La personalità del tossicomane attivo

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Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

In un articolo di qualche mese fa ho spiegato le caratteristiche della dipendenza da sostanze e ciò che succede con la loro assunzione o con il gioco patologico nel nostro Sistema Nervoso Centrale. Credo che possa essere importante anche parlare della personalità del tossicodipendente (TD). La tossicodipendenza, come qualsiasi altro comportamento, è il risultato dell’insieme di molti fattori: genetico, sociale, famigliare. Alcuni autori, comunque, risaltano di più la prospettiva famigliare, altri quella neurobiologica, altri ancora quella sociale. Secondo alcuni autori la tossicodipendenza è una modalità comportamentale che alcune persone iniziano e continuano perché la sostanza serve a mantenere intatta la loro personalità. Altri autori considerano la tossicodipendenza una malattia, altri uno stile di vita. È chiaro, comunque, che qualsiasi comportamento nuovo (anche se con il tempo diventa patologico) viene mantenuto perché serve a qualcosa. Si è evidenziato che nei TD emergono, tendenzialmente, tre tipi di disturbi di personalità: il bordeline, l’antisociale e il disturbo narcisistico. Altri hanno evidenziato anche la scelta della sostanza può essere influenzata dalla tonalità umorale: per esempio l’eroina può essere usata da una persona che necessita di sedare l’aggressività evidente o latente, la cocaina può essere usata da una personalità che tende alle varie forme di depressione, ecc. Come si vede, però, nel mondo scientifico non c’è una linea univoca che definisce un “profilo tipo” della personalità del tossicomane. Detto ciò, però, si possono evidenziare alcune caratteristiche comuni: 1- fragilità dell’Io che si manifesta con bassa autostima, difficoltà nell’autogestione e nell’autonomia, totale dipendenza da fattori e persone esterni; 2- comportamenti compulsivi: sono comportamenti che vengono attivati in modo ritualistico e con uguali caratteristiche (nel tossicomane attivo questo si evidenzia anche nello sfidare ogni giorno la morte o la vita assumendo sostanze spesso tagliate male); 3- la manipolazione: il TD attivo è bravissimo a trovare i punti deboli dei famigliari o dei partner ed usarli a suo vantaggio (spesso la colpa è sempre dell’altro o del mondo esterno e nessuno lo capisce o lo ama per quello che è); 4- repentini cambiamenti comportamentali: il TD attivo può essere totalmente adeguato, accudente, rispettoso, maturo e pochi istanti dopo diventa completamente infantile, bisognoso di estremo accudimento, irritabile fino all’aggressività (sembra quasi un Dott. Jekyll/Mister Hyde); 5- il meccanismo di difesa più usato nel TD attivo è la proiezione: trova sempre il modo di dare la colpa agli altri e al “fuori sé” di ciò che nella vita succede e anche del suo “farsi”. Se andiamo nella storia del TD attivo, troviamo delle caratteristiche comuni: 1- spesso uno dei genitori era TD a sua volta o era alcolista; solitamente queste famiglie sono gestite in tutto e per tutto dall’altro coniuge e ciò, nonostante sia necessario, spesso determina la svalutazione del coniuge attivo (TD/alcolista); 2- il TD attivo spesso ha subito dei grossi traumi solitamente durante l’infanzia o durante l’adolescenza (spesso sono abusi sessuali ripetuti): questi eventi traumatici precoci e reiterati determinano una bassissima autostima, un altissimo grado di aggressività agita o verso se stessi (autolesionismo) o verso gli altri (o entrambi). Un concetto su cui il mondo scientifico concorda è che ora non si parla più di ex-tossicodipendente ma di tossicodipendente astinente.