LA CLAUDIA, LA GIULIA E L’ACQUA MINERALE SVENDUTA

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LA REGIONE LAZIO STA PER EMANARE UN AVVISO PUBBLICO PER LA CONCESSIONE MINERARIA DELLA SECONDA SORGENTE AD ANGUILLARA

“Il paese dei laghi, del verde e delle acque minerali”. Era questo il cartello che negli anni Settanta si leggeva entrando ad Anguillara. Due laghi e due sorgenti minerali: la Claudia e La Giulia. Se la prima, con lo stabilimento di imbottigliamento attivo, è una delle maggiori imprese locali, la Giulia è meno conosciuta.

Ma la Regione Lazio prepara un avviso pubblico per individuare il concessionario dello sfruttamento. Un business, quello delle bollicine, fruttuoso poiché il canone è davvero ridicolo a fronte di grandi ricavi. Ad Anguillara poi la fonte comunale pubblica dove i residenti potevano attingere gratis è chiusa da anni e le promesse elettorali di nuova apertura, dopo adeguamento strutturale, non sono mantenute (sic).

La Giulia è la concessione mineraria rilasciata originariamente alla S.I.A.T.- Società Italiana Acque e Terme spa nel 1971, per 20 annii su circa 18 ettari, poi ampliata a circa 72 ettari formando una superficie totale di 91 ettari. La concessione venne rinnovata nel 1991 per 30 anni alla Sanpellegrino spa e trasferita nel 2017 alla Società Sorgenti Clavdia srl con sede a Rimini.

Dopo la scadenza del 29 giugno 2022, la “Giulia” a luglio 2022 è stata affidata in custodia alla stessa srl. Oggetto della concessione mineraria attuale è un’area di circa ventisei ettari ridotta rispetto a quella originaria di 91 ettari Le pertinenze minerarie sono un pozzo per acqua minerale denominato “Giulia 2” in un terreno di proprietà della Società Sorgenti Clavdia srl alloggiato in un casotto di cemento e acciaio munito di misuratori di portata, di conducibilità e temperatura. Il pozzo “Giulia 2”, realizzato nel 1989, raggiunge la quota di -18 metri da p.c. attraversando una successione di lave e vulcanoclastiti, fino ad intercettare la falda minerale in una successione di tufi con struttura vacuolare e porfidi leucitici, tra -15 e -18 metri da p.c. La portata del pozzo è di circa 10 litri al secondo.

Altra pertinenza è la condotta dal pozzo “Giulia 2” fino allo stabilimento Claudia, dove avviene l’imbottigliamento. La condotta è costituita da due tubazioni parallele, ed è lunga circa 600 metri, transita sotto il ponte sul fiume Arrone della linea Fl3. Presso il pozzo “Giulia 2” è presente un secondo pozzo protetto da un casotto in muratura, inattivo, flangiato e inutilizzabile date le caratteristiche chimico-fisiche delle acque intercettate. L’effettiva portata emungibile dal pozzo, comunque non superiore ai 10 l/s, sarà riportata nella determinazione di nuova concessione.

Tra gli obblighi del concessionario quello di pagare alla Regione Lazio il diritto proporzionale annuo anticipato (DPAA) per ogni ettaro. Somme ridicole. Malgrado l’adeguamento biennale Istat del + 13,9 per cento per il 2024/2025 si parla di 6717,23 euro per concessioni di acqua minerale naturale e di sorgente che utilizzano oltre 25 milioni di litri/anno; 3358,61 euro per concessioni di acqua minerale naturale e di sorgente che utilizzano meno di 25 milioni di litri/anno.

Il Diritto annuo (DA) stabilito è di 2,68 euro, per ogni metro cubo di acqua minerale naturale e di sorgente emunta ed imbottigliata, compresa quella impiegata per preparare bevande analcoliche; di 1,34 euro per ogni metro cubo di acqua minerale naturale e di sorgente emunta, non imbottigliata, comunque utilizzata; di 1,34 euro per ogni metro cubo di acqua minerale naturale e di sorgente commercializzata in contenitori di vetro; di 0,81 euro per ogni metro cubo di acqua minerale naturale e di sorgente commercializzata in contenitori di vetro con vuoto a rendere e per il quale sia stata attivata la rete di raccolta.

Graziarosa Villani