Nel mirino di Polmare e Capitaneria anche due delegati del Comune.
Sono in totale sei a Ladispoli le persone raggiunte da un avviso di garanzia a conclusione delle indagini riguardo alla vicenda di un chiosco sul lungomare. Due degli indagati sono dei delegati del comune di Ladispoli che a vario titolo si dovranno difendere dalle accuse di abusivismo, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. Si tratta di una indagine della Polizia marittima di Civitavecchia in sinergia con la Capitaneria di porto sempre di Civitavecchia e di Ladispoli avviata più di un anno fa su disposizione della Procura della Repubblica di Civitavecchia. Una inchiesta a dire il vero partita dopo la denuncia di un ex funzionario di Palazzo Falcone (oggi pensionato) che tra l’altro nel 2022 aveva firmato un’ordinanza per la demolizione di una parte di questa attività. E proprio lo smantellamento della veranda e di altre parti è nel mirino della magistratura inquirente che vuole andare a fondo per capire o meno se politici, imprenditori e professionisti privati abbiano, ognuno secondo i vari compiti, affermato delle falsità non allineandosi di fatto allo stesso provvedimento del tecnico del Comune e, nel caso dei delegati, procurando un vantaggio a favore dei concessionari. Il chiosco tra l’altro ha subito una azione della Capitaneria di porto ed era finito in passato nelle aule di tribunale. Il giudice di Civitavecchia in un primo momento aveva respinto la richiesta del pm sul sequestro, sostituto procuratore che invece ha presentato opposizione al provvedimento ottenendo alla fine la collocazione dei sigilli.