di Pietro Zocconali, Presidente Associazione Naz.le Sociologi, giornalista
Sono stato di recente invitato a Matera ad un convegno sulla crisi della maternità. Riporto il mio intervento che tratta l’argomento dal punto di vista sociologico:
Matera: riguardo alle origini incerte del nome, qualcuno ha fatto riferimento alla parola “Mater”, Chissà, è forse per questo motivo che proprio in questa città stiamo parlando di maternità.
Prima del 1978, l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), in qualsiasi forma, era considerata dal codice penale italiano un reato. Ma la rivoluzione di costume, iniziata nel ‘68, proseguita negli anni successivi, che ha investito la musica, l’abbigliamento, le usanze e la mentalità “tout court” del mondo occidentale, ha costretto anche il governo italiano, tramite nuove leggi, a considerare di più il mondo femminile che, fino a pochi anni prima, non aveva neanche diritto al voto.
Vi ricordo che in Italia il suffragio universale è stato applicato nel 1945. Nel giugno 2017 su questa tematica, a Cagliari, così mi sono espresso:
“Grazia Deledda, morta nel 1936, Premio Nobel per la letteratura, scrittrice di fama internazionale, gloria e vanto della Sardegna e dell’Italia tutta, non ha mai potuto votare, né a Nuoro, né a Cagliari, né a Roma, dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita; una prolifica scrittrice da annoverare tra i classici della letteratura mondiale, ma di secondaria importanza rispetto ai tanti uomini che si accingevano a votare mettendo una crocetta su un simbolo di partito, crocetta che per diversi di loro coincideva con la propria firma da emeriti analfabeti.”
Oggi, certamente non voglio entrare in competizione con importanti avvocati e illustri medici, né approfondire l’argomento che ci interessa, considerando ciò che dicono le varie religioni professate da una buona percentuale di italiani. Vorrei inquadrare l’argomento dal punto di vista sociale e sociologico, ma soprattutto dal mio punto di vista di padre di due figli e nonno di quattro nipoti.
Partiamo dal presupposto che le ragazze di oggi crescono alla pari dei ragazzi, e, come i loro compagni, coltivano le stesse passioni anche in campo sportivo e di competizione; nell’età dell’adolescenza sentono il desiderio di fumare, bere vino, andare in vacanza con gli amici; provare, in definitiva tutto ciò che vogliono al pari dei loro compagni anche nelle esperienze sessuali; e la maggior parte dei genitori spesso sono d’accordo, anche se alcuni “obtorto collo”.
Infine, dopo aver provato le diverse esperienze ed aver assaporato la libertà, che i genitori moderni hanno concesso loro, decidono di fare coppia con i bravi giovani incontrati e sentono il desiderio di lasciare la casa paterna.
Qui sorgono i problemi. Pochissime coppie che si amano riescono ad essere decentemente indipendenti poiché la mancanza di lavoro fisso, il costo degli affitti, il costo per il mantenimento di un proprio appartamento e del tenore di vita, al quale sono stati abituati dai loro genitori, è per quasi tutti loro proibitivo, sono costretti quindi a tirare avanti senza metter su il nido agognato.
Nonostante tutto qualche coppia riesce ad andare a convivere, magari con un forte aiuto economico da parte di genitori e nonni (welfare all’italiana) che desiderano la loro felicità, tramite il matrimonio, o semplicemente lasciando le proprie famiglie per andare a convivere in una nuova abitazione.
Ma numerosi sono i problemi da risolvere da parte delle nostre coppie di giovani che si amano e decidono di vivere insieme; all’inizio, godendo dell’indipendenza totale dalle famiglie cercano di vivere più intensamente possibile la luna di miele. Poi quando decidono veramente di mettere su famiglia si accorgono dei mille problemi che attanagliano amici e conoscenti che prima di loro hanno iniziato a far figli. Molti di questi giovani trovano un compromesso: continuano con i contraccettivi e si prendono un bel cagnolino scodinzolante che riversa su di loro tutto l’amore che l’amico dell’uomo sa dare.
