LA DISOCCUPAZIONE TECNOLOGICA

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UN LAVORATORE SU DUE SARÀ SOSTITUITO DA ROBOTICA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE. LE PRIME VITTIME: DOCENTI, SANITARI, MILITARI E TUTTI GLI OVER 50 PRIVI DI CERTIFICAZIONE VERDE. 

Sono partiti con lo smartworking, gli operatori sanitari e i medici dissenti dalla terapia genica sperimentale. Poi sono passati ai senza Green Pass, più o meno rafforzato. Ora tocca agli over 50 senza inoculazione e senza certificazione verde. Ma presto tutto il mondo del lavoro sarà completamente stravolto e rivoluzionato, per far posto alla Quarta Rivoluzione industriale e all’avanzata del transumanesimo promosso con l’iperconnessione permanente e ubiquitaria del 5G. E’ questa la verità sottaciuta, questi i suoi numeri: in Italia un posto di lavoro su due verrà sostituito da automazione, robotica e Intelligenza artificiale. Esattamente come l’OCSE aveva previsto già nel 2018.

Nel mondo spariranno 800 milioni di posti di lavoro, così come dovremmo dire addio ad almeno 30 figure professionali. E’ tutto scritto, non c’è nulla da scoprire, se non l’assenza di dibattito e di una corretta informazione sugli inquietanti risvolti del futuro digitale programmato dall’elitè globalista e mondialista! La chiamano disoccupazione tecnologica, la perdita di lavoro dovuta al cambiamento tecnologico, un progetto che trova la basi nei programmi di chi – come il ministro Roberto Cingolani che festeggia le recenti modifiche alla Costituzione pensando magari ai prossimi lockdown energetico climatici – vede nell’essere umano un parassita (‘viviamo in 8 miliardi un modo progettato per ospitarne 3‘). Oppure di chi – come il guru del Forum Economico Mondiale Klaus Schwab ricevuto a Palazzo Chigi da Mario Draghi – sostiene come entro il 2030 ‘non possederai più nulla ma saremo felici‘.

Come scrivo nel paragrafo ‘Disoccupazione tecnologica’ contenuto nel mio ultimo libro #STOP5G, salute, ambiente, geopolitica, privacy, transumanesimo e controllo sociale: libro-inchiesta sui lati oscuri del futuro digitale,Terra Nuova Edizioni, a Dongguan esiste già la prima fabbrica senza operai, che sono stati sostituiti da mille robot, e nel 2018 la ABB ha investito 150 milioni di dollari a Shanghai per la fabbrica di robotica più avanzata al mondo, in cui digitale, robotica e Intelligenza artificiale convivono per “la più sofisticata, automatizzata e flessibile fabbrica del futuro”.

Secondo dati ufficiali negli ultimi 3 anni in Cina – dove il 5G e la robotica sono praticamente ovunque – l’automazione ha già preso il posto del 40% dell’intera forza lavoro, tanto che si punta alle dark factory, cioè alle fabbriche senza operai: “sono siti produttivi completamente automatizzati che permettono che l’intero processo produttivo, dalla consegna delle materie prime al prodotto finito, avvenga senza un intervento umano diretto. Si può semplicemente spegnere le luci e chiudere la porta, lasciando che i robot lavorino furiosamente senza sosta”.

Vediamo alcuni esempi pratici. Con il 5G le automobili senza conducente sostituiranno i tassisti e i corrieri express per le consegne di pacchi a domicilio saranno rimpiazzati dai droni, tanto che negli Stati Uniti l’Amministrazione federale dell’aviazione americana ha fornito ad Amazon Prime Air la certificazione di ‘vettore aereo’ per svolgere consegne in tempi ridotti nelle smart city. Tra le professioni sostituibili ci sono anche quelle dei commessi e degli impiegati di banca. In Cina esistono già banche-robot, cioè uffici e sportelli bancari senza la presenza di impiegati umani. Nella China Construction Bank di Shanghai lavora infatti Xiao Long, per l’appunto un robot, che parla con i clienti identificati all’ingresso con il riconoscimento facciale. Automazione e robotica hanno poi già rimpiazzato mansioni e professioni altamente simboliche. I docenti sono stati sostituiti da robot nelle scuole della Corea del Sud; mezzi busti fatti da ologrammi e Intelligenza artificiale sono già nei telegiornali in Cina (per Kristian Hammond, co-fondatore di Narrative Science, tra pochi anni il 90% delle notizie potrebbe essere generato da un algoritmo); un robot aiuta gli anziani nell’ Ospedale di San Giovanni Rotondo Foggia; robot 5G sono tra le corsie degli ospedali cinesi (Coronavirus, negli ospedali di Wuhan arrivano i robot 5G. Automi per informazioni ai pazienti e disinfettare gli ospedali) mentre in Italia in questi giorni la catena di supermercati Esselunga ha annunciato l’arrivo delle tute robotiche, un esoscheletro per i propri dipendenti (dicono “serve a migliorare la produttività, serve a lavorare meglio“, certo, come no).

Per capire come tutto non sia frutto del caso ma abbondantemente previsto, pianificato e voluto, basta guardare gli studi previsionali. Nel 2017 la McKinsey & Company pubblica un rapporto in cui si prevede come “il 60% delle occupazioni aveva almeno il 30% delle attività lavorative costitutive che potrebbero essere automatizzate entro il 2030, il che significa che fino a 375 milioni di lavoratori a livello globale dovrebbero cambiare occupazione o acquisire nuove competenze entro il 2030”.

Di recente la ricerca Rischi di automazione delle occupazioni: una stima per l’Italia pubblicato sulla rivista Stato e Mercato sostiene come la disoccupazione tecnologica minaccia un terzo dei lavoratori italiani mentre nel rapporto sul futuro dell’occupazione. Ma c’è di più. “Job creation and local economic development 2018” l’Ocse anticipa come l’impatto dell’automazione e dell’Intelligenza artificiale colpirà il 35,5% dei lavori, previsti ad elevato rischio di cambiamento, mentre il 15,2% è a elevato rischio di automazione. Tanto per capirci, all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OCSE) il Parlamento italiano è rappresentato dall’On. Niccolò Invidia – MoVimento 5 Stelle, capogruppo Commissione Lavoro – deputato apertamente transumanista, per l’OCSE membro della Commissione economia, scienze, tecnologia e ambiente.

Di recente in Svezia l’Istituto svedese per la valutazione del mercato del lavoro e la politica dell’istruzione ha poi condotto una ricerca chiarendo come almeno 30 professioni che presto potrebbero essere sostituite dall’Intelligenza artificiale: “Gli esseri umani potranno essere rimpiazzati nei prossimi anni in diversi settori. (..) Le intelligenze artificiali potrebbero essere impiegate come cassieri nei supermercati, come venditori, addetti alle pulizie, macchinisti, montatori, saldatori, muratori, agenti, autisti, guardaboschi, postini o anche come personale amministrativo junior.”

Insomma, quanto accelerato dalla gestione emergenziale del Covid-19 e oggi sulla pelle di lavoratori over 50 senza vaccinazione né Green Pass è solo l’inizio di una rivoluzione nel mondo del lavoro senza precedenti. Sindacati complici e disoccupazione tecnologica ringraziano!

di Maurizio Martucci