LADISPOLI CHIAMA, CERVETERI RISPONDE PICCHE

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CORREVA L’ANNO 1951 QUANDO VOLAVANO STRACCI A MEZZO STAMPA TRA I DUE PAESI FISICAMENTE VICINI MA CULTURALMENTE LONTANI.

di Angelo Alfani

Sul quotidiano «Il Momento» del venerdì 27 Aprile 1951 un articolo a firma di A.C., dall’inequivocabile titolo Lettera aperta al Sindaco di Cerveteri. Buona volontà ed indolenza, suscitò un pandemonio.
Ne riporto ampi stralci, con di seguito la risposta del sindaco di Cerveteri. «È Ladispoli che parla, egregio sindaco dottor Marini, quella cittadina che, trascurata troppo a lungo mentre era alle dipendenze di Civitavecchia, ha ottenuto il distacco da quella città per divenire vostra frazione con la speranza e la fiducia di ottenere la comprensione dei necessari miglioramenti. Tra le tante spiagge che a semicerchio cingono Roma, Ladispoli è forse l’unica che può offrire tutto: ha un arenile grandioso è straordinariamente salutare; ha un immediato retroterra capace di un imponente sviluppo urbanistico; ai suoi confini ha zone agricole molto ricche e tali da fornire in grande quantità ogni ben di Dio; ed il sottosuolo ha una tale abbondanza d’acqua da fare di Ladispoli tutto un giardino. Con tutte queste caratteristiche, forse più uniche che rare nel litorale di Roma, Ladispoli langue e dorme, adagiandosi pericolosamente sul quieto vivere della solita attesa estiva, senza miglioramenti di sorta, mentre altre spiagge, molto meno meritevoli,

si slanciano con ogni mezzo verso altri destini e maggiori supremazie. A che cosa vale l’aumento delle costruzioni private che sorgono innumerevoli come funghi, quando questo desiderio viene ridotto da tanta indolenza? Provate un po’ egregio Sindaco, a recarvi a Ladispoli, provenendo da Roma, da quella Roma che è la nostra vita; e giungendo all’inizio dell’abitato volgetevi intorno, da un lato abitazioni sporche, salvo rare eccezioni e dall’altro erbacce, sudiciume e panni stesi al sole! Poi viene la Piazza centrale, con piante morte e sparute ed aiuole deserte, ove la buona volontà di qualche esercente non basta a superare la cattiva impressione…

C’è un lungomare strettissimo e privo quasi completamente di verde e di fiori, ove una accozzaglia di stabilimenti (e pochissimi si salvano) si susseguono senza simmetria alcuna.

L’acqua potabile in tutto l’abitato è scarsissima e non vi è alcun servizio di innaffiamento; la polizia urbana è ridotta ai minimi termini sotto tutti i rapporti; l’abitato di Ceri Marina, che rappresenta lo sviluppo urbanistico della cittadina, è in stato di completo abbandono e mentre questa zona, ove d’estate abitano migliaia di villeggianti, di sera occorrono le lampadine tascabili, a Cerveteri, ove l’ottanta percento della popolazione va sempre a letto molto presto, l’illuminazione è di gran lunga superiore, avete donati a Ladispoli, facendoli piantare nel punto più centrale del paese, dei miseri bastoni con un po’ di ciuffo, naturalmente oggi già secchi o quasi, mentre per Cerveteri è accaduto, a più riprese, qualcosa di diverso…

C’è, è vero, una Pro-Ladispoli che fa miracoli (la Sagra del Carciofo insegni), e c’è la buona volontà di tanti privati; ma a che vale tutto ciò se il nostro Comune non pensa alle nostre necessità urgentissime ed inderogabili, se non comprende e non ritiene opportuna la urgenza di queste necessità!?».

La risposta del sindaco di Cerveteri pervenne con una lettera dal titolo eloquente: Egoismo e Malafede
«È mia opinione che Ladispoli parli troppo spesso, o che troppo spesso individui diversi vorrebbero che parlasse tramite la loro voce, la quale non so se voglia veramente rappresentare la ridente Cittadina del Mediterraneo o piuttosto la eco di qualche loro recondito interesse privato…..

Coloro che aspettavano da Cerveteri milioni a profusione, credo senz’altro che fossero degli illusi in quanto, se pretendevano di scoprire l’America favolosa dovevano rivolgersi verso il mare e non verso il retroterra. Cerveteri ha buona intenzione di aiutare lo sviluppo di Ladispoli, ma sempre subordinatamente alle sue possibilità e soprattutto se vedrà una fattiva collaborazione da parte di coloro che credono di rappresentare Ladispoli. Sappiamo che le zone agricole del Comune sono abbastanza ricche, lo sapevamo anche quando ancora Ladispoli non era con noi, per questo noi di Cerveteri abbiamo sempre guardato alla terra con passione cercando da essa soddisfazione e benessere. Non sapevamo però che il compenso dei nostri sacrifici verso la terra, dovesse essere riversato per incrementare i lauti guadagni estivi di pochi che pretendono soffocare con il loro egoismo il fiorente sviluppo di Ladispoli.

Caro A.C. che cosa fanno i tuoi colleghi per la rinascita di Ladispoli?
Perché non cercano di ridurre quei prezzi favolosi che dissanguano tutti coloro che si avventurano nella nostra spiaggia? Credi che qualche albero fiorito o il lungomare più largo possano ricompensarli del loro disinganno. Roma è la vostra vita, d’accordo; come la generosità del suolo è la nostra vita; ma noi non togliamo alla terra più di quello che essa generosamente può offrirci, per questo essa è sempre proficua nei nostri riguardi.

Vedete anche voi di trattare egualmente coloro che sono la vostra vita: potrebbero abbandonarvi…» Diatribe di settanta anni fa, aspre, forse ingenerose, ma che servirono quantomeno a non nascondere visioni molto diverse sui rispettivi “destini”.
Quanto di queste problematiche continua a essere ancora oggi presente nelle reiterate polemiche tra il Centro e le periferie, tra il capoluogo e le frazioni?