CONTRO L’OBBLIGO DEI VACCINI, 5G E RESTRIZIONE DELLE LIBERTÀ. A ROMA COME IN TUTTA ITALIA SI MANIFESTA (4500 MANIFESTAZIONI IN 15 MESI), VIOLANDO PURE IL COPRIFUOCO.
di Maurizio Martucci
Solo negli ultimi giorni da Bolzano a Palermo, passando per Trieste, Bologna, Pescara e Roma.Tante le sigle, dai gruppi spontanei a quelli organizzati, dalle associazioni di commercianti e ristoratori fino ai comitati di cittadini, passando dal No Paura Day al Fronte del dissenso e il Movimento 3 V.
L’Italia che si ribella alle misure di gestione del Covid 19 è al contrattacco. E lo fa scendendo in piazza, democraticamente, disobbedendo al grido di ‘libertà, libertà’, issando il tricolore. Sempre più cittadini si dicono infatti non più disponibili a subire passivamente controverse manovre dispensate dal Governo con atti amministrativi (DPCM) e decreti legge votati con la fiducia pure dall’opposizione: non c’è praticamente giorno in cui non ci sia una manifestazione per rivendicare diritti e libertà sancite dalla Carta Costituzionale (la legge delle leggi), dal lavoro (art. 1) alla libera circolazione (art. 16), fino alla contrarietà nell’ipotizzato obbligo di cura sanitaria (art. 32) e l’imposizione del 5G (art. 42).
Un dato fornito dalla Questura di Roma e nei giorni scorsi reso noto al Circo Massimo dai promotori della Marcia della Liberazione, dice che in tutta Italia – dall’inizio dell’emergenza ad oggi – solo negli ultimi 15 mesi ci si state circa 4.500 manifestazioni, qualcosa come fino a 300 al giorno tra gli 8.000 Comuni, dalla più grande (15.000 persone a Firenze l’estate scorsa) alla più piccola nel più piccolo centro. Eppure i maggiori telegiornali non ne parlano, ignorando il dato: fanno notizia solo i festeggiamenti ‘ravvicinati’ e senza mascherina di ultras e tifosi del calcio (non solo per il tricolore dell’Inter, giubilo pure a Salerno, Empoli, Perugia e Como), ma non la violazione consapevole del coprifuoco, diventata sistematica. “Riassaporiamo la libertà”, nella storica Piazza Santa Croce, dopo le 22 la movida delle discoteche ha invaso Firenze con musica, balli e fuochi artificiali, mentre a Chivasso (Torino) l’aperitivo disobbediente è ormai un cult in solidarietà con la titolare della Torteria ribelle, dopo multe e verbali, chiusa su disposizione del Tribunale di Ivrea per inosservanza dei decreti del prefetto di Torino.
LE MANIFESTAZIONI DI ROMA
“Contro l’orrendo obbligo vaccinale, contro l’assurdo green pass, contro il deleterio slittamento del voto elettorale”: lunedì in 2.000 si sono ritrovati a Piazza della Bocca della Verità per la manifestazione promossa dal Movimento 3 V (Vaccini Vigliamo Verità) che si dichiara disposto a lottare per la democrazia, la libertà e la salute: “Quello che 3V ripete da anni sta per avverarsi: l’obbligo imposto ai bambini ha rappresentato solamente la prima tappa di quella che è una deriva sanitaria atta a voler forzatamente vaccinare l’intera popolazione. Oggi vengono colpiti i sanitari, domani seguirà l’intera popolazione”.
Martedì è poi toccato al Fronte del dissenso, dirottato su Piazza SS. Apostoli dopo il diniego della Questura per la più rappresentativa Piazza Montecitorio: “continuiamo la pacifica battaglia per impedire l’approvazione del Decreto Legge 44 che prevede, tra l’altro, l’obbligo vaccinale per il personale sanitario in palese ed offensiva violazione dei diritti sanciti dalla Costituzione”.
Il sabato precedente c’erano invece 6.000 persone in Piazza del Popolo per l’evento Terapia domiciliare Covid-19 in ogni regione promosso dall’omonimo gruppo Facebook(quasi mezzo milione di iscritti), nato da un’idea dell’Avv. Erich Grimaldi del foro di Napoli con l’obiettivo di chiedere al Governo un protocollo unico: “curiamoci in scienza, coscienza ed evidenza, chiediamo al Ministero della Salute, alla Presidenza del Consiglio ed a tutte le regioni un protocollo univoco a disposizione della medicina territoriale, senza discriminazioni sulle cure tra le regioni, per agire in scienza e coscienza ai primi sintomi”.