La difficile situazione economica del tempo che verrà, e la speranza di un nuovo risorgimento cerveterano.
Riceviamo e pubblichiamo: “L’anno nuovo è appena iniziato e, nonostante i buoni auspici che ognuno di noi si è augurato, le difficoltà per mantenere lo stato di benessere per la cittadinanza si sono manifestate, come era facilmente prevedibile. L’anno venturo si è mostrato aspro persino sul fronte geopolitico, presentando gravi scontri in territorio USA per le recenti ed assai discusse elezioni della presidenza, il che mostra di riflesso come i complicati rapporti internazionali e le intricate reti del neoliberismo abbiano ormai raggiunto livelli inimmaginabili di infiltrazione anche nei governi delle più grandi potenze.
Sul piano nazionale e soprattutto territoriale, come ognuno di noi ha purtroppo avuto modo di sperimentare, molte delle attività commerciali dei nostri concittadini sono state gravemente lese dalle eccessive, inique e a tratti anche illogiche restrizioni dei DPCM governativi, imposte alla collettività ed agli esercenti e che hanno portato svariate decine di questi a chiudere definitivamente l’attività. Il collasso che stiamo vivendo non è certamente circoscritto al territorio ceretano, ma sta assumendo dimensioni mondiali (solo a Roma si contano 30 mila attività chiuse ad inizio 2021) ed un carattere pericolosamente esponenziale.
Vogliamo però abbandonare ogni pensiero puramente pessimista, ricordando che il nostro territorio ha ancora molto da offrire e, se procederemo con azioni programmate in anticipo, con impegno comune e la responsabilità e volontà di partecipazione di tutta la cittadinanza, forse queste potenzialità potranno essere tradotte in utilità pratiche.
É in tempi come questi che le collettività devono poter fare affidamento sulle risorse che il proprio territorio ha da offire. A tal riguardo, vogliamo ricordare che questo nostro allegro paese (che a differenza di altre ridenti località, non gode neppure del “titolo di città”) ha ancora molte delle proprie risorse turistico- archeologiche inesplorate ma soprattutto non sfruttate, spesso per volontà di cattivi attori che mal vedono un risorgimento dell’economia locale, per proprio tornaconto, nonché per il disinteresse della politica di vecchio corso, troppo interessata alle scalate ed agli accordi nazionali per spendersi realmente per il territorio.
Possiamo citare ad esempio il settore dei bagni termali, che nella vicina Civitavecchia ha permesso lo sviluppo di un fiorente settore di mercato e la rivalutazione urbana di aree comunali estese, tale da stimolare convincenti indagini di mercato da parte anche di privati stranieri e bandi europei per la gestione e sviluppo di centri turistico-termali, mentre per quelle ceriti (le famose “Aquae Caeretanae” in zona Pian della Carlotta) vige lo stato di quasi totale abbandono, nonostante la loro storicità immortalata già dall’ “Ab Urbe Condita” di Tito Livio. Oggi quel sito è rimasto in temporanea attesa di ‘tempi migliori’ per la sua ristrutturazione.
Eppure proprio per mezzo della oggi tanto vessata imprenditoria privata potremmo cambiare la situazione in meglio, riducendo i costi per lo Stato e per gli imprenditori: magari recuperando il circuito indrico sottostante al fine di creare un polo termale di tutto rispetto, avanzato ed accogliente per cittadini del comprensorio tolfetano-cerite e vari turisti, traendo vantaggio dalla considerevole ma mai ben sfruttata linea turistica Civitavecchia-Roma. Con i proventi dell’attività termale potremmo finanziare il piccolo ma egregio complesso archeologico etrusco-romano, introducendo un piccolo sovrapprezzo per la visita alla sito. Ovviamente anche il Comune dovrà apportare il suo (maggoritario) sostegno e contributo all’impresa, ma anche i cittadini devono riscoprire l’amore per il proprio territorio. A macchina economico-finanziaria riavviata potremmo continuare questo progresso con la riattivazione del commercio dei prodotti agricoli locali in tutta la zona di Via del Sasso, con un semplice potenziamento del TPL fino ad arrivare al centro storico urbano, permettendo agli stessi professionisti (fornai, piccoli bottegai, artigiani, rivenditori) che hanno oggi dovuto chiudere le proprie attività, di riaprirle magari proprio in connessione a questo progetto. Chiaramente, anche le politiche nazionali influiranno molto nella riuscita della nostra ripresa (correlata anche al turismo, settore che è stato quasi totalmente azzerato dalle assai deludenti politiche dell’UE), ma ciò non escluderà comunque la necessità di unire le forze congiunte di cittadini ed istituzioni comunali.
Abbiamo già avuto l’esempio di un nostro concittadino che ha dato il via ad una nota, funzionale e vincente azienda di connessione a banda larga, totalmente “Made in Kisra”, che sta tuttora portando guadagno alla stessa comunità che ne ha permesso lo sviluppo; altri anziani e giovani artisti stanno cercando di restituire notorietà all’arte ertrusca su scala internazionale con piccole botteghe che riproducono squisite copie di artigianato tipico estrusco. L’attività imprenditoriale richiede sforzi innegabili, ma questi ed altri esperimenti locali nei comuni limitrofi hanno dimostrato che, con la buona volontà ed intelligenti azioni collettive, riattivare la macchina economica non è impossibile.
Vogliamo incoraggiare la cittadinanza ad esprimersi a riguardo per sensibilizzare il mondo politico ad interessarsi maggiormente al nostro territorio, a sfruttarne positivamente le potenzialità e ad uscire fuori dal vetusto schema che erroneamente porta a riconoscere nell’edilizia abitativa l’unico settore su cui ancora fare guadagni. Come più volte ricordato, siamo disponibili ad accogliere suggerimenti e pareri da parte della collettività, che può contattarci in ogni momento alla mail gc.rinnovamentocerveteri@gmail.com. Confidiamo che questa crisi, di spiacevole lungo corso, serva almeno ad insegnarci che la coesione civile è un bene fondamentale”.
Gruppo Civico “RinnoVamento Cerveteri”