Centro commerciale sull’Aurelia
Ladispoli Attiva: “Basta cemento a Ladispoli. Ettari di verde agricolo potrebbero trasformarsi presto in centinaia di migliaia di metri cubi sparsi qua e là con vari piani integrati. Viviamo in una città che ha sette chilometri di costa, che ha alle spalle verdi colline e fitti boschi, oltre una spiaggia di sabbia ferrosa dagli effetti salutari ricercatissimi. E invece non ne abbiamo cura.” A.D. 2017.
Un concetto che condividiamo pienamente. Non sono parole di Ladispoli Attiva però, bensì del sindaco Alessandro Grando. Lo stesso sindaco che tre anni fa annunciava trionfalmente di aver bloccato alcuni piani integrati precedentemente approvati dalla scorsa amministrazione. Alla luce di quanto è avvenuto successivamente quelle parole possono essere lette come fumo gettato negli occhi dei cittadini di Ladispoli, per impedire loro di vedere quali siano i reali progetti di questa amministrazione: cemento, cemento e ancora cemento.
Dopo aver alienato un terreno pubblico di proprietà comunale, quello dietro la posta sito tra via M. Sironi e via Yvonne De Begnac, sul quale abbiamo poi visto sorgere nuove palazzine, la maggioranza, approfittando dell’impasse in cui versa l’iter di approvazione della Variante al piano regolatore, ha riaperto il triste capitolo dei piani integrati e ora dei piani particolareggiati.
Il 17 giugno Grando, nella duplice veste di sindaco e assessore all’Urbanistica, ha portato in Commissione urbanistica – ignorando totalmente la richiesta di rinvio presentata del presidente – un progetto che prevede la costruzione di un centro commerciale di circa 33 mila metri cubi al km 38 della via Aurelia.
Lungo lo stesso tratto di strada nel quale Dino Risi girò una scena memorabile de ‘Il Sorpasso’ la “nostra” amministrazione comunale vorrebbe far sorgere l’ennesimo orribile non-luogo, che deturperebbe irrimediabilmente un’area verde, con ricadute fortemente negative, non solo sul piano ambientale, ma anche sulla viabilità in entrata e uscita da Ladispoli, già fortemente intasata, nonché sulle varie attività commerciali della nostra città. Anziché favorire i piccoli esercenti e valorizzare gli elementi che rendono Ladispoli una città a misura d’uomo, questa amministrazione dimostra ancora una volta tutta la sua subalternità politica e culturale nei confronti dei costruttori e dei grandi interessi che ruotano intorno al cemento.
D’altronde questa visione obsoleta e ristretta sembrerebbe appartenere non solo alle forze di maggioranza, ma anche ad alcuni consiglieri di opposizione eletti nelle file del centro-sinistra, che anziché dare battaglia sulla difesa dell’ambiente e di uno sviluppo sostenibile, hanno contribuito a reggere il numero legale di una Commissione Urbanistica sulla quale, anche dal punto di vista formale, sorgono molti dubbi.
L’allontanamento di alcuni cittadini in base alla normativa emergenziale anti-covid (che vieta la presenza del pubblico alle commissioni) non spiegherebbe l’ammissione di altri, nel caso di specie imprenditori, denunciata da alcune forze politiche. Se le regole hanno ragione di esistere, devono essere applicate a tutti senza distinzione. Altrimenti si tratta di abusi.
Come movimento civico chiediamo al sindaco Grando un immediato chiarimento su quanto avvenuto. Mentre sul piano politico non possiamo che esprimere la nostra ferma contrarietà a questo progetto, al quale ci opporremo con tutte le nostre forze.