LA MENINGITE BATTERICA

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SEPPUR RARA, PUÒ ESSERE MORTALE SE NON DIAGNOSTICATA IN TEMPO

Alzheimer
rubrica-Aldo-Ercoli

La meningite batterica è piuttosto rara ma nella maggior parte dei casi è assai grave e può portare a morte se non viene diagnosticata e curata in tempo. La letalità dipende sia da fattori legati al paziente (età, stato immunologico) e dall’agente eziologico che può provocare l’infiammazione delle meningi, ossia le membrane che rivestono l’encefalo ed il midollo spinale. Un conto sono le meningiti batteriche ad alto tasso di mortalità, un altro le forme virali che presentano un andamento più benigno e si risolvono nell’arco di 7 – 10 giorni.

La Neisseria meningitidis (ospite frequente delle prime vie respiratorie) è responsabile del 60% dei casi di meningite nei pazienti di età compresa tra i 2 ed i 20 anni.

La Listeria monocitogenes è responsabile di infezione in bambini di età inferiore ad un anno, in coloro che hanno superato i 60 anni, nelle donne in gravidanza e nei soggetti immunocompromessi.

Il pneumococco (Streptococco pneumoniae) è responsabile di meningiti in pazienti di età superiore ai 20 anni.

Quali sono i fattori di rischio predisponenti? Nei bambini e ragazzi dai 3 mesi a 18 anni) non vaccinati con l’antinfluenzale, un altro germe, l’Halmophiluis influenzae è ancora oggi una causa importante di meningite. Negli adulti i fattori di rischio sono l’otite, la sinusite, la polmonite, l’alcolismo, il diabete, l’immunocompetenza, l’asportazione della milza. A ciò va aggiunto che i pazienti con recente trauma cranico, o intervento di neurochirurgico presentano un aumentato rischio di infezioni da Gram negativi e stafilococciche.

Quali sono le manifestazioni cliniche? I quadri clinici di esordio della malattia possono essere diversi: iperacuto o addirittura fulminante(meno frequente); esordio rapido; decorso lentamente progressivo .Ben l’85% degli adulti presenta la triade cefalea intensa, febbre e rigidità a livello della nuca (meningismo). La rigidità nucale è assente in circa il 20% di tutti i pazienti con meningite, soprattutto nei giovanissimi (sotto gli 11 anni), nei soggetti anziani e in coloro che sono in coma. Oltre alla triade sopracitata possono essere presenti altri sintomi (dipendono dai quadri clinici d’esordio) quali l’alterazione dello stato di coscienza, paralisi dei nervi cranici, nausea e vomito, convulsioni, dolori muscolari, fotofobia ed eccessiva sudorazione. Come è sempre mia abitudine ritengo basilare la semeiotica e la visita medica. Occorre “mettere le mani addosso al paziente” se si è veri medici. La resistenza a piegare il collo (flessione in avanti) è quasi sempre un chiaro segno di meninigismo. I segni più importanti sono quelli di Kernig e quello di Brudzinski che ritroviamo sempre in tutti i quadri clinici, escluse le forme gravi e fulminanti. Nel Kernig il paziente deve essere in posizione supina (il lettino serve a questo) con anche e ginocchia piegate: il tentativo di estendere le gambe provoca dolore. Nel Brudzinski il paziente sempre in posizione supina, la flessione passiva deL collo causa la spontanea flessione dell’anca e delle ginocchia. Premesso che, non solo i segni di meningismo ma anche la febbre possono essere assenti nei neonati e negli anziani, quando riscontro i segni di Kernig e di Brudzinski faccio ricoverare subito il paziente in un Centro ospedaliero per procedimenti diagnostici (puntura lombare per esame del liquor, esami batteriologici, emocoltura, EEG e TC cerebrale) E’ nei Centri Ospedalieri ed Universitari neurologici che deve essere somministrata la specifica terapia. Personalmente, oltre al pronto ricovero, mi limito a prescrivere la rifampicina nei soggetti che sono venuti a contatto con il paziente, in via profilattica (escluse le donne in gravidanza): 600 mg negli adulti ogni 12 ore per 2 giorni. Nei Centri specialistici verrà somministrata la terapia più idonea (ossigeno, antibioticoterapia, cortisonici, immunoglobuline umane) a seconda della risposta delle analisi e del quadro clinico. Due ultime note la dedico alle complicanze: nello stato soporoso (edema cerebrale) vengono somministrati corticosteroidi (terapia antiedemigena) e gli anticovulsivanti (ansiolitici, barbiturici, sodio valprato) nelle convulsioni e crisi epilettiche. E ancora, poi termino. Prima della puntura lombare è bene eseguire una TC o RM del cranio al fine di escludere lesioni occupanti spazio ed evitare l’erniazione del tronco encefalico