di Arnaldo Gioacchini *
La scomparsa del Prof. Zygmunt Bauman ( ebreo polacco di nascita poi divenuto cittadino inglese), morto a Leeds, dove insegnava “Sociologia politica dei sistemi complessi”, il 9 gennaio u.s., mi ha fatto piangere nel senso reale delle cose.
Non ho mai avuto l’onore al contrario che con altri “notevoli” Scienziati Sociali contemporanei italiani ed esteri con i quali ho avuto il piacere di dialogare, vis à vis, delle problematiche poste e sviluppate dalla Scienza della Società, di parlare con Lui direttamente (ed ancora oggi a distanza di vari lustri vivo un profondo rammarico di non averlo fatto in un paio di occasioni quando forse avrei potuto farlo) eppure quando sono venuto a conoscenza della sua morte è stato come, senza niuna iperbole, mi fosse venuto a mancare uno dei miei stimatissimi professori universitari (tre in particolare) della Facoltà di Sociologia dell’Ateneo di Urbino con i quali ebbi modo di interagire e confrontarmi, a volte anche in maniera (scientificamente) molto decisa, durante tutti i quattro anni ( le funzionali? per chi e per che cosa? lauree brevi non erano neppure state pensate) del percorso universitario. All’epoca Zygmunt Bauman era già nei programmi ma in maniera molto sfumata, vuoi perché le sue opere dell’epoca erano scritte quasi tutte in inglese (salvo un paio piuttosto “politiche” editate in italiano dagli Editori Riuniti e dal Mulino) vuoi perché (soprattutto) la immensa Filosofia Sociale (come termine un ritornare alle origini basiche della Sociologia) del grande Professore non era facile da raccontare (a mio modestissimo avviso e non con il senno del poi) ne di là ne di qua dalla cattedra, nella sua pur semplice complessità con il suo essere, almeno per un certo lasso di tempo, tanto vicino e tanto lontano da Gramsci e da Simmel e con le sue spietate ed iconoclastiche, ma estremamente veritiere e realistiche, analisi della società moderna. Rammento benissimo che leggendo alcuni testi d’esame nei quali, solo in alcune pagine, si facevano dei precisi riferimenti a quanto asserito (con grandissima esattezza e coerenza scientifica) dal Prof. Bauman riguardo in particolare al totalitarismo, al movimento dei lavoratori, alla modernità, alla globalizzazione, al consumismo ed alla postmodernità, con tutte le “immani” questioni etiche correlate, rimasi stupefatto dalle sue asserzioni e decisi immediatamente di approfondire come doveva essere (almeno dal mio punto di vista) il “Bauman pensiero”. Conseguenza pratica di ciò fu che ordinai (dopo essermi assicurato i “servigi” del miglior traduttore dall’inglese disponibile sulla “piazza montefeltrina”), dietro strettissimo consiglio sui testi da comprare da parte di un mio illuminato docente (uno del suddetto “trittico”), ad una piccola (ma molto attiva ed aggiornata) libreria universitaria urbinate un “pacchetto” di libri del Prof. Zygmunt: Questions of Modern American Sociology, The Society We Live In, Outline of Sociology. Questions and Concepts, The Party Systems of Modern Capitalism e Sociology for Everyday Life e capitolo per capitolo tradotto, e libro per libro letto, avvenne il mio “innamoramento” per l’illuminatissimo Prof. Bauman, un immenso innamoramento che sfociò, ben presto, in un grandissimo “amore”(con mai nessun “tradimento” da parte di entrambi); un amore talmente radicato che proseguì, ben dopo la laurea, con la lettura e l’approfondimento sempre maggiore del “Bauman pensiero”. E poi l’apoteosi di un Genio sociologico con la spiegazione (chiarissima almeno per me, forse perché già un suo “iniziato”?) dello Stato solido e liquido della Società. La famosa Società Liquida ( con dentro ad es. tanto dell’Amore Liquido e della Vita Liquida e della Paura Liquida – con un libro per ognuno di questi argomenti e con le spietate analisi fatte nei suoi “Vite di scarto”, “Dentro la globalizzazione” e “Homo consumens”), con tutti i nessi e le concatenazioni possibili oltre ogni immaginazione, che ha donato, dona e donerà al Prof. Zygmunt Bauman fama imperitura. Mi guardo bene (me pulce) di porgere una qualsivoglia sgorbiata interpretazione e magari un (pseudo) racconto del pensiero di un Genio della Società, da Lui ben esplicitato in oltre 150! Libri. Ormai molti ( non moltissimi rispetto alla enorme sua produzione scientifica) di essi sono stampati in italiano per cui chiunque può leggerli e farsi una più precisa idea del “gigante” Bauman (che per una valida comprensione va solo letto e riletto, per rimanerne poi affascinati) delle sue geniali analisi e di quanto sono state anticipatrici dello sviluppo di un complesso ed articolato quadro politico, sociale ed economico a livello internazionale (ed a tutto tondo) che si è andato evoluendo fra l’altro secolo e l’attuale. Il grandissimo Bauman e le sue tematiche scientifiche mi riportano con la mente anche ad un bell’esame (che navigava tranquillo verso il 25 di voto) che sostenni con il Prof. E.M.M. (Persona acutissima e preparatissima voluta fortemente nella decentrata ( solo topograficamente) Università di Urbino dallo stesso Magnifico Rettore l’eccezionale Prof. Carlo Bo) il quale verso la fine con un sorrisetto ( che all’epoca sotto tensione d’esame forse non interpretai molto bonario) mi disse (ricordo parola per parola): “ Senta Gioacchini, anche se non è strettamente nel programma, mi può fare un accenno, ma solo un accenno, alle Teorie di Bauman? ” Risposta: “Certo professore non ho nessun problema a parlare delle Realtà di Zygmunt Bauman perché è il mio Sociologo preferito in assoluto e di lui ho letto ….” ( e giù a sciorinare i titoli ed alcuni dei contenuti dei titoli in mio possesso). A quel punto il Prof. E.M.M., che è stato anche grande giornalista, (deceduto nella “sua” Napoli il 24 agosto 2016) smise di sorridere e datosi che, comunque, era un docente più che corretto, mi disse: “Le confesso che alcuni di questi libri non li ho letti neppure io”. E fu 30 cum laude.
* Sociologo – Presidente Commissione Relazioni Internazionali ANS