La pittura è una bella donna

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Intervista all’artista Giuliano Gentile che ci invita al suo nuovo vernissage dal titolo “La scorsa estate” nella sala Ruspoli fino al 13 agostodi Felicia Caggianelli

Sono pochi gli artisti che riescono ad attirare l’attenzione dell’interlocutore al primo sguardo. E ancor minore è il numero di quelli che riescono a rapirti l’anima. Ecco, se dovessi definire il maestro Giuliano Gentile sarebbe un Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo delle emozioni. Assistere ad un suo vernissage è come entrare nella stanza dei balocchi. I colori contrastanti ancorano lo sguardo, le forme esasperate, morbide e fluenti saziano, gli sguardi sognanti rimandano alle stagioni della vita. Sono occhi innamorati, curiosi ma sempre rassicuranti, le pose seducono in un andirivieni di movenze delicate che accompagnano i pensieri verso gesti di un quotidiano nel quale è naturale riconoscersi. Un abbraccio, i petali di una margherita che si sfoglia, un libro che si stringe in seno, spesso e volentieri lasciano il posto a rappresentazioni più poetiche. E così non è raro imbattersi in un ladro che scappa con delle stelle tra le mani, in una dolce ragazza che stringe una nota musicale tra le dita, e più su con i voli pindarici di amanti e personaggi; veri inni all’amore e alla creatività di un artista che è riuscito a destrutturale la piatta realtà plasmandola a nuova vita. Tutte le opere di Gentile vivono di luce propria. Hanno tutte un cuore pulsante che non lascia indifferenti. Le pennellate riescono a muovere le corde dell’anima ed a fissarle sulle bianche tele che si animano e battono al ritmo di nascoste pulsioni, atavici ricordi e sogni fanciulleschi freschi di ingenuità. Il maestro Giuliano Gentile, pittore, disegnatore e muralista, inizia a muovere i primi passi nel mondo della pittura sin da piccolo.

Galeotto fu il regalo di una tavoletta di pastiglie colorate di acquerelli quando era bambino. Da lì in poi l’arte la respira ogni giorno e non nasconde che: vive per Lei. Dove la realtà all’orizzonte sfuma in dissolvenza e cede il passo al sogno là nascono le meravigliose opere d’arte del maestro Giuliano Gentile.

Pennellate poetiche coscienti che raccontano intime emozioni, pulsioni, radici e fughe nell’immaginario riproponendo un surrealismo comunicativo che si discosta da quello proposto da Magritte e Dalì; non comunicativo. Il surrealismo di Gentile viaggia verso l’immaginario e il fantastico. Gli spunti arrivano da tutto quanto lo circonda sia esso un libro, una canzone, un testo letterale o fatti quotidiani.

Le opere di Gentile ricche di simbolismi, accompagnano l’interlocutore nel campo favolistico; in un viaggio accattivante che è il filo conduttore dei suoi capolavori. Non a caso spesso ci si ritrova a guardare una barchetta di carta simbolo di scoperta, di avventura, di conoscenza e anche il un divenire; del futuro.

Una barchetta che ha chiamato ‘Ulisse’ proprio a sottolineare la grande ‘Odissea’ una delle avventure più entusiasmanti che siano state narrate, però non nasconde: “ho volutamente scelto un mezzo piccolo e fragile proprio perché io mi sento così.

Piccolo e fragile. Sono fermamente convinto che in ognuno di noi ci sia un piccolo Ulisse che con la propria barchetta viaggia lungo il mare della vita accompagnato dalla fedele amica di sempre, la propria fragilità”.

Tutte le opere di Gentile sono ricche di positività e si presentano con i contorni netti, le figure sono ben definite e i colori sono molto contrastanti e forti questo perché l’opera deve emozionare al primo colpo d’occhio.

“Le emozioni -sottolinea Gentile- al primo sguardo così come la comunicatività delle mie opere, sono fondamentali, non a caso accanto alle pennellate di colore, alle immagini e al titolo dei quadri, utilizzo anche frasi e parole”.  Come un originale ed attuale Virgilio, tende ad accompagnare e ad indicare la via dando le sue coordinate ciò non toglie, tuttavia, che qualcun altro possa trovare altre interpretazioni altrettanto valide, dando sfogo alla propria inclinazione personale e artistica guardando le sue opere.

Dopo la barchetta, il pianoforte è un altro dei simboli ricorrenti perché crea l’armonia dei suoni e riporta all’armonia della vita. I contrasti e le armonie costituiscono l’ennesimo valore aggiunto imprescindibile delle opere di Gentile. L’artista, infatti, si diletta a metterle insieme consapevole che la diversità è una ricchezza per tutti e si lascia piacevolmente contaminare sfiorando artisti del calibro di Trilussa, Fedro, Esopo che hanno regalato pagine di vita e aneddoti ancora oggi più che mai attuali, utilizzando degli animali ai quali hanno conferito caratteristiche umane.

“Ne è un esempio lampante il quadro: ‘Opinioni’ in cui troviamo la tartaruga che indica la persona riflessiva ed un gallo che rappresenta quella impulsiva.

L’opera ‘Opinioni’ sta a sottolineare un proprio modo di pensare, dove io mi limito a non dare un peso né all’una né all’altro ma tendo a sottolineare che si tratta di un modo di vivere e di convivere ovvero di abbracciare delle scelte proprio perché la diversità costituisce una ricchezza per tutti.

L’artista dopotutto è uno sperimentatore -ci spiega gentile-  e questo è il mio modo di esprimermi.  Vorrei precisare comunque che l’arte non è tuttavia solo quella che interpreto e realizzo io. L’arte è un settore molto vasto.

È espressione umana allo stato puro e ognuno di noi cerca di esprimersi e di dare quello che ha. Io mi reputo una persona molto positiva. Come diceva Benigni: la vita è bella e con tutte le brutture che ci sono intorno…che ben venga un’arte all’insegna della positività.

È con me tutti i giorni e come dice Bocelli: vivo per lei. Non a caso sono una persona semplice che sa apprezzare anche le piccole cose. Trovo molta soddisfazione nell’ascoltare i commenti e nel vedere gli sguardi ed i sorrisi della gente che dopo aver visto una mia mostra escono soddisfatti. Quasi rigenerati nello spirito.

Per me è il più grande riconoscimento, la più grande soddisfazione che può esserci per un artista”.