La strana morte del Papa del sorriso

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A distanza di oltre 40 anni dalla scomparsa di Giovanni Paolo I un fitto mistero avvolge ancora il luttuoso eventodi Antonio Calicchio

Il 29 settembre 1978, i telespettatori della Rai videro interrotti i consueti programmi d’inizio mattinata. La linea fu data al Tg1 che annunciò: “Questa edizione straordinaria del telegiornale si apre per una notizia che già sta facendo il giro del mondo: è morto il papa … Giovanni Paolo I. È morto dopo appena trentaquattro giorni dalla sua elezione, uno dei più brevi pontificati della storia”. In precedenza, la notizia era già stata trasmessa, nel corso del giornale radio delle ore 7,30.
La scomparsa di papa Luciani, avvenuta nella notte del giorno prima, provocò tanto sgomento, quanto dolore. Eletto al soglio pietrino il 26 agosto, Giovanni Paolo I aveva colpito per la semplicità e la bonarietà che lo caratterizzavano. Sacerdote della diocesi di Belluno, era stato nominato, dapprima, vescovo di Vittorio Veneto, da Giovanni XXIII e, successivamente, patriarca di Venezia e cardinale da Paolo VI. Accettata l’elezione a Pontefice, Luciani decise di ripagare la fiducia dei suoi due predecessori, adottandone i nomi. Una novità senza precedenti per la storia della Chiesa.
La sua morte repentina ed improvvisa diede adito, negli anni successivi, a congetture, a sospetti e a storie. Articoli di giornale, trasmissioni televisive e libri si interrogarono sulle ultime ore di vita del Papa. Qualcuno pervenne ad ipotizzare una morte non naturale. In realtà, nessuna di queste ricostruzioni è stata in grado di fornire prove sul punto. Si tratta di opinioni, in parte alimentate dalla confusa gestione della notizia della morte, contrassegnata da imprecisioni, da errori, da ingenuità di chi fu chiamato, in quel triste momento, a ricoprire un ruolo di primo piano.

A distanza di anni, è stato possibile chiarire le principali discordanze trapelate a poche ore dalla morte: la prima, riguarda la persona che scoprì la salma di Luciani; la seconda, il testo che il Papa leggeva; la terza, la causa del decesso. Già nel 1975, nel corso di un viaggio, in Brasile, Luciani aveva sofferto a causa di un embolo, poi, rivelatosi non fatale. Negli anni Sessanta, aveva subito due operazioni chirurgiche; in gioventù, era stato ricoverato, due volte, per sospetta tubercolosi. Appena nato, era stato battezzato dalla levatrice, per timore che non potesse sopravvivere.

Avvisati del trapasso, i familiari di Luciani raggiunsero Roma. Tra i ricordi, quello della nipote rimane tra i più significativi: “Nel letto c’era mio zio morto, che guardava con la faccia rivolta verso la porta da cui io sono entrata; con un sorriso, cioè sorrideva, un sorriso lieve, ma sorrideva. Questa è un’immagine che mi è rimasta impressa sempre, anche ora dopo tanti anni. Tanto è vero che io ho avuto come un sobbalzo e ho pensato: ecco lui ha sorriso a qualcuno, cioè, nel momento in cui moriva vedeva qualcuno, forse un qualcuno con la maiuscola. Lui gli ha sorriso”. Quasi una conferma di quanto domandato al Signore da Luciani: “Ti chiedo una grazia: vorrei che Tu mi fossi vicino nell’ora in cui chiuderò gli occhi alla terra. Vorrei che tu tenessi la mia mano nella tua, come fa la mamma con il suo bambino nell’ora del pericolo. Grazie, Signore”.
Tra gli epitaffi, qualcuno ricordò quello utilizzato per Leone XI, Pontefice per pochi giorni, nell’aprile 1605: magis ostentus quam datus (più mostrato che dato). Alle accuse rivoltegli per i suoi atteggiamenti semplici, Luciani aveva risposto: “Io so che molti criticano i discorsi che faccio, e i miei modi di essere Papa. Qualcuno mi ha definito un Papa insignificante. Io l’ho sempre saputo e il Signore prima di me. Posso essere una ciabatta rotta, ma è Dio che opera in me”.
I funerali di Giovanni Paolo I si tennero in piazza San Pietro, il 4 ottobre 1978, alla presenza di autorità e di fedeli provenienti da tutto il mondo. La salma, deposta in una bara dal legno chiaro, fu seppellita nelle grotte vaticane, accanto ai suoi predecessori. A tutt’oggi, è ricordato come il Papa del sorriso, molto amato dai fedeli del Veneto, sua terra d’origine.