La rinascita dell’orologio della Torre dei Priori

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A Narni il mastro orologio Marco Massarini da Terni ha firmato il restauro 4.0 del delicato meccanismo marca tempo risalente ai primi dell’ottocentodi Alberto Sava

Oggi saliamo sulla macchina del tempo e per farlo ci rechiamo a Narni in Umbria dove incontriamo il mastro-orologiaio Marco Massarini che ha rimesso in moto l’orologio della Torre dei Priori. Il meccanismo fu  impiantato nella Torre nel 1829 da un  orologiaio di Roma tale Giovanni Ricci, come risulta dai documenti del comune. Il Ricci fu pagato per il suo lavoro solo dopo tre anni in base al fatto che l’orologio non era preciso, aveva difetti di suoneria e la popolazione si lamentava giornalmente a riguardo. Il Comune in base a queste rimostranze popolari si attivò chiamando degli esperti. Fu infatti necessario farlo esaminare dal fabbro Fantucci di Narni e dall’ orologiaio di Amelia Nicola Cerasi che ne riscontrarono alcuni difetti e da ciò ne nacque una controversia col costruttore Ricci che venne dibattuta presso il Tribunale Curiale Dotale di Roma. Nel 1855 anche Frate Bonaventura da Montefranco esperto in orologi da torre venne interpellato dal Comune di Narni a causa di queste anomalie funzionali (probabilmente ripetutesi negli anni). Il Frate confermè difetti nella costruzione che Lui avrebbe risolto con nessuna spesa a carico dell amministrazione comunale, essendo un sacerdote, ma in cambio di un regalo….non è dato di sapere se queste correzioni avvennero poi di fatto. Dopo molti decenni di stop, oggi la macchina del tempo di Narni è stata restaurata ed è perfettamente funzionante. Un lavoro accurato, firmato dal mastro orologiaio 4.0 Marco Massarini, che viaggiando nel tempo, attraverso l’esame dei singoli pezzi che compongono la gabbia ha scoperto che bene ha fatto il Comune di Narni a trascinare in tribunale Ricci. Il restauro di questo orologio è stato difficile e frutto anche di ricerche e studio dei i documenti storici su questo orologio custoditi negli archivi comunali narnesi. Il restauro di un meccanismo antico è cosa assai complessa e lasciamo a Marco Massarini la narrazione delle varie fasi tecniche della rinascita dell’orologio della Torre dei Priori di Narni.

Il Restauro

La macchina da me restaurata presentava molti difetti dati da usura e progettazione (come confermato in passato dal frate Bonaventura). Per quel che riguarda la datazione la struttura a gabbia di ferro battuto e gli ingranaggi anch’essi in ferro mi fanno pensare ad un secolo antecedente alla data ipotizzata di costruzione ed impianto fornito dai documenti ufficiali (1829)…l’orologio risulta da un altro scritto in mio possesso dei primi del 700 e questa ipotesi viene confermata dalla  tipica struttura a gabbia e dagli ingranaggi totalmente in ferro non è presente ottone o bronzo se non per le boccole indispensabili alla rotazione  dei perni delle ruote. Sul segnatempo si possono infatti notare sulle platine più fori tappati (le platine sono le piastre in ferro dove si trovano le boccole in bronzo e si imperniano le ruote) segno evidente che questo orologio è stato rimaneggiato più volte e mi vien da pensare che fosse una meccanica preesistente e usata ricondizionata per la bisogna dal Ricci. La macchina segnatempo è stata in un primo tempo esaminata e fotografata ..solo in un secondo momento ho iniziato lo smontaggio di tutte le strutture posticce atte alla ricarica automatica (tre motori in corrente continua una batteria auto ed un carica batteria) e di seguito tutti i pezzi strutturali e le ruote.I pezzi son stati calati dal campanile tramite fune e poi trasportati nel locale messo a disposizione al di sotto della torre stessa. Le operazioni di pulitura son state eseguite senza dispositivi meccanici esclusivamente a mano cercando di preservare la patina originale sono state aggiunte delle spine in acciaio mancanti su quattro ruote (spine sostituite anche a viti moderne) così pure delle rondelle di spessore per la ruota spartitore. Eliminate invece le funi in acciaio, sostituite con corde di idoneo spessore in canapa (12 metri ogni rocchetto) ..son stati riutilizzati i pesi originali di trazione in pietra con anelli in ferro trovati nel fondo del campanile. Sui rocchetti di carica sono rimasti dei cilindri metallici con ruota dentata posizionati per lo scopo di ricarica automatica a motore posta in opera forse negli anni 70 o 80….ho provato a togliere questi cilindri dentati che avvolgono ogni rocchetto alle estremità ma data la resistenza opposta alla rimozione ho preferito mantenerli nella struttura per non danneggiare il rocchetto in legno. La loro presenza comunque non deturpa l’estetica e la funzionalità dell’orologio. Ho provveduto anche ad incamiciare le vecchie boccole ormai deteriorate della ruota di scappamento e della ruota intermedia (treno del tempo). Per quel che riguarda le ruote in ferro ho eliminato tutti i segni di bavatura data dall’uso su tutte le ruote (tempo, ore e quarti).