo relativo al kitesurfer ferito a Torre Flavia da un elicottero militare: salta ancora l’udienza al Giudice di pace di Civitavecchia. L’altra mattina si sarebbe dovuta svolgere la prima tappa processuale relativa al caso del ferimento di Alessandro Ognibene, romano vivo per miracolo dopo essere stato risucchiato dal bipala del potente Chinook che transitava nel tratto di costa di Ladispoli il 3 ottobre del 2019 per un addestramento interforze della Nato. Per un difetto di notifica ad uno degli imputati, un graduato della Marina a capo delle esercitazioni (in questa storia rischiano una condanna anche due piloti dell’Esercito), la data è stata spostata al 12 ottobre prossimo. L’ennesima beffa per chi da tempo pretende giustizia. «Non credo ci siano molte parole da aggiungere – commenta Giacomo Tranfo, avvocato di Ognibene – basta soltanto far notare dove si svolge questo processo. Un luogo non idoneo quello del Giudice di pace dove non c’è spazio nemmeno per far sedere tutti i legali delle parti. Immaginiamo quando ci sarà da ascoltare i testimoni». La difesa punterà alla tesi del non incidente sostenendo il «colpo di vento» piuttosto che il passaggio ravvicinato di un elicottero. Eppure il kitesurfer venne sbalzato per oltre 10 metri e si ritrovò a terra con lesioni su tutto il corpo e un forte trauma cranico. Venne trasportato d’urgenza al Policlinico Gemelli in eliambulanza. In più alcune persone videro quella scena e ora sono disposti a testimoniare in tribunale anche se non davanti a giudici togati. «Anche la difesa – aggiunge Tranfo – vuole portare una ventina di testi per ribadire che il mio assistito non venne aspirato dall’elicottero ma da una brezza marina. In tutto dovranno essere valutati 40 nomi tra le parti compresi dei consulenti».
Cristiano Cimarelli