Itaca Deserta Ruggine di Francesco Randazzo 

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Nell’ambito della rassegna Teatri di Pietra Lazio, martedì 21 giugno 2022.

Torna la rassegna di inediti “Opra prima” nella suggestiva cornice della Villa di Livia Drusilla Claudia a Prima Porta. Trait-d’union e ispirazione dei testi proposti è uno sguardo a un passato che ci disvela il presente attraverso la narrazione del mito antico. Metafora dell’esistenza umana, il mito è qualcosa che non è mai accaduto, ma che in realtà accade sempre. Si disvela nella cronaca, è presenza nell’imaginario, ci accompagna nell’introspezione dell’animo umano, nei sentimenti, nelle emozioni, nelle nostre memorie personali o collettive. E’ l’elemento portante e il punto di partenza delle opere presentate nella rassegna, giunta quest’anno alla quarta edizione, che si svolgerà dal 21 al 25 Giugno alle 18.00 in questo suggestivo e splendido sito alle porte di Roma. 

Primo appuntamento in calendario è Itaca Deserta Ruggine  di Francesco Randazzo  (Fara editore) – Regia di Cinzia Maccagnano. Con Raffaele Gangale, Cinzia Maccagnano, Marta Ciriello, Luna Marongiu.

L’opera poetica vincitrice al Narrapoetando 2020, ci porta per mano nel viaggio di Odisseo, tra le sue amanti e Penelope la moglie desiderata.

Sì perché Odisseo nel suo lungo, interminabile viaggio in mare ne ha avute tante di amanti, ma il suo cuore bramava solo colei che lo attendeva a casa. Ed è abile l’autore a ricordarcele tutte. Iniziando da Calipso ninfa immortale figlia di Atlante che lo tenne con sé per sette anni promettendogli l’eternità, ma Odisseo sentirà comunque il desiderio di tornare ad Itaca. Così fu per Nausicaa dalle membra biachissime, la cui mano fu offerta ad Odisseo dal padre, e ancora la ammaliatrice maga Circe “amata di più non per amore ma per avidità”. Le amerà tutte e da tutte fuggirà attratto solo da colei che con pazienza lo attenderà, colei che non ha mai saputo amare. E mentre nelle prime pagine del libro Odisseo sembra aver perso la coscienza tra le braccia avvolgenti delle sue amanti, carnali, bianche e morbide, via via scorrendo il libro il protagonista prende consapevolezza del suo desiderio per Penelope il cui dubbio, a causa del tempo perduto, si è insinuato in una frase “che sia solo ruggine”. Il mito di Odisseo racconta qui la sua parte più umana e il legame tra marito e moglie, indissolubili davanti al trascorrere del tempo.

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LA VILLA DI LIVIA A PRIMA PORTA

In un angolo incontaminato lungo l’antica via Flaminia, nei pressi di Prima Porta, emergono i resti della Villa di Livia Drusilla Claudia, moglie di Ottaviano Augusto, prima vera first lady dell’Impero romano; Varcare la soglia della Villa immette negli ambienti privati dove sono ancora visibili le camere da letto, cubicula, di Livia e dell’imperatore, l’atrio e un piccolo giardino interno, e la zona di rappresentanza, costituita da grandi ambienti che si affacciano sul peristilio. Tutto il complesso aveva le pareti affrescate e i pavimenti a mosaico e in opus sectile. Una grande terrazza porticata con giardino, probabilmente il lauretum ricordato dalle fonti, ornava il lato orientale della residenza imperiale, da cui si poteva ammirare il Tevere. Recenti indagini hanno rivelato diverse fasi dopo quella di epoca giulio-claudia: una degli inizi dell’età flavia, testimoniata dalla presenza di ben due piscinæ calidæ e una natatio, e una successiva, del periodo severiano, caratterizzata da una radicale ristrutturazione.

Nell’Antiquarium, posto presso l’attuale ingresso dell’area archeologica, sono esposti i reperti più significativi rinvenuti nel sito.

Nella sua villa preferita l’imperatrice trascorreva parte del suo tempo, coltivando piante medicinali, frutti e fiori. Tra queste: malva, papavero, camomilla, e l’inula, una pianta dalle radici amarognole tuttora utilizzata per le preparazioni farmaceutiche. Qui si rifugiava tutte le volte che poteva anche l’imperatore, che si giovava delle cure della consorte, essendo di salute cagionevole. L’imperatrice era una vera salutista: attenta al cibo, non ammetteva che venissero servite più di sei portate, e consumava vino con parsimonia. Seguace delle teorie del medico greco Asclepiade di Bitinia, ne seguiva le diete e praticava attività fisica, massaggi, bagni rilassanti. Aveva inoltre confezionato lei stessa dei preparati che dispensava a tutta la famiglia: unguenti per i dolori articolari, una pasta dentifricia a base di malva, un medicamento per il mal di gola. Alcuni storici affermano che Livia visse a lungo anche grazie al suo stile di vita. Altri sospettano che proprio le sue conoscenze di erbe curative, ma anche velenose, avrebbero un peso nella morte del consorte che lei stessa avrebbe pianificato per accelerare la successione del figlio Tiberio sul trono dell’impero.

GLI SPETTACOLI PRESSO LA VILLA DI LIVIA INIZIANO ALLE 18.00, CON INGRESSO E VISITA LIBERA – BIGLIETTI ACQUISTABILI SU WWW.LIVETICKET.IT ANCHE CON 18APP – PRENOTAZIONE SU WHATSAPP 3519072781

INFO www.teatridipietra.it