«Sia chiaro: a essere sorvegliato da una App non ci penso proprio. Il diritto alla circolazione non prevede sorveglianze. E se lo Stato non è in grado di garantire il diritto alla Salute senza controllarmi con le app allora è uno Stato scomposto». Questo è il pensiero di Pierluigi Paragone, politico e giornalista italiano che esprime un giudizio a caldo alla recente notizia di utilizzare la geolocalizzazione, attraverso una App, per controllare gli spostamenti degli italiani, come misura di gestione dell’emergenza sanitaria rappresentata dal virus Covid-19 oggi e chissà per quale altra crisi domani.
La notizia. Con un’ordinanza resa pubblica nel cuore della notte di giovedì, il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri ha disposto la stipula del contratto che darà ufficialmente il via al processo di messa in funzione dell’app per la raccolta di informazioni utili al tracciamento dei contagi da coronavirus. L’app si chiamerà Immuni. Qui la fonte
Una proposta, credo, quantomeno da valutare. Anche i più fiduciosi nei confronti del Governo e il più timoroso dei cittadini si chiederà quanto il concedere deroghe alla propria privacy sia opportuno, si renderà conto di come una misura temporanea divenga facilmente una consuetudine. Sul piatto della bilancia c’è la libertà. In cambio di cosa? Vale la pena ribadire l’importanza di lasciare da parte i sentimenti e con estrema lucidità verificare i numeri, le informazioni disponibili a livello mondiale, confrontare e riflettere. Come un puzzle, mettere insieme i pezzi di un’influenza virale definita pandemia, che da gennaio ha fatto il giro del mondo.
In Italia dopo un’iniziale leggerezza, le autorità hanno intrapreso scelte estreme, e l’intenzione è quella di continuare ad imporle. Potrebbe essere opportuno che ogni singolo cittadino si fermasse a riflettere sullo scenario futuro e fosse invitato dallo Stato ad esprimere la propria opinione in merito alle misure da intraprendere a tutela di salute e sicurezza pubblica, senza subire imposizioni.
Libertà di scelta. La recente notizia dell’ordinanza firmata da Zingaretti che obbliga gli over 65 e il personale sanitario al vaccino antinfluenzale è un esempio della direzione che sta prendendo il Governo.
Informazione. Paragone: “Solo in questo stordimento non si considera grave la trasmissione in tv di inseguimenti con elicottero come se fosse Pablo Escobar. Vediamo di tornare al senso dei diritti. Senza nevrosi collettive”. Riferito all’inquietante messa in onda della caccia all’uomo nel programma della D’Urso. Al tempo del Corona virus i mezzi di comunicazione sono utilizzati per informare o educare all’obbedienza e spaventare?
“Se in questo periodo ci siamo trovati davanti a diversi racconti da parte dei mass media spesso amplificati in cui veniva suggerito uno scenario apocalittico probabilmente la fonte non era il giornale ma lo scienziato di turno. Quante volte ci siamo sentiti dire che era una “semplice influenza” quando si trattava di ben altro. Chiediamoci onestamente quanta confusione è stata fatta nelle ultime settimane, da parte degli “scienziati stessi” i quali alle prese con un virus ancora da capire si sono trovati a fare dichiarazioni fuorvianti a volte anche controproducenti. Se abbiamo letto notizie discordandi, spesso diatribe tra scienziati di diverso orientamento, la colpa non possiamo sempre darla al giornalista di turno colpevole solo di aver riportato la notizia dichiarata” Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna, in risposta alla proposta del virologo Burioni. Qui l’intero articolo