I FATTI DEL PRIMO MESE 2021 TRA FLOP VACCINI E FANTOMATICHE CRISI.
di Barbara Pignataro
“L’uomo è responsabile di quello che fa, di quello che ama e di quello che soffre” una frase di Viktor Frank che mi è rimasta dentro, il sunto di tutto quello che c’è da capire per essere persone felici. Un pensiero utile mentre si ripercorrono gli accadimenti del primo mese del nuovo anno. Il 2021, sebbene sia appena iniziato, offre infatti infiniti spunti di riflessione, molteplici eventi dei quali, a causa dell’abbondanza di notizie, può essere sfuggita la valenza.
Mentre spunta la clausola nel contratto Pfizer che prevede in caso di reazioni avverse al vaccino, a pagare sia lo Stato e non l’azienda produttrice, l’Italia attraversa il teatro di una crisi di governo, che forse ricondurrà a Conte – Terzo atto, Arcuri ancora ha il potere di decidere le sorti di noi tutti, mentre Speranza ascoltato sugli orrori di Bergamo si appella alla fiducia, a questo punto, MAL riposta nel suo staff e imperterrito continua a decidere zone e colori che, come al semaforo, dirigono le nostre vite. Sul fronte salute si denunciano cure sbagliate e morti per malasanità più che di virus, con tribunali oberati da ricorsi per mascherine imposte alle persone sane, quando l’OMS stessa ha dichiarato essere una misura necessaria solo ai sanitari in contatto coi malati. E ancora decessi, questa volta post vaccino anti-covid.
Fatti di gennaio
Il commissario straordinario all’emergenza Arcuri neanche può diffidare la Pfizer per i ritardi nelle consegne, avendo lui stesso firmato un contratto i cui termini stabiliscono 8 milioni e 700 mila dosi da recapitare all’Italia entro il 31 marzo 2021, dunque prima di allora le sue sono solo chiacchiere. Attualmente le dosi recapitate in Italia sono circa 2 milioni e 300 mila, poco più di un quarto, non resta che attendere per eventuali contestazioni.
Speranza è stato sentito dalla Guardia di Finanza per gli accadimenti di marzo 2020: i ritardi nell’attuazione del piano pandemico – risalente al 2006 – e poi sostanzialmente mai aggiornato. Ritardi considerati responsabili dell’alta mortalità riscontrata in Lombardia e della veloce diffusione del virus nel Paese. Sentiti anche Miozzo, Brusaferro, Rezza e Ippolito. Gli ultimi tre facevano parte della task force del Ministero, insediata il 22 gennaio ovvero 17 giorni dopo l’alert dell’Oms nel quale si diceva chiaramente a ogni paese di adottare i rispettivi Piani pandemici. Qui c’è il cuore dell’inchiesta aperta dai magistrati bergamaschi. Perché, a differenza di altri Paesi, la task force italiana non ha applicato il Piano? E perché il piano in questione non era più stato aggiornato in 14 anni?
“Mi sono fidato del mio staff” dichiara il ministro Roberto Speranza, sentito come persona informata sui fatti, dal procuratore aggiunto di Bergamo, Cristina Rota, in trasferta a Roma con un pool di Pm che indagano sulla gestione del Covid nella Bergamasca.
Tra le curiosità del mese le misure di contenimento della pandemia, avvenute prima che l’OMS ventilasse la possibile pandemia ed uno stato d’emergenza che prende i connotati di un colpo di mano. Il CDM dà le dimissioni 24h prima che si possa parlare di eccesso di emergenza (max 180gg più 180gg). Questo potrebbe spiegare la manovra di Renzi e la sfiducia a Conte? Un periodo di caos per proseguire come prima “per il bene del Paese”.
Intanto Sanremo torna protagonista della scena con Amadeus, Fiorello e la voglia di pubblico nel teatro. Alla faccia di tutti gli artisti, per Sanremo tutto si può, almeno così vorrebbero “se non si fossero alzate proteste si sarebbe fatto” commenta Ricky Tognazzi – per il quale “a morir di fame o tutti o nessuno”. Per il regista il problema è “stemmerde di protocolli aleatori che hanno messo in ginocchio il Paese”. Non è il solo a pronunciarsi nei giorni caldi per il destino del Festival, chi a favore, chi contro ai figuranti in sala. Per il Direttore artistico di Radio Deejay Linus “nel menù dell’attualità da qualche settimana, prima del caffè arriva Sanremo. Intendo dire che ci sono problemi ben più grandi, è vero, ma è anche vero che un dolcetto aiuta sempre a chiudere un buon pasto”.
Il caffè! Concesso in piedi, al freddo. C’è chi crede sia meglio farselo a casa, ma le attività vanno sostenute ed allora si accetta di berlo nella plastica, tornata in voga dall’inizio dell’emergenza sanitaria annullando tutti gli sforzi nel percorso verso l’eliminazione del materiale altamente inquinante, che riempie i nostri mari. Il Pianeta è sacrificabile insieme alla dignità dell’uomo, a cui sembra si possa togliere tutto davanti allo spauracchio di una nuova ondata.
Cure sbagliate. È quanto dichiara la dottoressa Silvana De Mari, assumendosi tutta la responsabilità delle sue affermazioni “prescrivere la Tachipirina per il Covid-19 è un’azione criminale, sono 40 anni che si sa. MAI dare la Tachipirina per un’infezione virale perché non solo non blocca l’infezione ma addirittura la favorisce perché favorisce l’infiammazione. Dare un antipiretico per una malattia infiammatoria è un crimine. Quindi un gran numero di morti che ci sono stati, sono morti da malasanità. Il ministro Speranza e i suoi vassalli hanno scritto delle linee guida che sono criminali. Dare la Tachipirina è il miglior metodo per ammazzare la gente: fa stare benissimo perché fa passare febbre e dolore mentre ammazza”.
Sul fronte della comunicazione si desta l’Accademia della Crusca che, a giochi fatti, invita a usare un’espressione linguistica più corretta legata alle raccomandazioni sanitarie: distanziamento fisico non sociale!
Si raccolgono i risultati di un anno malsano per i giovanissimi: escalation di suicidi. Sotto accusa i social che annientano, secondo gli psicologi, la mente dei più fragili. Trascurati dalle famiglie e messi a dura prova dai provvedimenti anticovid, che di fatto hanno annullato qualunque progetto di vita i giovani combattono inattività e solitudine davanti ad uno smartphone, quale unico ponte con l’esterno. Un amico non sempre bendisposto. Nomination. Non si ricorre al voto anticipato, sembra essere una certezza. Dunque le opportunità ruotano tra un terzo governo Conte – senza i numeri in Senato – semmai con nuova maggioranza, o la stessa maggioranza di prima con un nuovo premier, fino a giungere ad una terza “persona” gradita a tutti. Al via le nomination, la lista dei favoriti vede persino una donna premier! Nel mirino di Renzi, che voleva abolire il canone Rai e l’ha messo in bolletta, c’è il reddito di cittadinanza che intende eliminare, dunque come potrà – ai supplementari – appoggiare Giuseppe?
Ciliegina sulla torta, Mario Draghi, l’uomo garanzia, ipotetico successore di Sergio Mattarella.