La scuola Melone incontra i carabinieri dell’aeroporto di Fiumicino

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Riceviamo e pubblichiamo dalla scuola Melone di Ladispoli.Grazie al signor Fabio Rigucci, il quale ha ben compreso il senso del progetto “La Melone incontra …”, che permette ai nostri studenti di porre direttamente domande a persone delle Istituzioni e della Cultura allo scopo di conoscere come le Istituzioni siano dalla parte dei cittadini e la Cultura un mezzo importante per vivere meglio, ospite molto gradito dei ragazzi è stato il Comandante della stazione dei Carabinieri dell’aeroporto di Fiumicino nucleo CITES, il Luogotenente Domenico Tedesco.

Lo scorso anno lo Stato ha assegnato ai Carabinieri la funzione di salvaguardia dell’ambiente, inserendo nella sua struttura il personale del Corpo forestale dello Stato, per cui il comandante Tedesco ed i suoi uomini sono diventati Carabinieri, con funzioni specifiche di protezione ambientale.

Il Comandante ha precisato che non è vietato il commercio di animali esotici o di oggetti da essi derivati  (pelli, zanne, carni … per realizzarne portachiavi, pellicce, souvenir eccetera), ma occorre rispettare le norme che lo regolamentano affinché questo sia sostenibile dal nostro ambiente. Dagli anni ’90 l’Italia ha infatti aderito alla convenzione di Washington che prevede un elenco, aggiornato annualmente, che prevede circa 1000 animali non commercializzabili (perché in via di estinzione) e oltre 38000 animali e vegetali acquistabili con le dovute attenzioni. Questa convezione ha lo scopo di tutelare il nostro ambiente e comprare o prelevare un prodotto regolamentato dalla CITES può diventare un reato di natura penale o una sanzione amministrativa nonché si può incorrere nel reato di “incauto acquisto”. È importante avere attenzione a queste vendite perché non si tratta di affari di poco conto, si pensi solo che a livello internazionale il commercio illegale di animali e piante è il secondo dopo quello di armi e droga.

Gli elenchi allegati alla Convenzione di Washington sono aggiornati annualmente sia per diverse valutazioni sullo stato degli animali protetti (trend di miglioramento o peggioramento della loro situazione di salvaguardia), sia per situazioni contingenti eccezionali. Ad esempio, dopo lo tzunami in Indonesia, che ha portato il mare ad entrare nelle città e nelle foreste per poi uscirne, è stato possibile trovare nei boschi conchiglie di tutti i tipi, anche di specie protette che a quel punto si sono potute commercializzare. Negli elenchi sono specificati anche carni o manufatti con pelli o altre parti di animali la cui vendita è permessa, ma non se provenienti da determinati Paesi. Non si tratta solo di sanzioni politiche; infatti, ad esempio, è vietata l’importazione di derivati animali dalla Cina perché il metodo di macellazione lì utilizzato comporta dolore agli animali uccisi.

I controlli vengono fatti o sui bagagli dei passeggeri o sulle merci importate di cui occorre dimostrarne la provenienza legale da Paesi ammessi. Ci si può mettere in regola con una semplice richiesta di un certificato CITES che viene rilasciato dall’organo di gestione e che permette l’importazione legale dell’animale o del derivato.

Le verifiche non riguardano solo le importazioni, ma anche la protezione degli animali caratteristici del territorio italiano. Ad esempio è vietato possedere a casa in cattività animali protetti come le tartarughe. In Italia è molto facile incontrare delle testudo hermanni, ma anche le testudo greche o quella Marginata (sarda) che sono animali protetti. Fino agli anni ’80, poiché l’Italia non aveva ancora ratificato la convenzione di Washington, avere tartarughe in casa non era un reato. Una volta ratificato il trattato, ai possessori di tartarughe fu permesso di continuare a mantenerle grazie ad una sanatoria che ne imponeva però la denuncia alle autorità nel 1994. Ovviamente l’autorizzazione proseguiva anche per i figli di queste tartarughe. Quindi, denunciando alle autorità la nascita di nuove tartarughe da quelle in possesso regolare, si ha la possibilità di mantenere in cattività a casa anche le tartarughine appena nate. Non è invece possibile prelevare dal bosco eventuali tartarughe incontrate o quelle trovate per strada: si è passibili di denuncia penale e comunque c’è la confisca automatica degli animali detenuti illegalmente. Al giorno d’oggi è ovviamente anche possibile controllare se le tartarughe nate e presenti nelle case siano discendenti di quelle detenute regolarmente oppure no: è sufficiente un tampone per l’analisi del DNA che i Carabinieri del Nucleo CITES effettuano prima del rilascio della certificazione CITES.

