LA NEOPLASIA DELLA PROSTATA

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neoplasia prostata

La neoplasia prostatica non è più nell’uomo al terzo posto (dopo quello polmonare e del colon-retto).

calcinoma mammela
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Purtroppo negli uomini età superiore ai 55 anni è attualmente al primo posto. Gli studi epidemiologici segnalano soprattutto l’età e la razza. Aggiungerei l’anamnesi familiare positiva a questo tumore.

Lo screening viene effettuato negli uomini di razza bianca privi di anamnesi familiare a partire dai 50 anni di età. Si abbassa a 45 anni negli uomini che hanno invece un’anamnesi familiare positiva. Non può essere un caso. Riguardo al fattore razziale negli Usa l’incidenza del cancro della prostata è sostanzialmente più elevato negli uomini di colore rispetto ai bianchi.

 

 

In Europa, fino a non molti anni fa, i tassi di mortalità più elevati sono stati osservati in Svizzera, Norvegia e Svezia. Attualmente, in un mondo globalizzato, questa neoplasia non ha più distinzioni geografiche, “non guarda in faccia nessuno”. Resta però il fatto che in Oriente (Giappone, Singapore e Hong Kong) le percentuali della neoplasia sono assai più basse. Dovrebbe essere cosi anche in Cina, ma abbiamo scarsi dati al riguardo. Per quanto riguarda poi gli uomini di colore credo che ci sia una certa differenza tra gli afroamericani ed i neri africani. Dal mio piccolo osservatorio indipendente che, in 40 anni, ha visto quasi tutte le popolazioni terrestri (esclusi gli eskimesi,aborigini australiani e nativi americani) sia nel nord Africa che in quella sub-sahariana (prima migliaia di nigeriani ora altrettanti senegalesi) non ho notato una percentuale maggiore rispetto ai bianchi nostrani. E non è solo un fattore legato all’età (gli africani sono generalmente più giovani), ma anche nei 50 – 60 70 anni non ho riscontrato numeri elevati.

Saranno pure osservazioni personali,criticabili ma registrate empiricamente sul territorio. Età e razza a parte, quali possono essere altri fattori di rischio?
Lo stile di vita (fumo, alcol, sedentarietà)? Oppure (questi è il mio principale sospetto) l’alimentazione? Gli estrogeni favoriscono l’ipertrofia prostata benigna. Gli androgeni la neoplasia prostatica. In circa il 90% dei pazienti la crescita del cancro si arresta con la deprivazione degli uomini maschili (androgeni) sia chirurgica (la castrazione è ancora considerata la terapia gold standard nel trattamento del cancro metastatico della prostata) oppure medica (antiandrogeni puri e steroidi). Molto complicata è la diagnosi precoce della neoplasia. E’ più insidiosa persino rispetto a quella pancreatica.

Quando compaiono i sintomi più comuni e aspecifici (disuria, pallacchiuria, ritenzione urinaria, ematuria, dolore sacrale) può essere già tardi. Importante, direi basilare, è il PSA (Prostate Specific Antigene) ossia il dosaggio serico dell’antigene prostatico specifico. L’esplorazione rettale digitale è utile nel tumore organo – confinato esplorabile. Non risulta invece efficace, ai fini di una diagnosi precoce , perché circa il 70% dei tumori palpabili ha già oltrepassato la capsula prostatica. Molto più utili sono l’ecografia transrettale e le biopsie prostatiche. Quando il valore del PSA superi i 4 mg/ml dobbiamo allarmarci? Consiglierei un buon urologo. Si devono escludere prostatiti o anche cistouretriti. A complicare ancora di più la diagnosi precoce non dobbiamo trascurare che,sebbene il PSA abbia chiaramente rivoluzionato l’orientamento verso un K prostatico, non può considerarsi una metodica perfetta. Vi sono studi clinici seri che hanno dimostrato che nel 12 – 37% dei pazienti con valori normali di PSA (al di sotto di 4 mg/ml) presentano tumori clinicamente significativi.

Il guaio è che l’origine della neoplasia è molto spesso multifocale (da qui le diverse biopsie) e solo nel 10% dei casi è dovuto ad un adenocarcinoma che origina dagli acini prostatici. Ritornando alla sintomatologia dal cancro evidenziabile solo con la biopsia (stadio A) a quello che colpisce i linfonodi pelvici (stadio D1 della classificazione di Withmore) ben l’80% dei tumori della prostata può anche essere asintomatico. Le metastasi a distanza (ossee e anche polmonari) sono le più frequenti anche se non è affatto raro la trombosi venosa profonda.

In conclusione credo che ci sia ancora molto da studiare riguardo questa severa patologia. Va però aggiunto, per risollevarci il morale, che un PSA normale(meglio se basso) ed una ecografia transrettale (in buone mani) possono offrirci una certa tranquillità.