Dopo la “Corrado Melone”, anche la “Don Lorenzo Milani”, scuola intitolata a chi ha donato la libertà attraverso l’istruzione, ha ricevuto, consegnato dal Nucleo Carabinieri Tutela Biodiversità Saline di Tarquinia, nello specifico dal Brig. Ca. Q.S. Valentina Sabbatini e App.Sc. Q.S. Alfredo Cea, un pezzetto dell’albero di Falcone accolto con allegria dai ragazzi che avevano partecipato al Viaggio della Legalità, a Palermo, con l’associazione Libera, osservando direttamente i luoghi della lotta alla mafia.
Vicino la casa di Giovanni Falcone c’è un albero. Un grande e ormai famoso Ficus macrophilla columnaris magnoleides che cresce nei pressi della casa del giudice assassinato nel 1992 dalla mafia insieme alla moglie ed agli uomini della scorta. Un albero come ce ne sono tanti a Palermo. Dopo l’omicidio di Giovanni quell’albero è diventato il punto di raccolta di chi vuole la libertà, di chi non vuole che la mafia continui a creare legami, creare sudditi, creare marionette.
Chi conosce un po’ di botanica, sa che molte piante possono essere riprodotte prelevando un rametto che, infilato nella terra e opportunamente curato, comincia a crescere. Questa nuova pianta presente nella scuola non è “figlia” dell’albero originale, ma è proprio lui. È come se i rami dell’albero stiano crescendo altrove, avendo esattamente lo stesso patrimonio genetico, a simboleggiare che la legalità da Palermo, dalla casa di Falcone sta dilagando ovunque in Italia ed ha messo le radici anche a Ladispoli e nell’Istituto Comprensivo “Don Lorenzo Milani”.
La “piovra” è una azzeccata metafora per rappresentare la mafia. Una organizzazione che ha fatto molti morti uccidendo uomini e donne di valore, ma anche persone e bambini qualsiasi che si erano ritrovati per caso nel luogo e nel momento sbagliato. Sappiamo come funziona la mafia: si diffonde creando dipendenze e legami da cui non ci si può sciogliere. Ma anche il senso di giustizia, di correttezza di amore può essere diffuso allo stesso modo, raccontando cosa accade, spiegando perché sia importante il rispetto delle Leggi democratiche, mostrando ai giovani che è più coraggioso un prete che un vigliacco con la pistola. Ecco l’idea geniale del “Raggruppamento Carabinieri Biodiversità”: utilizzare un’altra metafora da contrapporre alla piovra. Moltiplicare il ficus di Falcone per diffonderlo ovunque, soprattutto laddove si insegna a donne e uomini del domani a ragionare con la propria testa, a saper distinguere il bene dal male, a saper scegliere fra il vantaggio immediato ed egoistico ed il bene proprio e di tutti, fra l’essere schiavi senza riconoscerlo ed essere liberi cittadini.
La Scuola non può esimersi dall’affrontare tematiche molto complesse, dal sensibilizzare alunni e alunne, sin dalla più tenera età, a relazionarsi con tristi realtà, con la speranza che riescano, con questi esempi e questi simboli, a comprendere e ricordare la differenza tra bene e male, scegliendo consapevolmente la via del bene.