Un problema molto serio sono le eventuali patologie diffuse dagli animali importati. I metodi di controllo sono stati modificati in seguito ad una bruttissima avventura capitata proprio al comandante Tedesco e ad un suo uomo. Infatti, insieme ad un suo sottoposto, qualche anno fa era andato a controllare una partita di 1000 pappagallini importati in Italia (il compito era di contare tutti gli uccelli che non dovevano essere né uno in più né uno in meno). Avevano notato che in effetti c’erano troppi uccellini morti rispetto al normale valore atteso, sintomo che fra gli uccellini c’era una qualche malattia, ma non si erano preoccupati troppo. Ma dopo qualche giorno il comandante ricevette una telefonata del suo sottoposto il quale era stato ricoverato all’ospedale “Spallanzani” per una polmonite. A quel tempo era molto diffusa una malattia mortale i cui portatori sono gli uccelli, detta “aviaria”, e gli venne qualche sospetto. Sospetto che divenne certezza quando il giorno dopo anche lui ebbe gli stessi sintomi e, recatosi allo “Spallanzani”, parlò con il primario. Immediatamente entrambi furono rinchiusi in quarantena (cioè ricoverati in ospedale senza possibilità di contatto con nessuno: potevano vedere e parlare solo attraverso dei vetri) e furono sottoposti ad una cura specifica che era stata da poco trovata, salvando loro la vita. In seguito a questo episodio, ora, quando si devono controllare animali provenienti da Paesi “a rischio”, viene effettuata prima una visita da parte dei veterinari e comunque i controlli legali vengono effettuati proteggendosi con guanti, mascherine ed occhiali, permettendo di salvare altre vite umane e riducendo la diffusione di eventuali contagi.

Occorre tenere conto che anche animali innocui, ad esempio gli erbivori, con un innocuo graffio possono trasmettere malattie quali tetano, salmonella eccetera contro le quali, se non si è vaccinati, si rischia la vita.

Una cosa della quale spesso non ci si rende conto è che, una volta che si è acquistato un animale proveniente da un altro continente, questo cresce e se si vuole disfarsene, ma ovviamente non si vuole ucciderlo, la prima cosa che passa per la testa ai proprietari è di lasciarlo libero, senza rendersi conto che, in tal modo, si provoca un involontario terribile danno. Infatti se nel continente di provenienza quell’animale, se libero, aveva le sue prede ed i suoi predatori, in Italia potrebbe non averne! Ad esempio le tartarughe d’acqua dolce (che non sono di origine mediterranea) se lasciate libere nei nostri laghetti, possono riprodursi senza limiti perché non esiste il naturale controllo da parte dei predatori ed infatti ora negli stagni e nei laghetti italiani non ci sono più tartarughe “autoctone”, ma queste tartarughe “aliene” che, molto aggressive, hanno invaso tutto il territorio facendo estinguere le nostre tartarughe. Il laghetto dell’EUR ne è un esempio. In Australia un effetto devastante si è avuto con la diffusione dei conigli che, non avendo le volpi a limitarne la moltiplicazione, stanno distruggendo l’habitat naturale australiano.

La Legge italiana regolamenta anche l’esibizione degli animali nei circhi: ora li posseggono solo i circhi che li hanno da tempo e sono troppo vecchi da poter essere lasciati in qualche parco biologico.

Il trasporto di animali sugli aerei può avvenire solo in cabina. Decisione presa dopo che alcuni piloti di aereo avevano dimenticato di lasciare vivibile la stiva in quanto, quando vola, l’aereo si trova a viaggiare in condizioni di bassissima temperatura e bassissima pressione atmosferica: senza adeguate protezioni si fa una brutta morte.