Questo sta succedendo in Italia in questi ultimi anni: il problema della mancanza delle nascite è ben più importante di tutti quegli argomenti che ascoltiamo nel quotidiano nei vari TG nazionali, e nessuno, o pochissimi ne parlano. I nostri politici, dovrebbero essere d’accordo sulla primaria importanza che riveste il problema della maternità; gli adulti non possono prendere sotto gamba il problema della scarsità di nascite nel nostro Paese poiché stiamo parlando della nostra “Sopravvivenza”.
Gli ultimi dati ISTAT dicono che in Italia, negli ultimi anni nascono circa 100.000 bimbi in meno rispetto alla mortalità subita. Soltanto l’emigrazione, che è di circa 100.000 persone che vengono a vivere nel nostro Paese, riesce a pareggiare i conti:
Da Demografia d’Italia Wikipedia:
“Con 60.483.973 abitanti al 31 dicembre 2017, l’Italia è il quarto paese dell’Unione Europea per popolazione, dopo Germania, Francia e Regno Unito.
Secondo le ultime rilevazioni dell’ISTAT al 1º gennaio 2017 i giovani fino a 14 anni di età sono quasi 100.000 in meno rispetto al 2016 e rappresentano il 13,5% del totale. Le persone con oltre 65 anni d’età risultano in aumento di 160.000 unità e ormai rappresentano il 22.6% della popolazione. Anche i cittadini stranieri sono in costante aumento e costituiscono, al 1º gennaio 2018, l’8,5% del totale. Sotto il profilo demografico l’Italia si conferma uno dei paesi con il più basso tasso di natalità al mondo; nel 2016 il numero medio di nascite per donna è stimato a 1,34 in calo rispetto all’1,46 del 2010, che rappresentava il valore più alto dal 1984. La fecondità, dopo un periodo di recupero, ha ricominciato a diminuire. Si mantiene superiore a quella della metà degli anni ‘90 in cui si toccarono i minimi storici, ma ancora non ha raggiunto il livello considerato ottimale per una popolazione, ovvero il livello di sostituzione delle coppie, pari a circa 2,1 figli per donna”.
E’ possibile che non si riesca a trovare la soluzione a questo problema? I nostri politici fanno finta di non saperne nulla, perché così conviene loro.
Per chiudere la mia relazione mi piace fare il verso ad un grande del ‘900:
Ho fatto un sogno; ho sognato che quando una ragazza rimane incinta, da quel momento in poi viene protetta, controllata e coccolata, oltre che dai suoi familiari, dallo Stato: ricerche e visite gratuite nel corso della gravidanza, affiancamento di un tutor esperto, prima e durante il parto, e nel periodo dello svezzamento del bambino; tutte le spese mediche e legate al dopo parto relativamente alla madre e al neonato, compresi i pannolini e la carrozzina, a carico dello Stato; assistenza gratuita del bambino, se necessario, in strutture adeguate; assistenza ai bimbi nel corso della scuola dell’obbligo, con scuolabus, doposcuola gratuito, palestre gratuite, insegnanti di sostegno gratuiti; per la mamma protezione del posto di lavoro, qualunque sia, pubblico o privato, fino al reinserimento lavorativo partendo da orari ridotti, congedi parentali, fino ad uno stipendio maggiorato dell’assegno familiare, un assegno vero e non ridicolo come quelli in uso attualmente.
Probabilmente soltanto in questo modo si otterrebbe l’agognato incremento delle nascite in Italia, e non lasciando le giovani coppie con problemi di lavoro, per chi l’ha avuto, baby sitter che costano più di quanto guadagna la neomamma con il suo lavoro, scuole mal funzionanti, fatiscenti, scomode da raggiungere, scioperi selvaggi che costringono i genitori a casa con il bambino, capi di vestiario che costano di più di quelli degli adulti, doposcuola, e attività ricreative e motorie che costano un occhio della testa.
Dobbiamo, in altri termini, sensibilizzare l’opinione pubblica e i nostri politici, su questi argomenti che sono di fondamentale importanza per il buon futuro della nostra bella ma decadente nazione.