Giudicata a torto un insetto alieno, è imparentata con il più comune calabrone europeo, diffuso in tutta la penisola. Può essere riconosciuta dalla colorazione rossiccia del corpo e dalla caratteristica banda addominale gialla. Il vero problema è che, complice il cambiamento climatico, l’imenottero sta salendo al Nord.
Storicamente presente in Sicilia, Campania e Calabria, la Vespa orientalis, ha dimensioni non proprio piccolissime per un insetto, può arrivare a 5 centimetri. Negli ultimi anni, a causa anche del cambiamento climatico, ha iniziato a risalire la penisola verso il Centro Nord. E questo perché è una specie termofila, cioè ama le alte temperature anche per riprodursi.
E’solita fare il nido all’interno delle cavità naturali, negli alberi e nel terreno. Ma, come spesso succede, le abitudini cambiano e magari nel suo spostamento in città può scegliere le nostre tapparelle oppure qualche piccolo spazio offerto dal sottotetto. In questi casi come dobbiamo comportarci?
Il fai da te è assolutamente sconsigliato. E’ preferibile rivolgersi a soggetti competenti come i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile, oppure a ditte specializzate. Comunque, l’imenottero non aggredisce mai l’uomo senza un motivo preciso. Attacca solo se si sente minacciato.
Ma quanto dobbiamo preoccuparci se siamo vittime di un incontro ravvicinato? Secondo ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ente controllato dal Ministero per la Transizione Ecologica, “la sua pericolosità per l’uomo è del tutto comparabile a quella del calabrone europeo. Dunque, le precauzioni da mettere in atto per evitare di essere punti sono le stesse che si usano per proteggersi dai calabroni europei. È, invece, particolarmente aggressiva nei confronti delle api da miele”, prosegue l’Istituto. Come altri insetti della sua specie, quando punge inietta un veleno tossico anche per l’uomo, ma la sua pericolosità è del tutto simile a quella degli altri imenotteri e, soprattutto, alla prima puntura secerne quasi tutto il suo veleno. La sua puntura può provocare uno choc anafilattico, ma solo nei soggetti allergici.
Il vero rischio, invece, lo corre la nostra apicoltura, perché queste vespe quando non hanno cibo si concentrano sulle api d’allevamento provocando danni ingenti alla produzione di miele e ad altri prodotti apicoli, afferma ISPRA. Anche se, per dirla tutta, si tratta di un opportunista e nell’ambiente urbano si adatta a mangiare anche gli scarti dell’uomo. Comunque, come ha dichiarato lo zoologo Andrea Monaco all’Adnkronos, non c’è un allarme Vespa orientalis. Il rischio che può essere legato alla presenza di calabroni (alieni e non) con il mese di ottobre finirà. Perché a un certo punto i nidi deperiscono, la colonia si dissolve e i problemi non ci saranno più, fino quando, l’anno successivo, ricomincerà il ciclo riproduttivo e poi la costruzione del nido.
Nelle ultime settimane sono giunte segnalazioni da Firenze, La Spezia e Genova. L’imenottero giallo rosso ha raggiunto persino la Capitale. Tanto che è stato attivato in collaborazione con la Protezione Civile e l’Assessorato all’Ambiente un numero verde per le segnalazioni e gli eventuali interventi. Intanto, prosegue il monitoraggio della rete nata dal Progetto MIPAAF Velutina, studiato per contenere la presenza della vespa originaria del sud-est asiatico ma che studia anche quella autoctona, l’orientalis, secondo un protocollo messo a punto con il CREA, l’Università di Firenze e quella di Pisa.
E’ bene comunque saper distinguere una vespa da un’ape, che si riconosce per la sua caratteristica colorazione gialla e nera, tenendo ben presente che un’ape quando punge muore al contrario della vespa che sopravvive e che quindi può essere più disposta all’offesa. Inoltre, le vespe sono onnivore mentre le api si nutrono di pollini rendendo rigogliosa anche la nostra agricoltura.
Rubrica a cura di Barbara e Cristina Civinini
Colonia felina del castello di Santa Severa https://gliaristogatti.wordpress.com
DIDE
La Vespa orientalis – ISPRA
Come riconoscerle – Sito Progetto Velutina
La rete di monitoraggio nata dal Progetto MIPAAF Velutina – Sito del Progetto
I tecnici della rete di monitoraggio – Sito del Progetto