La Lipu Lazio: a Civitavecchia è allarme per i boschi del comprensorio

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Fermare il cambiamento climatico, compensare la produzione di CO2, tutelare la biodiversità: sono questi gli obiettivi che si è dato il nostro Paese, insieme alla maggioranza degli Stati di tutto il mondo, da ultimo nella recente conferenza COP26 di Glasgow.
Come vengono declinati questi obiettivi in azioni locali nel territorio di Civitavecchia?
L’Università agraria di Civitavecchia continua purtroppo a manifestare l’intenzione di disboscare 160 ettari di boschi del Marangone e Infernaccio, per il ripristino di presunti oliveti e pascoli abbandonati da decenni, oltre a tagliare praticamente a raso i boschi de La Castellina e Macchia del Semaforo.
A lanciare l’allarme è la Lipu Lazio, preoccupata per questo piano, che rappresenta una grave minaccia anche per la biodiversità del luogo, ricco di rapaci e altre specie rare.
Davvero una città, che paga pesantissime servitù industriali, tra cui una centrale a carbone ancora attiva, merita questo trattamento per una delle poche aree naturali ancora presenti ai suoi confini?
Davvero i soci dell’Agraria e i cittadini di Civitavecchia vogliono questo?
Al momento i tagli boschivi sono sospesi dalla Regione, ma presto potrebbero riprendere, togliendo natura e ossigeno a civitavecchiesi e santamarinellesi.
Sul tema, Alessandro Polinori – Vicepresidente Lipu/BirdLife Italia ha dichiarato: “I boschi del comprensorio di Civitavecchia, in particolare quelli del Marangone, dell’Infernaccio, della Castellina e del Semaforo, rappresentano un preziosissimo scrigno di biodiversità. Da parte nostra, chiediamo con forza che non siano oggetto di drastici tagli, che metterebbero a rischio ecosistemi importantissimi, tanto per la fauna selvatica, quanto per la qualità della vita dei cittadini del territorio”.
LIPU LAZIO