Ladispoli-Cerveteri, in mille prendono il reddito: mai chiamati per lavorare

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“Un meccanismo non virtuoso ma al momento solo assistenziale”. Così ormai le due amministrazioni comunali di Ladispoli e Cerveteri definiscono il reddito di cittadinanza.

In un anno tra 1120 cittadini che percepiscono l’aiuto del Governo da un anno, circa 700 euro di media ciascuno, nessuno è stato mai chiamato per un lavoro socialmente utile o per dare un contributo ai comuni di Ladispoli e Cerveteri assicurando un impegno minimo settimanale di otto ore come prevede lo stesso decreto del ministero del Lavoro. L’obbligo di ricambiare il sussidio nel comune di residenza non riguarda – come stabilito dal reddito di cittadinanza – studenti, over 65 e disabili. Tolte quindi alcune categorie, centinaia e centinaia di persone non hanno mai “ricambiato” come prevedeva lo stesso decreto. Un paradosso: molte di loro avrebbero anche chiesto di poter lavorare nel centro dell’impiego svolgendo anche un colloquio. Non sono state mai chiamate. In un anno il Governo ha devoluto ai residenti di queste due città più di 10 milioni di euro. Finora sul litorale il reddito di cittadinanza più che per il meccanismo virtuoso è passato agli onori della cronaca per le indagini della magistratura che ha pizzicato vari furbetti che lo percepivano senza averne titolo, tra cui un 62enne che gestiva il traffico della prostituzione sulla via Aurelia. Le amministrazioni comunali sono concordi nel ritenere che il reddito abbia restituito dignità alla maggior parte degli aventi diritto (lo hanno detto in sostanza il sindaco etrusco Alessio Pascucci e l’assessora al Personale di Ladispoli Amelia Mollica Graziano), ma finora va registrato il fallimento per come è stato concepito dai pentastellati. Ne parleremo nel prossimo numero cartaceo.