“DISASTRO AMBIENTALE A CERVETERI PER ALLESTIRE IL VILLAGGIO DI JOVANOTTI A POCHI METRI DALL’OASI PROTETTA”
Loris Pietrelli :“Avete preso in consegna tratti di litorali sabbiosi con una loro vita e ce li renderete morti, azoici e afitoici, appiattiti sotto il peso del denaro e di una presunta originalità nel settore degli spettacoli live nazionali”
Il tour di Jovanotti sulle coste italiane non piace agli ambientalisti, nonostante il partner sia niente popò di meno che il WWF Italia. Aspre polemiche e contestazioni in molte delle sedi prescelte da parte anche dei residenti e della popolazione locale. Il vento delle contestazioni ambientaliste, dopo aver travolto il folle progetto di piazzare il concerto a Torre Flavia, in piena Riserva Naturale, investe ora anche Campo di Mare, dove fra meno di un mese farà tappa il Jova Beach Party. Nei social è una vera e propria rivolta. Post e commenti gridano allo scempio ambientale sulla spiaggia del litorale cerite dove è stato aperto un cantiere allo scopo di preparare l’area destinata al concerto.
“NON è solo per il FRATINO! – scrive Loris Pietrelli appartenente al GAROL (Gruppo Attività Ricerca Ornitologica del Litorale, un gruppo che sta monitorando il fratino nel Lazio dal 1989) – Giovedi 20 giugno, un mese prima dell’evento JOVA BEACH previsto a Marina di Cerveteri sono stato a vedere il cantiere necessario per allestire il “villaggio” che sarà popolato da almeno 20.000 persone. Uno sbancamento vasto quanto l’area interessata. Quando sono arrivato ho contato 4 mezzi meccanici impegnati nei lavori e almeno 53 mucchi di sabbia distribuiti in una porzione molto limitata dell’area interessata. Il cassone di un camion ha una capacità di 22-27 m3, questo significa che in quelle poche ore pomeridiane sono state spostati almeno 22×53=1166 metri cubi di sabbia. Se queste sono le modalità con cui si allestirà il “villaggio” dove si ballerà sotto il sole, con i piedi sulla sabbia e il costume addosso quei pezzi di litorale coinvolti e molti ambientalisti nostrani ne usciranno malconci. Non si tratta, infatti, solo della tutela del fratino, qui è in gioco ben altro, è in gioco la credibilità di chi ha avallato questo disastro annunciato. Oggi un biglietto vale oltre 60 €, moltiplicate per 20.000 persone a concerto, moltiplicate ancora per 17 concerti e fatevi due conti: quello è il prezzo di 17 scampoli di territorio. Jovanotti ha aperto un fronte, ha legittimato una richiesta, motivando economicamente le amministrazioni locali; quest’anno sulle spiagge ci sarà LUI e negli anni a venire? Recita il comunicato di presentazione del JOVA TOUR: “Un progetto in collaborazione con il WWF per rispettare l’ambiente e lasciare la spiaggia migliore di come l’abbiamo trovata”. Migliore perché dopo l’evento tutta la plastica sarà rimossa? Ecco finalmente un fantastico evento PLASTIC FREE. Accidenti che novità! Dobbiamo essere grati a chi non getterà sulla spiaggia bottiglie, bicchieri e tutto il corredo plasticoso che solitamente accompagna questi eventi. Dobbiamo essere grati a chi gestirà (o meglio tenterà di gestire) i rifiuti prodotti durante l’evento. Grazie, grazie e grazie ancora. Avete preso in consegna tratti di litorali sabbiosi con una loro vita, seppur limitata dal degrado che spesso pervade porzioni, anche vaste, delle nostre coste e ce li renderete morti, azoici e afitoici, appiattiti sotto il peso del denaro e di una presunta originalità nel settore degli spettacoli live nazionali”.
A quanti affermano che a Campo di Mare non è stata sbancata la spiaggia, ma solo un parcheggio malmesso, Loris Pietrelli replica : “Il fratino è solo una specie “bandiera” e un litorale sabbioso è un ecosistema complesso che va tutelato anche se parzialmente degradato. Inoltre il fatto che alcuni tratti di quel suolo fossero adibiti a parcheggio non giustifica la rimozione di migliaia di metri cubi di sabbia. Quello del presunto parcheggio nel progetto di JOVABEACH rappresenta solo una porzione del “villaggio” che verrà costruito, sarà coinvolto anche il tratto di spiaggia antistante. Inoltre un cantiere che inizia un mese prima, necessariamente dovrà coinvolgere mezzi pesanti e attrezzature senza contare poi le attività di smantellamento post evento. Un cantiere, quindi, della durata di oltre 30 giorni. Vogliamo parlare poi dell’impatto determinato da almeno 20000 persone che sosteranno con i loro mezzi di trasporto a poche decine di metri dalla riserva di Torre Flavia?! Mi domando infine chi paga questi lavori e quanto, del denaro ricavato dall’evento rimarrà in loco. A Vasto il comune ha stanziato 80000 € per la “messa in ordine” del sito. E comunque sarei curioso di vedere l’area interessata il prossimo inverno con le prime piogge!”.
