La visione di Bosco. ” Ladispoli tornerei ma con delle garanzie. Sono rimasto scottato dal trattamento ricevuto. Fioravanti? A quella grinta ladispolana che la farà vincere”
di Fabio Nori
Da quattro mesi è tornaro dalla Cina, paese in cui ha guidato una squadra di scuola calcio in un collage. Pietro Bosco dall’esperienza orientale ha maturato un bagaglio personale che mai aveva avuto modo di riempire di cose cosi’ belle.
Da un anno e mezzo è orfano di una guida tecnica, la sua ultima esperienza a Ladispoli, che ha portato in serie D, risale al dicembre del 2018. I tifosi lo vorrebbero a capo della squadra, la sua impresa rimarrà negli annali dei rossoblù. “E questo mi fa piacere, ne sono fiero. Però se dovessi ritornare vorrei avere delle garanzie, perchè allenare la squadra della città dove sei nato e vivi ha i suoi pro e i suoi contro. Ho lasciato la squadra che era fuori dalla retrocessione: ho ricevuto , in cambio, un trattamento inadeguato al mio lavoro. Non è stato facile da digerire, non riuscivo a darmi risposte. Probabilmente , a qualcuno, non piaceva Bosco. Ero una persona scomoda, ma al Ladispoli devo tanto”.
Il suo nome è accostato a molte squadre, dal Borgo San Martino al Ladispoli, che c’è di vero? . “Che qualcuno, al di là della categoria, si stia interessando a me non può che farmi piacere – commenta Bosco – ora non voglio pensare alla categoria, ma ai programmi. A Sabrina Fioravanti, ladispolana come me, auguro di fare quanto è stato fatto dai predecessori. Marino e Paris hanno portato in trionfo questi colori, Ladispoli deve molto a loro”.
É tra i candidati come allenatore del Ladispoli? ” La società deve fare le sue scelte per il bene del Ladispoli e dei tifosi. I presidenti passano, come i giocatori e gli allenatori. I tifosi rimangono, sono l’anima di una società. Ripartiamo da qui, poi pensino a tutto il resto”.