Santa Marinella nel segno della tradizione.
«Dopo numerosi anni in cui la sciatteria aveva dominato la gestione delle luminarie, finalmente quest’anno l’amministrazione comunale ha cambiato rotta a riguardo. Gliene rendiamo atto, non siamo del tutto soddisfatti ma non possiamo sottacere una soddisfazione che non ci riguarda direttamente ma che investe il senso stesso della società e della civiltà nella quale viviamo» Inizia così il racconto del direttivo del Centro Studi Aurhelio.
«Dal 2016 abbiamo intrapreso una battaglia volta a rivitalizzare una Tradizione che contraddistingue le radici culturali della nostra civiltà: il periodo che precede il solstizio d’inverno e il Natale, è contraddistinto dai richiami alla luce nel momento in cui le tenebre sembrano prendere il sopravvento. Segnalare con la luce, gli addobbi, le luminarie e tutti i simboli del Natale lo spazio pubblico e lo spazio privato, significa dichiarare una appartenenza. Non possiamo dunque che dirci soddisfatti, soprattutto se questo accade – dopo amministrazioni di centro destra totalmente sorde a certi richiami, con una amministrazione di centro sinistra che da una parte ha accolto le sollecitazioni di tanti contadini – tra cui le nostre e, dall’altra, ha respinto strampalate idee propugnate da chi in un estemporaneo sfoggio di umanitarismo buonista, ritiene che i soldi per le luminarie debbano essere risparmiati a favore di altre iniziative. Fatto questo, che ha la coda assai lunga, la guerra al Natale e al sacro in senso esteso, è infatti spesso camuffata o giustificata con azioni di solidarietà. Un modus operandi che ci ricorda dell’episodio biblico dell’unzione di Gesù, con Giuda che si presentò “più buono” di Cristo stesso».
https://www.repubblica.it/green-and-blue/2020/12/04/news/il_paese_che_da_32_anni_fa_a_meno_delle_luminarie_per_scelta-276963770/?ref=fbpr&fbclid=IwAR2apnPQFNAYo7oaJ0bWJEhX2cTZPA1tGf9C-Hio-QUbo3agz845oAyzG3U
«Siamo dunque contenti e soddisfatti, non solo per noi ma soprattutto per le giovani generazioni che si abitueranno a riconoscere che il tempo ha una qualità diversa e i giorni non sono tutti uguali. In modo speciale, per il periodo delle festività natalizie che rappresentano attraverso il solstizio, la natività, la fine e l’inizio del nuovo anno e l’epifania – con il duplice significato della Befana e dell’arrivo dei Re Magi al cospetto di Gesù.
Confidiamo a riguardo – per il prossimo anno, di vedere anche un bel presepio oltre al primordiale albero di Natale, dei simboli religiosi sulle luminarie e l’inaugurazione di queste ultime in occasione almeno della prima domenica d’avvento. Noi senza la luce del Natale non possiamo vivere, combatteremo e lotteremo fino allo stremo, per custodire il sacro fuoco delle nostre tradizioni».
Il direttivo del Centro Studi Aurhelio
Inviato da iPad