Riceviamo e pubblichiamo.
Mai come quest’anno, la ormai tradizionale cerimonia di commemorazione dei morti sul lavoro, che si terrà il primo maggio, presso il cimitero comunale di Ladispoli, assume un carattere ed un’importanza straordinaria.
Non passa giorno che non si leggano notizie, o semplici trafiletti di cronaca, che raccontano di lavoratori, che escono la mattina per andare a guadagnarsi un (troppo spesso insufficiente) salario e non tornano a casa.
Incidenti, vengono generalmente definiti. Ma si tratta davvero solo di tragiche fatalità?
Obiettivamente non si può più parlare di questo. Il sempre insopportabilmente alto numero degli incidenti e dei caduti sul lavoro, dopo alcuni anni di lieve flessione, ha visto nell’anno corrente un drammatico picco di impennata: sono già oltre 160 gli incidenti mortali in attività lavorativa in Italia, in meno di quattro mesi dall’inizio del 2018.
E questo non è certo un caso. In questi ultimi tempi, grazie soprattutto alle leggi di “deregulation”, che in nome del profitto, della flessibilità, della massima produttività del lavoro, è aumentato vertiginosamente lo sfruttamento e sono diminuite paurosamente le tutele legali e legislative per i lavoratori.
E’ già da parecchi anni che nel nostro paese c’è un innegabile trend, che viene giustificato di volta in volta dalla crisi o “dall’Europa che ce lo chiede”, che fa arretrare i diritti dei lavoratori. Un trend (inaugurato, purtroppo dal centrosinistra!) partito con leggi come il pacchetto Treu e proseguito negli anni con i governi Berlusconi, Monti, Renzi. L’aumento vertiginoso dei ritmi di lavoro e dell’età pensionabile (legge Fornero), l’abolizione dell’articolo 18 e delle tutele per i nuovi assunti (Job’s Act di Renzi), il ritorno alla facilità di “mettere in regola chi lavora” dopo l’assunzione (decreti Berlusconi), ha fatto sì che questo andasse a tutto discapito della sicurezza del lavoro e di chi lavora. Quella della sicurezza è diventata una voce secondaria, quando si parla di questi argomenti .I tragici risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Martedì 1 maggio alle 10, nel piazzale antistante il cimitero si terrà, appunto la cerimonia per chi è caduto sul lavoro. Persone, padri, madri di famiglia, figli e figlie, italiani e stranieri, morti non eroicamente, senza enfasi. Persone che lasciano affetti e spesso situazioni familiari disperate. Persone che, in poche parole, hanno visto negato il proprio diritto alla vita e ad un lavoro sicuro, troppo spesso a causa del profitto altrui.
Di queste cose crediamo si debba parlare. Molto e nei giusti termini, proprio a partire dal giorno del Lavoro, il primo maggio ed invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare.
LA CASA DEL POPOLO DI LADISPOLI