ESPOSTO ALL’ASL DEL SINDACATO CSA. A CERVETERI GLI AGENTI OPERANO NON IN SICUREZZA.
Quel che già si sapeva, che tutti i politici di Cerveteri sapevano, di destra e di sinistra, è stato messo nero su bianco in questi giorni da un sindacato che è entrato a gamba tesa senza troppi giri di parole.
È stato il Csa Regioni Autonomie Locali, con il proprio responsabile territoriale, Stefano Moriggi, a scoccare il dardo: «Questa caserma presenta delle difformità alle prescrizioni di legge in materia di sicurezza e salute». Una miccia già incandescente, ora esplosa davvero. Sì perché questo scenario di presunta irregolarità e insicurezza all’interno della sede della Polizia Locale di Cerveteri, è stata denunciata all’Asl competente. Chi vigila sulla sicurezza della città, in pratica, non sarebbe al sicuro.
Una grossa “patata” da pelare per l’amministrazione comunale chiamata a rispondere per un problema che si trascina ormai da tanto, troppo tempo. Il luogo di lavoro degli operatori della Municipale, guidati dal comandante, Cinzia Luchetti, non sarebbe idoneo. Il sindacato ha presentato un esposto al dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Civitavecchia e anche allo Spresal di Bracciano.
Da un momento all’altro quindi gli ispettori potrebbero piombare negli uffici dell’angusta struttura di via Friuli 7 ubicata in una palazzina che nemmeno consente l’accesso ai disabili. Ulteriore beffa: il comune spende fior di quattrini, circa 17mila euro ogni anno, per l’affitto dell’immobile. Ad uscire allo scoperto anche un agente della Municipale e referente Csa. «Questa situazione ormai è diventata intollerabile e insostenibile – parla Stefano Lucarini – negli ultimi 15 anni non è stata mai risolta dalle amministrazioni comunali precedenti né tantomeno da quella attuale che sta solo pendendo tempo ma senza assumersi la responsabilità e senza rispondere a due pec che sono state inoltrate».
Poca considerazione, anzi nulla da parte della giunta Gubetti che due settimane fa ha pure dato un encomio formale a tutti gli agenti cerveterani al Granarone per come hanno gestito il periodo relativo all’emergenza sanitaria. Sindaco e assessori, però, a quell’incontro pubblico non sono stati in grado di fornire una risposta sulle tempistiche della nuova caserma della Polizia locale.
Insomma, il piano B ancora non c’è. E aumenta il malumore dello stesso personale in servizio. «Chiediamo un sopralluogo da parte degli uffici competenti in materia di sicurezza – è l’affondo di Moriggi del sindacato Csa – e igiene dei luoghi adibiti permanentemente ad attività lavorative da parte degli appartenenti al Corpo della Polizia Locale di Cerveteri. Pur avendo sollecitato più volte il comune, richiedendo la collocazione presso un altro immobile, nulla è stato realizzato».
Più di 20 agenti operano in uffici e ambiente accatastati come abitazioni e con un normale garage utilizzato per i mezzi della Municipale. L’elenco delle difformità è piuttosto lungo. «La vestizione e svestizione della divisa si svolge in spogliatori sprovvisti di spazi minimi e panche necessarie per rendere tali operazioni sicure».
E Poi ancora: «Manca un’uscita di emergenza con apertura a spinta verso l’esterno». Continui rischi per il personale: «In questi ambienti di lavoro coesistono promiscuità con quadri elettrici e quadri di prese telefoniche i cui cavi a terra sono sistemati in maniera approssimativa». Pericolo di incendio per il box sottostante: «Le pareti sono ingombre di suppellettili varie a rischio di infiammabilità».
La caserma in sostanza, è una trappola, un labirinto di pericoli certificati. Come ne uscirà il comune etrusco? Difficile dirlo così come è difficile che ora l’Asl possa sorvolare sostenendo che tutto sia a posto. Si era parlato di una struttura nella cantina sociale di via Fontana Morella ma il progetto è naufragato e ora lì verrà aperta una farmacia comunale. Poi è spuntata fuori la possibilità di un immobile in via Settevene Palo Nuova ma di proprietà sempre di un privato. Anche in questo caso non c’è alcuna indicazione dell’amministrazione comunale.