I pentastellati, estranei ai retaggi locali,a Cerveteri puntano al cambiamento promuovendo ‘incontri d’ascolto’ con la cittadinanzadi Alberto Sava
Quanta ipocrisia nella piazza virtuale di Cerveteri. In realtà, alzare la mano ‘per ordine’ di un sindaco,o per ‘convenienze di bottega’, non fa nessuna differenza. La politica nazionale, e soprattutto l’Italia, a seguito della tempesta perfetta di tangentopoli, ormai da venticinque anni è finita nelle mani dei portaborse e dei galoppini di quei leaders che furono spazzati via a colpi di processi, insieme alla loro cultura politica e lungimiranza per il futuro, doti delicate e preziose, distrutte per sempre. Sarebbe interessante sapere poi come finì quella marea di processi. Ne scopriremmo delle belle, anzi delle brutte. Così, di galoppino in galoppino, di mezza calzetta in mezza calzetta, l’Italia è finita in mano ad una classe dirigente che spaventa per generale inettitudine. A livello locale, la situazione non può certo essere migliore, e l’impegno dei sindaci non può andare molto oltre l’azione di un amministratore di condominio. Nell’Italia dei comuni,l’esercito dei‘sindaci per caso’ è inoltre rimpolpato dagli inevitabili retaggi localistici. Ritornando nelle realtà locali del terzo millennio,nel nostro territorio troviamo una Cerveteri dominata da una coalizione civica riconfermata esattamente un anno fa,con la spinta di un ampio mandato elettorale, ricevuto solo perché ritenuta la meno peggio al momento del ritorno alle urne. A partire dal 2012, nei cinque anni della prima consiliatura,Pascucci e la sua maggioranza hanno navigato a vista tra luccichii di slides, slogan, crociate contro fantomatici poteri forti, quando il vero problema è che le nostre vite sono in mano ad una pletora di poteri deboli, e la solarità di un’azione amministrativa minimalista, costellata di insuccessi, a partire dall’infelice e travagliata gestione del servizio di nettezza urbana. Di contro, l’opposizione non è mai andata oltre qualche scaramuccia d’aula, e la velleitaria‘ scorciatoia giudiziaria’,di una piccola parte dell’opposizione. Nessuna politica dell’amministrazione e del territorio da opporre credibilmente all’ordinarietà di una coalizione che si era presentata all’elettorato con la promessa di fare ‘sfracelli’, fornendo un corposo ‘antipasto’ giudiziario. Quella coalizione politica, preceduta dal clamore di un ‘terremoto’ giudiziario, affrontò e vinse le elezioni con l’alone dell’intoccabilità. Contro Pascucci solo la resistenza volenterosa di qualche avversario con esperienza.Ed il sindaco ha avuto davanti a sé tutto il tempo di organizzarsi il consenso per il secondo giro.Dodici mesi dopo la rielezione, il consiglio comunale è ridotto ad una sorta di rito, anche stanco, per la ratifica delle scelte della maggioranza, con un’opposizione confinata nel silenzio politico, incapace di esprimere una linea veramente e solidamente condivisa,da opporre a tanta arroganza istituzionale. Dai banchi della minoranza solo voci singole, condizionate da retaggi locali.Lontano da tutto questo, solo il M5S, forza politica fuori dal sistema degli intrecci e dei condizionamenti. La Lega di Salvini, invece, dopo il boom elettorale del 4 marzo scorso,è un partito sottoposto a fortissime pressioni interne. Non è così per i grillini, movimento politico giovane non ancora sufficientemente strutturato, ma lontano dalle pressioni dei verticismi di sistema. Dagli anni del boom delle seconde case ad oggi sono trascorsi 50 anni, periodo durante il quale a Cerveteri si è impennato il numero dei nuovi abitanti, con una metamorfosi del tessuto sociale e culturale della comunità. Nel 2018 l’unica formazione politica in grado di coniugare con equilibrio le istanze dei cittadini della Cerveteri di ieri e di oggi, in armonia con le legittime ambizioni della politica interpretata come spirito di servizio, è il Movimento Cinque Stelle.Certezza che trova conferma anche nel fatto che in questo periodo solo i pentastellati hanno scelto di avviare un ciclo di ‘incontri d’ascolto’con i cittadini, riportando la politica tra le gente. Una formula semplice, unica strada percorribile per riguadagnare alla politica quel primato perso da troppo tempo a Cerveteri e nel resto del Paese.