LA CORSA SENZA FRENI AL 6G

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MARTUCCI:”L’OBIETTIVO É L’UNIFICAZIONE PERFETTA DEI MONDI FISICO DIGITALE E UMANO. AL TEMPO DELL’INTERNET OF BODIES TUTTO SARÁ ASSEMBLATO NELL’ IBRIDO UOMO CYBORG”

5G e 6G sono i binari sui cui corre il treno senza freni della Quarta Rivoluzione industriale travolgendo lavoro, salute, economia, ambiente, diritti umani fino allo stravolgimento della stessa essenza ontologica dell’uomo. Il 5G, l’Internet of Things, è il presente: lampioni, semafori, telecamere di sorveglianza, ma anche smart car, smart city, smart home, smart bulding, smart agricolture, smart metering, smart factory, smart healt, nonché la moneta virtuale CBDC sono alcuni degli ambiti in cui si stanno radicando e sviluppando con estrema rapidità le tecnologie IoT.

Il futuro prossimo, praticamente dietro l’angolo, è il 6G, l’Internet of Bodies. “Destinata a pervadere ogni aspetto della vita umana, ma pure città e aziende, dalla Russia, alla Cina, dall’Europa, all’America all’India, al Giappone, passando per Corea del Sud, Singapore, gli Emirati Arabi, la corsa al 6G è già cominciata ed è senza esclusioni di colpi, tanto che c’è pure chi senza troppi fronzoli e senza giri di parole sostiene come il 5G sia solo una operazione di false flag, cioè un depistaggio, una operazione di falsa bandiera per mascherare qualcosa di molto più grande, perché all’orizzonte la strada infatti appare tutta spianata a favore dell’internet sensoriale dei corpi, l’internet delle nano- cose, insomma il 6G”.

Così esordisce il giornalista d’inchiesta Maurizio Martucci in una memorabile puntata della TecnoGabbia, programma d’inchiesta sulla transizione digitale e la Quarta Rivoluzione Industriale, pubblicata sul suo blog Oasi Sana. Tecnicamente il 6G è “una rete basata su celle radio di piccole dimensioni velocità di download fino a 1 terabyte al secondo contro gli attuali 20 giganyte al secondo del 5G, quindi 1000 volte superiore all’Internet delle Cose con una stima di latenza inferiore a 100 micro secondi. Utilizzo di radiofrequenze è lo spettro delle altissime e temutissime microonde millimetriche fino a 330 giga hertz quindi frequenze dette sub tera hertz perché capaci di supportare velocità dati estreme per integrare miliardi di sensori in modo tecnologicamente ubiquo. Ancora assente un protocollo universale, nel 2025 è prevista la formalizzazione dello standard 6G anche se la vision è proiettata nel 2030 per un modello di società cibernetica basata esclusivamente sui dati applicata all’Intelligenza Artificiale e al calcolo cognitivo. Con la connessione wireless ovunque e quasi istantanea, sia gli esseri umani che le macchine saranno utenti del 6G caratterizzato dalla fornitura di “servizi avanzati”. Così scriveva nel 2018 il Sole 24 ore”.

La corsa all’Internet of Bodies è planetaria:

“Allo sviluppo del 6G lavorano alacremente Apple, Ericsson, Huawei, LG, Nokia, Samsung, Xiaomi oltre al Technology Innovation Institute di Abu Dhabi e Imec Internetuniversity Microelectronics Centre in Belgio.

In pratica un po’ in tutto il mondo scienziati e governi, aziende e consumatori stanno collaborando per trasformare la terra in un grande computer fatto di big data, maxi hardware e mega software[..]. Sempre nel 2018 sul sito del WEF di Davos scrivono che il risultato dei progressi come la bioingegneria, l’intelligenza artificiale e la nano tecnologia molecolare è un’interazione dell’uomo sapiens migliorata ed aumentata.

Questo concetto è spiegato meglio nel documento stima della convergenza tecnologica entro il 2035, un report redatto da scienziati per l’esercito americano nell’ambito del programma dell’Army War College Senior Sevice”. In questo documento, redatto nel 2019- 20, si legge: «È molto probabile che le innovazioni in nanotecnologia, neurotecnologia, biotecnologia, tecnologia dell’informazione, tecnologia quantistica e intelligenza artificiale consentiranno la produzione di massa di interfacce uomo-computer che ridurranno o addirittura elimineranno l’uso di interfacce visive/touch dei dispositivi mobili su i prossimi 15 anni.

Nello stesso lasso di tempo, dispositivi non invasivi come occhiali e lenti a contatto per realtà aumentata (AR) lasceranno il posto a impianti invasivi come sostituzioni corneali bioniche e opzioni non invasive Brain Computer Interface (BCI) più avanzate ». Questo documento militare, commenta Martucci “ ci dice che nel 2035 spariranno i telefonini, spariranno i visori ottici, spariranno gli smartphone. Al tempo del 6G tutto sarà assemblato nell’ibrido uomo Cyborg”. Anche l’Europa è in piena corsa.

“ In Europa – spiega Martucci – il primo simposio 6G si è svolto a maggio del 2021: un evento virtuale con 72 relatori. Da qui allo stanziamento di fondi pubblici è stato un attimo, soldi a pioggia per il wireless di sesta generazione provengono da Bruxelles. La Commissione ha adottato una proposta legislativa per il prossimo partenariato europeo su reti e servizi intelligenti verso il 6G[..]. Sono previsti 900 milioni di euro, il finanziamento dalla Commissione da coprire attraverso il cofinanziamento da parte dell’industria. Nell’ambito del progetto Horizon Europe, il più grande programma di ricerca scientifica finanziato dall’Unione europea, nel 2024 arrivano già 128 milioni di euro per promuovere la ricerca sul 6G in Europa[..]. Sempre Horizon per altri 14 milioni di euro finanzia poi fino al 2025 la Ericsson per lo studio del 6G per la trasformazione delle nostre città in smart cities interconnesse, nonostante poi lo studio del 6G sia soprattutto per l’internet dei corpi nelle connessioni uomo macchina, cioè l’internet delle nano-cose, delle bionanocose per le comunicazioni quantistiche, per il teletrasporto olografico multisensoriale e per l’assistenza sanitaria da remoto. Si parla in sostanza di rete eterogenea, di tecnologie biologiche e su scala nanometrica che comunicano tramite mezzi non convenzionali, per esempio comunicazioni molecolari all’interno del corpo umano. Ancora l’Europa e sempre con Horizon sdogana il 6G per il progetto Hexa-X riunendo i produttori europei di dispositivi mobili come Nokia ed Ericsson ma pure operatori della telefonia come Telefònica, Orange e Tim”.

La promessa è “l’unificazione perfetta dei mondi fisico digitale e umano considerando che il 5G sta migliorando significativamente la nostra capacità di consumare media digitali ovunque in qualsiasi momento mentre il 6G dovrebbe consentirci di inserirci in mondi virtuali o digitali. Da qui gemellaggi di massa, telepresenza, internet dei sensi e sistemi autonomi onnipresenti strettamente intrecciati in ogni aspetto della nostra vita”.