Parola al cittadino: Pini da Salvare
«La via che porta alla Necropoli con i suoi filari di pini, sembra essere stata riscoperta da molti cittadini, per i quali è il luogo dove i polmoni si purificano, dove gli occhi si riempiono di colori, un luogo rassicurante. Fa bene all’anima.
Da circa due anni ho notato che il nostro bellissimo viale di pini si sta ammalando e l’ho detto in giro, ne ho parlato con chi mi è stato possibile parlare, sperando che arrivasse a chi di dovere, cercando sintonia e solidarietà. Purtroppo ho visto solo indifferenza, anzi mi hanno parlato insofferenti, delle radici degli alberi che fanno inciampare, delle macchine che fanno sobbalzare, dei disturbi che gli innumerevoli aghi, cadendo, creano.
Nessuno tra le persone incontrate vede al di là del proprio naso o comprende che sulla Terra come ospiti ci siamo noi, il mondo animale e il mondo vegetale. Sono convinta che sia nostro dovere salvaguardare la natura, che poi è salvare noi stessi. Trovo curioso che siano state istituite giornate in difesa dell’ambiente e dell’albero in particolare, poi davanti alla possibilità concreta di fare qualcosa cade la maschera e si vede il reale disinteresse. Intere generazioni hanno contribuito a creare bellezza e purtroppo generazioni l’hanno depredata.
Tornando alla malattia dei pini, quando ho notato quello che succedeva, ho provato a cercare su internet se esistevano cure possibili e ho letto di casi simili in Toscana, dove nelle pinete bellissime si era creato lo stesso problema, i pini si ammalavano ma c’era chi stava studiando il problema.
In questi giorni passeggiando sotto il viale della Necropoli, tornando ai nostri pini centenari, mi sono chiesta chi dovrebbe intervenire, perché non interviene? Perché lascia alle iniziative dei singoli con la possibilità di fare più danni che cura? Sono venuta a conoscenza, leggendo un’articolo uscito il 25 novembre sul Corriere della Sera, che decine di associazioni di Roma stanno battagliando per salvare i pini della Capitale. Propongono cure fattibili e di già provata efficacia.
Ora faccio un appello accorato come donna, come mamma, come cittadina, come insegnante, diamo un buon esempio per salvare e proteggere le nostre bellezze. Se abbiamo l’ambizione di proporci come Città della Cultura, forse chi amministra e noi cittadini in primis, dobbiamo dimostrare concretamente CURA E AMORE.
Ciò che di bello si perde è perduto per sempre e non si sostituisce con altrettanta bellezza. La bellezza, intesa in ogni senso, fa vivere e salva l’uomo, ricordiamocelo». M.M.