Il comandante ha raccontato anche un altro “divertente” episodio. Una volta fu svegliato alle 6 di mattina per una emergenza a Fiumicino: dalle bocchette dell’areazione di un aereo cadevano piccoli serpenti in cabina. Era accaduto che nella stiva c’erano delle casse di animali, fra i quali una con piccoli pitoni (serpenti che si allevano facilmente e arrivano a 1,5 metri) che era stata danneggiata permettendo ai piccoli serpenti di uscire ed andare liberamente in giro per l’aereo che avrebbe dovuto accogliere nuovi passeggeri per ripartire per altra destinazione. La stampa parlò di cobra e di crotali, ma se si fosse trattato di questi velenosissimi animali, nessuno si sarebbe dovuto avvicinare ed avrebbero provveduto ad avvelenarli tutti. Invece lui e i suoi uomini furono costretti a mettersi alla loro ricerca contandoli uno ad uno fino a che, dopo circa 3 ore di lavoro, non furono ritrovati tutti quelli dichiarati nel foglio di accompagnamento e l’aereo poté finalmente ripartire.

Qualcosa di simile era avvenuto anche (e la ricerca fu molto più laboriosa) con una cassa di ragni ed un’altra di scorpioni). Va specificato che in Italia è vietato detenere aracnidi. Ragni e scorpioni presenti sul territorio italiano sono assolutamente innocui, solo la malmignatta (un ragno piccolo e quasi insignificante, riconoscibile per dei puntini rossi sul corpo) se morde può provocare reazioni allergiche, ma molto meno pericolose di quelle che possono provocare i calabroni e le vespe, soprattutto per i soggetti allergici cui possono provocare shock anafilattici che possono condurre alla morte. Se si è stati già punti da questi insetti, senza atre reazioni che un forte dolore, non c’è da preoccuparsi molto, ma se si viene punti per la prima volta, non sapendo se si sia allergici, è bene fare la massima attenzione e rivolgersi subito ad un medico.

Una invasione di specie “aliene” (così vengono chiamati gli animali non autoctoni) può avvenire anche senza volontà. Si pensi alle fastidiose zanzare tigri (le cui uova furono importate con l’acqua stagnante depositatasi nei copertoni provenienti dall’America), ai pappagallini verdi (sfuggiti dalle gabbie e che attualmente sono oltre 3000 esemplari, ben acclimatatisi nell’ambiente della capitale) che stanno distruggendo gli alberi di noci e nocciole intorno a Roma o ai ragni saltatori. Questi ultimi fanno i propri nidi nei caschi di banane: le banane vengono importate acerbissime e lasciate maturare in aeroporto dove le uova dei ragni possono schiudere e … invaderlo, come accaduto qualche anno fa.

Un progetto messo in atto dalla allora “Corpo Forestale dello Stato” è quello di formare il personale africano per bloccare all’origine il commercio non autorizzato fermando il fenomeno del bracconaggio direttamente in Africa, dove svolgere il lavoro di Polizia è ancora più pericoloso che in Italia. Il lavoro svolto dagli italiani (unico Paese che nel Mondo aveva un corpo specializzato per la difesa ambientale) è stato molto apprezzato dai vari Stati africani ed ha condotto ad un netto miglioramento nel controllo antibracconaggio.

Ultimo episodio raccontato dal comandante è stato quello che ha portato alla denuncia penale, in Piemonte, di un notissimo produttore di Vini italiani, e, a Bassano del Grappa, di un importante industriale, quest’ultimo proprietario di un castello di 60 stanze, piene di trofei di caccia, persino un elefante intero. Processato e condannato, questo signore non pensava che gli sarebbe stato confiscato tutto e quando arrivarono i camion per prelevare i trofei, si mise a piangere (evidentemente teneva più ai trofei che alla famiglia). Con il giudice si arrivò ad un accordo: pagò 126000,00 euro di sanzione e fu condannato a piede libero a patto che il castello diventasse un museo naturalistico che oggi è a disposizione di tutti a Bassano del Grappa.