In queste settimane è stato installato nella nostra Città l’ennesimo impianto tecnologico di radio telecomunicazione per telefonia cellulare.
Associazione Ladispoli al Centro: “Proprio in questi giorni siamo stati felici di leggere la posizione del Sindaco Grando riguardo l’annoso problema del convoglio ferroviario che rimanendo acceso durante le ore notturne a ridosso delle abitazioni di via delle Azalee impedisce il meritato riposo dei residenti.
Giusto come anticipato dal primo cittadino interrogare in merito una istituzione preposta alla misurazione di livelli di inquinamento sonoro come ARPA Lazio quando ad essere messa a rischio è la saluta dei cittadini. Sempre in questi giorni però abbiamo dovuto constatare che (con tutto il rispetto e la piena solidarietà nei confronti dei nostri concittadini di Via Delle Azalee) questa amministrazione continua a vedere la pagliuzza per poi ignorare la trave. Infatti in queste settimane è stato installato nella nostra Città l’ennesimo impianto tecnologico di radio telecomunicazione per telefonia cellulare, (ripetitore per la telefonia mobile), con potenza superiore ai 20W e tecnologia 5G, concesso ad azienda Iliad e posizionato nella zona artigianale in Via Antonio Gramsci, per di più in area privata. Per la suddetta installazione l’azienda tecnologica ha seguito l’iter burocratico previsto dalle normative nazionali in materia, con relativa comunicazioni agli enti preposti, tra i quali ovviamente anche gli uffici competenti del Comune Di Ladispoli.
Peccato però che in tutto ciò, da parte di chi è stato chiamato alla valutazione non sia stato neanche lontanamente preso in considerazione il “Regolamento Comunale per il corretto insediamento degli impianti di telefonia mobile” di cui il Comune Di Ladispoli si è dotato con approvazione del consiglio comunale in data 6/7/2005 e ancora oggi valido in quanto mai sostituito o aggiornato da altro successivo. Non ci venga a raccontare il primo cittadino di non conoscerne l’esistenza perché quando come cittadini ci rivolgemmo alla precedente amministrazione per via di un’altra installazione poi fortunatamente scongiurata, lui si indignava insieme a noi dai banchi dell’opposizione.
Evidentemente a ruoli invertiti cambiano le prospettive, perché ci è sembrato che in questo caso nessuno si sia preoccupato di far valere il documento. Nello specifico, in relazione al regolamento sopra citato possiamo osservare come molte delle voci in esso presenti siano state disattese:
a)In tema di attenzione al diritto di cautela e alla minimizzazione dei valori di campo elettromagnetico, di promozione e corretta informazione nei confronti della popolazione, come dichiarato all’art.2
b)In tema di localizzazione delle srb si privilegiano le aree di proprietà pubblica ed il Comune stipulerà i contratti di locazione con i gestori i cui impianti saranno installati su sostegni preferibilmente in comunione
c)In tema di informazione dei cittadini con la pubblicazione dei programmi annuali, secondo cui la società Iliad avrebbe dovuto presentare la richiesta entro il 15-30 Settembre dello scorso anno (richiesta inoltrata invece in data Gennaio 2020), quindi da regolamento non si sarebbe potuta installare in questo anno solare ed in tema dicondivisione mediatica, secondo cui il Comune dopo aver preso atto della richiesta si sarebbe dovuto attivare dandone notizia alla cittadinanza mediante pubblicazione in albo pretorio, pubblicazione su almeno un periodico ad ampia diffusione locale e, aggiungiamo noi, vista la zona interessata anche ai rappresentanti del comitato di zona. Il tutto meglio descritto nell’art.7 comma 4
d)In tema di monitoraggio e mappatura dei livelli di campo elettromagnetico come da articolo 13, per via del quale il Comune prima di rilasciare qualsiasi autorizzazione si attiva in collaborazione con Arpa Lazio ed AUSL alla misurazione dei livelli elettromagnetici già presenti, proprio a garanzia del diritto di cautelanei nostriconfronti Quello che a noi appare diuna gravità assoluta è il fatto di aver autorizzato una installazionead alto wattaggio in una area privata, a neanche 200 metri (Cioè in piena ricaduta dell’ombrello di irradiazione)dal poliambulatorio e dai campi di calcio dove quotidianamente i nostri figli trascorrono diverse ore, oltre alle molteplici attività nella zona dove centinaia di persone lavorano tutto il giorno.
Tutto quanto sopra descritto oltre ad essere in evidente attrito con il regolamento comunale apre uno scenario preoccupante per la nostra Città, dove già sono attive una serie di istallazioni simili (salvo erroriquesta sarebbe la numero otto) poi anche potenziate nel corso degli anni senza che nessuno si sia mai attivato per misurarnegli effettivi picchi di inquinamento elettromagnetico. Inoltre si è creato un precedente secondo il quale da ora chiunque decida di far installare un ripetitore telefonico all’interno della sua proprietà non troverà più ostacoli, proprio quello che si sarebbe voluto evitare con l’entrata in vigore di un regolamento sul tema.
Per questi e molti altri motivi chiediamo al Sindaco, alla giunta ed ai consiglieri tutti indistintamente di attivarsi immediatamente per chiedere la revoca delle autorizzazioni e lo smantellamento completo della struttura. Come associazione, ma soprattutto come cittadini di Ladispoli siamo molto preoccupati dalla leggerezza con la quale questa amministrazione mette a repentaglio la nostra salute compiendo determinati atti, cosa questa che ci riporta alla premessa iniziale della pagliuzza e della trave. Vogliamo inoltre sottolineare come anche recentemente il TAR del Lazio si sia espresso positivamente nei confronti delle amministrazioni attente che si sono dotate di regolamenti a riguardo, pronunciandosi a favore degli amministratori prudenti e che applicano il principio di cautela a protezione della cittadinanza (Vedi sentenze N. 02636/2017 REG.PROV.COLL. -N. 00259/2016 REG.RIC. tra le altre) Siamo pronti inoltre a rivolgerci a tutte le autorità competenti in materia, insieme a chiuque altro abbia a cuore il tema,
Associazione Ladispoli Al Centro