Non meno taglienti ed arrabbiati i commenti al post di Pietrelli: “Io mi chiedo come il WWF possa collaborare ad una roba del genere. E questo voleva sbancare la sabbia anche su un pezzo di riserva?!” commenta Alessandro riferendosi alla riserva di Torre Flavia, la location che era stata scriteriatamente scelta da Jovanotti in precedenza e poi “graziata” anche grazie alla strenua opposizione delle associazioni ambientaliste. “Sistemare non deve significare distruggere l’habitat di altre specie viventi al fine di rendere l’area fruibile ai soli esseri umani” commenta Nicoletta. “Troppi soldi in ballo per pensare al povero Fratino e alla sua spiaggia! A Ladispoli ancora si mordono le mani per i soldi persi, mentre Cerveteri zitta zitta ne ha approfittato senza badar a nessuno” afferma Claudio. “Sono seriamente preoccupata come la maggior parte dei residenti di questa zona.” Ed ancora ““ll Ministro dell’Ambiente perché tace? È uno scempio nazionale”. “ Lasciare la spiaggia migliore di come l’hanno trovata? Nella assoluta convinzione che la spiaggia sia soltanto un accumulo disordinato di un supporto inerte (la sabbia) da “disciplinare” come è disciplinato un campo da calcio. Ignoranza ed arroganza supreme!”
C’è anche chi invece vede con favore il cantiere, sostenendo che i lavori coinvolgono solo l’area che era utilizzata (impropriamente) come un parcheggio “Seriamente ora il parcheggione del lungo mare, con erbacce era per voi un’ area naturale?”. “ Quello che alcuni credono essere un prato di scarso valore, – replica F.D.- in realtà è un cuscinetto costiero e le erbacce sono flora costiera e serve a non far “mangiare” dal vento e dall’acqua la costa. Ora che hanno fatto quella spianata succederà un casino. Quando pioverà quelle buche ricoperte saranno peggio delle sabbie mobili, come è successo qualche settimana fa che sono rimasti impantanati perché la terra/sabbia non è una duna nè un prato più solido”
“UNA PIANTA DI PANCRAZIO NON FA UNA DUNA”
“Se una rondine non fa primavera, – afferma Loris Pietrelli, per spiegare il valore dell’area che si sta sacrificando per un concerto – una pianta di pancrazio (Pancratium maritimum, pianta tutelata nella regione Lazio) ed un ciuffo di Ammophila (Ammophila arenaria) non fanno una duna. Tanto per la cronaca si tratta di specie caratteristiche degli habitat tutelati dalla Dir. 43/92/CEE 2110 – Dune mobili embrionali e 2210 – Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae).
In sostanza, quindi, qui (sul litorale di campo di Mare) fino a ieri c’era un embrione di duna che, se tutelato a dovere, poteva estendersi cambiando l’aspetto del sito. Al contrario, oggi c’è una spianata di sabbia, rimossa e riposizionata per livellare il suolo del JOVABEACH, sabbia che è destinata probabilmente a creare problemi di stabilità con le prime piogge invernali.
Facendo una media delle distanze, il cantiere attualmente è esteso 659×75=49425 m2. Ho escluso la spiaggia, altrimenti si arriverebbe a circa 89000 m2 comprensivi dei due stabilimenti balneari. Facendo inoltre una media (30 cm) dello strato di materiale inerte rimosso e posizionato si arriva ad una stima di circa 15000 metri cubi di sabbia spostata da una parte all’altra del cantiere”.
Summer Circus Village: un Divertificio a pochi metri dalla riserva
“Nel frattempo – conclude Pietrelli- il comune di Cerveteri sta organizzando il Summer Circus Village, un preludio al JOVABEACH. Può essere questo il destino di quell’area? Un Circo permanente, un DIVERTIFICIO a pochi metri dal Monumento Naturale di Torre Flavia dove tranquillità e silenzio dovrebbero garantire la permanenza delle specie”.
Una riflessione corre d’obbligo: depredare un territorio delle sue dune, e della sua vegetazione spontanea (definita dagli ignoranti “erbacce”), sacrificare ecosistemi, stravolgere tratti di litorale, per ospitare un evento di pochi giorni (o un circo perenne nella peggiore delle ipotesi), che porterà molti soldi nelle tasche di pochissimi, è davvero cosa buona e giusta?