In anteprima streaming la mostra “Imperatrici, matrone, liberte” che avrebbe dovuto aprire i battenti a novembre e che, invece, è stata spostata a dicembre.
di Barbara Civinini
Plinio il Vecchio racconta che l’imperatrice Messalina sfidò una celebre prostituta, e proclamata invicta, a detta di Giovenale, nelle “Satire”, smise stanca ma non sazia: lassata viris necdum satiata recessit (VI). Insomma, maldicenza vuole che molte donne romane, soprattutto quelle delle famiglie patrizie, appartenenti cioè all’originaria classe dominante di proprietari terrieri, fossero lascive e dissolute. Ma com’erano veramente le dominae? Prova a raccontarle la mostra degli Uffizi “Imperatrici, matrone, liberte”, curata da Novella Lapini sotto la direzione di Fabrizio Paolucci.
Negli ultimi anni – dice il direttore Eike Schmidt – il museo ha dedicato grande attenzione ai temi della storia di genere, ribaltando l’immagine tradizionale delle donne, mostrandone invece il lato creativo, forte e indomito. Insomma, le assolute protagoniste della mostra sono proprio loro, le donne: Potenti. Determinate. Discusse. Indipendenti. E molto di più. Sono raccontate nei primi due secoli dell’Impero, dagli inizi del I alla seconda metà del II secolo d.C., con i loro segreti, le loro battaglie di emancipazione civile, politica ed economica, soffermandosi sui modelli positivi e negativi, incarnati dalle imperatrici e dalle donne di spicco della casa imperiale, e mettendo in risalto i possibili ruoli pubblici al femminile. Ma c’è spazio anche per le affascinanti storie di vita quotidiana di matrone e liberte, come quella di Pompeia Trebulla, potente matrona dell’élite di Terracina che pare fece restaurare a spese di Claudio il tempio dedicato a Tiberio o quella della giovane Giunia Procula, la cui madre, Atte, liberta, è maledetta per infedeltà e oggetto di damnatio memoriae.
A farle toccare con mano ci sono circa trenta opere provenienti dalla ricca collezione archeologica del complesso museale: tra queste, anche le splendide sculture di Agrippina Minore, celeberrima madre di Nerone, o Domizia Longina, chiacchierata sposa di Domiziano. L’itinerario è integrato da importanti prestiti del Museo Archeologico Nazionale di Firenze e dalla Biblioteca Centrale che con i suoi codici cinquecenteschi inquadra meglio nel contesto dell’epoca il ruolo femminile nella propaganda della casa imperiale. La voce dei reperti, spiega la curatrice Lapini, aiuta a comprendere come le matrone dell’élite, sull’onda delle prerogative concesse alle Auguste, elette a sacerdotesse dei loro congiunti divinizzati, con i loro atti di liberalità, siano state capaci di inserirsi più direttamente nella vita pubblica, come benefattrici e patrone di loro municipi, attuando una graduale ma effettiva rivoluzione di genere nelle città.
L’apertura della mostra, a causa del Covid, è stata spostata al 3 dicembre, ma la Galleria non getta la spugna e lancia “Uffizi On Air” il progetto social che apre le porte del museo in virtuale, ogni martedì e venerdì, con video live sul profilo Facebook. Anche il percorso della mostra si può scoprire con il video d’anteprima in streaming.
Anteprima: https://www.uffizi.it/video/anteprima-della-mostra-imperatrici-matrone-liberte-dedicata-alle-donne-nella-roma-antica
Storie maledette: https://www.facebook.com/uffizigalleries/videos/storie-maledette/1710190492497001/