La storia di un gabbiano salvato, molti non hanno la stessa sorte.
Riceviamo e pubblichiamo il racconto di Franco Conte, cittadino di Ladispoli.
“Un povero e innocente gabbiano è stato vittima degli incivili che si proclamarono pescatori….un rapala è stato scambiato giustamente per un pesce dal gabbiano che nel tentativo di ingerirlo è stato all’amato da più ami, ma il fato ha voluto che il gabbiano si andasse a rifugiare sù di un balcone dove delle anime buone e sensibili, prontamente e con cura, nonché con esperienza, hanno liberato il gabbiano da una morte sicura.
Dopo essersi riposato e rifocillato, lo stesso è volato via pienamente sano, le ferite fortunatamente erano lievi, il soccorso della signora Roberta e della signora Luisa, è stato provvidenziale, e meritano un grazie. Mentre ai pescatori, se così si possono chiamare, bisognerebbe riuscire a fargli capire che gli animali sono esseri viventi e vanno rispettati, come o più dell’uomo. La pesca è sia sport sia lavoro e sia diletto, è convivialità ma praticata in modo virtuoso. Non gettare e non lasciare nulla che possa nuocere a persone, animali e all’ambiente. Con buon senso. Un’amo, un pezzo di filo, la scatoletta delle esche, tutto riposto in un contenitore e poi portato via, è facile. Il mare va amato”.
Franco Conte