LA FUGA DI KIMBA PER SEMPRE NEL CUORE DEI LADISPOLANI

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leone Kimba
il leone a Ladispoli

LA PROCURA INTANTO PROCEDE PER OMESSA CUSTODIA. I GESTORI DEL CIRCO PUNTANO SULLA GABBIA SCARDINATA.

Kimba, il leone più famoso del mondo, ha lasciato Ladispoli martedì mattina, dopo l’accordo trovato tra il sindaco, Alessandro Grando, e i gestori circensi. Maschio, di 8 anni, sabato scorso ha seminato il panico per le vie di Ladispoli per sette interminabili ore. Poi alla fine si è arreso dopo due dardi di sonnifero scoccati da uno dei veterinari presenti con le forze dell’ordine a cui è stata delegata l’operazione di recupero del felino.

Una storia balzata agli onori della cronaca nazionale ma anche oltre confine dopo pochissimi minuti. E quando è calata l’oscurità, il povero Kimba, stordito e disorientato, è stato immortalato in foto e video girati dai residenti terrorizzati che hanno condiviso tutto sui social aumentando il pathos mentre era davanti i cancelli delle case. Quante se ne sono dette, e scritte. Quante proteste, anche con sit in che in realtà non erano stati autorizzati. Però in fondo è un fatto senza precedenti che ha reso Ladispoli celebre nel mondo grazie a questo bellissimo esemplare.

Una sgranchita alle sue zampe, uno sbadiglio senza ruggito e Kimba era già sveglio di buon mattino all’indomani nella sua gabbia di ferro nel circo di viale Mediterraneo. Finito l’effetto del sedativo, ha ripreso possesso del recinto giocherellando con un rastrello, mordendolo e rincorrendo gli altri felini. Non ha disdegnato foto, a debita distanza, dei presenti e di tanti bambini arrivati al Cerreto per vedere la star del momento.

LE INDAGINI. Già, la gabbia su cui ora si concentrano le indagini della Procura di Civitavecchia che avrebbe aperto un fascicolo per omessa custodia di animale. Reato che comunque è sanzionato solo amministrativamente anche se bisognerà considerare tutto l’allarme generato nelle 7 ore e il dispiego di uomini e mezzi di carabinieri, polizia, medici veterinari, vigili del fuoco etc. Il proprietario del circo invece ha parlato di una specie di sabotaggio quando si è presentato in caserma per denunciare che il lucchetto della gabbia era stato scardinato. Dopo nemmeno un’ora è avvenuto nell’area del circo un sopralluogo dei militari a caccia di eventuali tracce. Una ricostruzione al momento non avvalorata da prove o testimoni.

Chi avrebbe poi il coraggio di aprire una gabbia con la forza con un leone dentro? Non ci sono nemmeno le telecamere interne del circo, solo quelle proiettate all’interno del tendone, né in viale Mediterraneo sono presenti impianti pubblici di videosorveglianza, o almeno nel punto esatto della fuga di Kimba.
E se fosse un sabotaggio interno ad opera di qualche dipendente? Nulla può essere escluso ma su questo saranno solo gli inquirenti semmai a stabilire la verità. «Ora il leone sta bene – ha detto il titolare, Rony Vassallo – non sappiamo come si sia trovato all’esterno. C’è un’indagine in corso, non possiamo parlare di questo. Fatto sta che si è trovato in un ambiente che non era il suo, è rimasto spaesato, lo abbiamo tenuto tranquillo parlandogli e seguendolo. Ci dispiace per il disagio che si è creato».

IL DIKTAT DEL SINDACO DI LADISPOLI.
Necessario avvolgere il nastro all’ultimatum del sindaco, Alessandro Grando, che lunedì pomeriggio, all’indomani della bufera, aveva chiesto un incontro agli organizzatori per chiedere loro di lasciare la città. Un fatto sicuramente senza precedenti e che potrebbe anche essere ripetuto ora dai colleghi di altri comuni. Esempio, dal prossimo 22 dicembre lo stesso circo verrà allestito a Roma nel quartiere Torrevecchia. Il Municipio già avrebbe annunciato dei controlli non appena si insidieranno tende e animali. «Alla luce di quanto accaduto – aveva scritto – ho chiesto agli uffici comunali competenti di verificare se sussistano i presupposti giuridici per revocare la concessione precedentemente rilasciata al circo attendato in viale Mediterraneo. Chiederò ai gestori di lasciare anzitempo, senza contenziosi, la nostra città».
L’incontro effettivamente c’è stato e l’organizzazione “Rony Roller Circus” ha comunque accettato l’invito del sindaco. Ci si è andati incontro: il cerco è rimasto, gli animali no. Capitolo a parte sui regolamenti.
Il sindaco ha sostenuto di aver già perso una battaglia legale nel 2017 e che sono altri enti a rilasciare i permessi, come la Regione. Bisognerebbe capire la distanza dalle abitazioni del circo, il terreno se sia adatto per un evento di questa portata e altri aspetti che meriterebbero un capitolo a parte.