JUDO, UNO SPORT OLIMPICO CHE CREA DIPENDENZA

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ASD EDUCAZIONE JUDO LADISPOLI. MEDAGLIA D’ORO PER FLAVIA FIORAVANTI, PRIMA NEL LAZIO.

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Flavia Fioravanti – 2 ottobre 2021

A Monterotondo un trionfo per Ladispoli. Sabato 2 ottobre alle qualificazioni Campionati Italiani Cadetti per la categoria 57 kg Flavia Fioravanti della Asd Educazione Judo Ladispoli ha ottenuto uno straordinario primo posto. Un risultato che premia la bravura di Flavia e del suo tecnico Pier Carlo Fabri che con caparbietà diffonde da anni la disciplina del judo a Ladispoli.

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Jacopo Negro e Diego Contessi – 3 0ttobre 2021

Per la squadra di atleti grande soddisfazione anche domenica nel Trofeo Hajime Esordienti B, Diego Contessi e Jacopo Negro, categoria 66 kg, ottengono il primo e secondo posto. Un ringraziamento agli atleti arriva dal Maestro Pier Carlo per l’impegno durante gli allenamenti e in gara. In attesa della finale nazionale, che si disputerà a Ostia il 23 ottobre 2021, incontriamo il tecnico Fabri per conoscere la disciplina del Judo. Uno sport olimpico nato per la difesa.

Quando ti sei innamorato del judo?
Nel lontano ‘73, avevo 5 anni. Grazie al mio Maestro Renato Funari a cui devo molto, tutto quello che oggi faccio con i miei allievi l’ho imparato da lui. Come fare testa o croce con due allievi per evitare un combattimento tra due amici. Come è successo domenica tra Diego e Jacopo, per il primo posto.

Come è maturata la scelta di diventare insegnante?
Ha deciso il mio maestro mentre mi allenavo ha detto “da oggi insegni te” facendomi posizionare al suo fianco. Sono passati 25 anni da allora, una qualifica di maestro nazionale Fijlkam – Coni, e una qualifica di tecnico di primo livello mondiale di Judo.

Lavorare con i ragazzi cosa rappresenta per te?
Sono anzitutto un educatore, veicolo un messaggio positivo. Stare con i bambini mi riempie di gioia, trasmettono felicità, anche salute. Ti fanno sentire un coetaneo coinvolgendoti nel loro entusiasmo. Loro mi donano tanto in cambio della mia esperienza tecnica e di vita. Non posso non pensare al mio Maestro, con i suoi insegnamenti è presente nelle mie giornate con gli allievi anche ora che non c’è più.

Judoka si nasce o si diventa?
Entrambe le cose. Come a scuola, se incontri chi ti trasmette la sua passione, allo stesso tempo serve carattere, la forza di volontà è la prima cosa.

Al pari della forza fisica?
Conta soprattutto la testa: carattere, volontà e spirito di sacrificio. É uno sport che ti consuma.

Ti mancano le gare?
Da morire, quando i ragazzi vanno in gara io fremo, l’emozione, l’adrenalina e la tensione durante le gare è vita. Nulla al mondo è paragonabile a quei minuti prima dell’incontro, mentre aspetti. É sempre una questione di passione, tutta la fatica fatta da lei prima: la fame, la paura, la bilancia le ho vissute anche io. Siamo una squadra non numeri.

Sul tatami si diventa adulti?
Si, perché il tatami è la proiezione della vita. Ed è il tatami, quando sei in gara, che ti dice chi sei, non il contrario. Sul tatami emerge se hai paura, se sei un combattente.

Perché fare judo?
É uno sport unico. A partire dal regolamento, a differenza del calcio, non c’è il libero arbitrio, nel judo o è o non è. Se vinci è perché hai battuto l’avversario, non ti può aiutare nessuno. Inoltre è una disciplina dove il difensivismo non paga, se ti difendi perdi per le sanzioni. Devi agire, il judo negativo non è permesso. Devi agire!

Un pregio dello sport individuale?
Di questo sport. Il judo è “chi ti permette cosa”, è basato su azione e reazione, è uno sport imprevedibile non sapendo mai quale sarà la reazione dell’avversario. Altamente stimolante, ottimo per i bambini.

Anche da un punto di vista fisico?
Certo. La lotta a terra è la massima espressione della ginnastica asimmetrica. Muovi tutti i muscoli mentre crei empatia e amicizia. Nel judo si creano amicizie che durano tutta la vita. É uno sport olimpico con delle regole ferree dove la prima cosa è la tutela dell’atleta, non è una disciplina violenta. Nella lotta a terra due bambini imparano ad avere fiducia in sé stessi e negli altri. Vivono il contatto umano, annullando le distanze presenti nella quotidianità, crescono sicuri. Porto come esempio i cuccioli di leone, che per giocare lottano, la lotta sviluppa tutto il corpo, è istinto. Alle tecniche apprese ognuno aggiunge del suo. É uno sport faticoso ma il più completo.

Una contrindicazione?
Crea dipendenza! Chi ha fatto judo a distanza di 40 anni si ricorda il nome del suo Maestro e le giornate trascorse in palestra.

ASD EDUCAZIONE JUDO LADISPOLI
Ladispoli, palestra “La Palma
Tecnico Pier Carlo Fabri