L’Appia Antica, un monumento, un mito, una strada che porta niente meno che alla via della Seta, grazie al progetto di recupero dei Beni Culturali, sarà di nuovo percorribile da tutti. Il progetto è finanziato con 20 milioni di euro.
di Barbara Civinini
Il primo a volerla recuperare e a progettare un grande parco archeologico fu Napoleone, ma fino a metà 800, però, l’Appia Antica si presentava come una strada di campagna costeggiata da sepolcri. Il risanamento di catacombe e basiliche della zona arrivò con Pio IX. I lavori iniziarono nel 1851 sotto la direzione dell’architetto piemontese Canina. L’obiettivo era quello di realizzare una musealizzazione all’aperto.
Oggi a distanza di 23 secoli, la Regina Viarum ritornerà a nuova vita grazie ad un progetto dei Beni Culturali, finanziato con 20 milioni di euro, di cui è stato aggiudicato il bando per l’esecuzione dei lavori. Dunque, la grande diagonale mediterranea, un milione di passi da Roma a Brindisi, dopo un lungo oblio ritornerà percorribile. L’iniziativa ha presto spunto dal percorso compiuto lungo l’antica consolare romana da Paolo Rumiz nel 2015.
Lo scrittore ha contribuito al progetto, che fa dell’Appia il primo cammino nazionale laico lungo circa 600 chilometri, oltre ad aver scritto un libro sul suo viaggio edito da Feltrinelli. “La Regina Viarum – per il ministro Dario Franceschini – unisce territori ricchi di uno straordinario patrimonio culturale, archeologico e paesaggistico e ha le caratteristiche per divenire uno dei più grandi cammini europei. È nostro preciso dovere investire in questo progetto, che ha il merito di puntare sulla cultura per promuovere e sostenere lo sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno, ha detto”. Il recupero mira a valorizzare il tracciato originario e i suoi tratti basolati, per consentire, attraverso una mobilità turistica “lenta”, l’accesso al patrimonio culturale e paesaggistico che gli gravita intorno. Per il momento sono state individuate 29 tappe che attraversano 4 regioni, percorrendo metà stivale, con paesaggi diversi, antichi borghi, monumenti archeologici e tratti autentici di basolato romano.
Sul sito www.camminodellappia.it sono disponibili tutte le informazioni utili ai viaggiatori. Il progetto dovrebbe essere ultimato in un paio di anni. Sin dall’epoca arcaica esisteva un percorso che dal guado sul Tevere nei pressi dell’Isola Tiberina, seguendo la dorsale collinare, raggiungeva i centri del Latium Vetus, la parte centrale dell’attuale Lazio. Su questa stessa direttrice fu costruita l’Appia, la prima via militare, realizzata nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Centemmano, nel periodo della seconda guerra sannitica e della conquista della Campania. Il tracciato complessivo ha una lunghezza riportata dalle fonti storiche di 360 miglia. Il primo miglio, che da Porta Capena portava al tempio di Marte, nel 296 a.C. – come racconta lo storico Livio – fu eseguito saxo quadrato, ma nel 189 a.C. la pavimentazione in tufo venne sostituita con la selce. Comparvero così le famose pietre con cui furono lastricate tutte le strade romane, i “basoli”, gli antichi antenati dei più noti sanpietrini, usati per la prima volta da Papa Sisto V nel 1500 per pavimentare le strade e le piazze di Roma.