La lenta ricostruzione dal terremoto in Umbria

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Viaggio a Cascia, tra i luoghi danneggiati dal sisma del 2016, la cui ricostruzione stenta a partire tra burocrazia e …

Seppur siano passati quasi quattro anni dai drammatici terremoti che danneggiarono pesantemente l’Italia centrale tra l’Agosto e Ottobre 2016, molto resta ancora da fare, tra antichi borghi che aspettano ancora la ricostruzione e  edifici   rimasti chiusi da allora, tutto questo non ha risparmiato anche  luoghi famosi nel mondo, è il caso di Cascia, nota per la devozione a Santa Rita.

Città a metà

Quando si arriva a Cascia, nella Valnerina, zona che prende il nome dal fiume Nera, si nota immediatamente quanto la ricostruzione stia procedendo a piccoli passi, numerosi sono gli edifici e i palazzi rimasti danneggiati dal sisma, alcuni di questi verranno ricostruiti  nuovi, ma la lenta macchina burocratica italiana ha fatto in modo che nella maggior parte dei casi, esistano solo progetti  edilizi, alcuni dei quali ancora stentano a partire. A farne le spese sono anche gli edifici culturali , è il caso di Palazzo Carli, splendido palazzo cinquecentesco, al cui interno vi era la sede della biblioteca dell’archivio storico, oltre che a un giardino interno, purtroppo dal 2016 tale luogo è inagibile.  Insieme a Palazzo Frenfanelli, le chiese di San Francesco e Sant’Antonio e la scuola  Beato Simone Fidati, è stato inserito tra i luoghi che verranno ricostruiti entro il 2021. Tra i luoghi di culto la chiesa di Santa Maria della visitazione è stata messa in sicurezza, ma a preoccupare a Cascia è il monastero dove  Santa Rita visse quaranta anni, la  parte antica è totalmente inagibile e gli oggetti presenti al suo interno sono stati spostati ai piani inferiori, per capire la gravità della situazione riportiamo le parole di Suor Maria Bernadinis, priora del luogo,” Abbiamo attivato l’iter previsto dalla legge per accedere ai contributi pubblici e siamo fiduciose ma dobbiamo constatare che la ricostruzione sembra un miraggio, chi vive in queste terre, condivide con noi il forte e profondo senso di incertezza, le persone si sentono abbandonate  e la speranza sta lasciando il passo alla disperazione», entro il 2020 dovrebbe essere conclusa la fase burocratica.

Un borgo sparito

Se un luogo importante come Cascia è in una situazione delicata, ancora peggio va a alcune frazioni, è il caso di Avendita, tra le più colpite dal terremoto, quasi interamente rasa al suolo, molto lavoro c’è da fare in questo piccolo luogo, i cui notevoli danni lo hanno portato a essere un paese”fantasma”, molte case sono  crollate e in futuro quelle poche rimaste in piedi ma notevolmente danneggiate potrebbero essere abbattute per costruirne nuove e fare in modo di rivitalizzare questa piccola frazione. Un grande plauso  va alle attività turistiche come gli agriturismi che con la loro gentilezza e cordialità fanno in modo che i turisti vengano a soggiornare in questa piccola frazione già precedentemente colpita da un sisma, quello del 1979, anche allora Avendita fu distrutta e i loro abitanti fino a metà anni 90 furono costretti a dormire in case provvisorie. Un esempio di luoghi danneggiati è una country house esistente nella frazione, in precedenza erano due, ma una di esse è crollata interamente, mentre quella restante  ancora oggi si posso vedere i danni.

La speranza in Umbria

I notevoli danni in Umbria derivati dal terremoto  hanno isolato frazioni, oltre che a danneggiare anche il turismo, come Cascia, anche Norcia è alle prese con una lenta ricostruzione, la speranza è che tutto si sblocchi il prima possibile e questi luoghi tornino allo splendore di un tempo, fortunatamente al tempo del sisma chi non ha subito danni fu Roccaporena, città natale di Santa Rita e il cui turismo deriva dal fatto di aver dato i natali alla santa dei casi impossibili.

di Christian Scala