IT WALLET? “PER LA DEMOCRAZIA C’È POCO DA STARE SERENI”

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MARTUCCI: “BENVENUTI NELLA REPUBBLICA DEI GIGABIT! STIAMO SEGUENDO IL MODELLO DI CONTROLLO SOCIALE CINESE DOVE LA GESTIONE ALGORITMICA DALLA CULLA ALLA TOMBA DECIDE CHI PUÒ FARE, COSA, DOVE, COME E QUANDO”.

“Non proprio come in Cina, ma le premesse grosso modo, sono quelle e dopo il green pass con Qr code, ora la vita del cittadino pezzo dopo pezzo finisce in una super app dentro lo smartphone con l’Italia ancora una volta a fare da apripista in Europa anticipando persino i tempi rispetto all’European Digital Identy Wallet, ossia il borsellino elettronico per imprese e privati con cui si accederà ai servizi on line in perfetta linea di continuità con la fase emergenziale sanitaria”.

Lo ha detto il giornalista d’inchiesta Maurizio Martucci ai microfoni di Byoblu, durante la trasmissione del 16 ottobre scorso dedicata all’introduzione del portafoglio digitale italiano, intitolata “IT Wallet ci siamo:pronti al controllo totale? – Che idea ti sei fatto?”.

La sperimentazione è stata avviata lo scorso 23 ottobre per 50mila utenti ma prima della fine dell’anno il portafoglio digitale sarà “disponibile” per tutti: un bel “pacco” di Natale, non c’è che dire. Una sorta di esercitazione su scala nazionale per addomesticare le masse al ben più potente e capillare EU Digital Identy.

IT Wallet, ossia l’identità digitale italiana – ha proseguito Martuccigirerà su app IO, la stessa del Green Pass, scaricata da milioni di italiani [secondo i dati ufficiali l’app IO è installata su oltre 37 milioni di cellulari (n.d.r.)] per lo spauracchio covid 19, adesso trasformata in piattaforma per contenere la patente di guida, la tessera sanitaria, e la carta europea della disabilità. Per ora resta fuori il voto elettronico ma è molto probabile, visto il sempre crescente astensionismo, che a breve si possa trovare una soluzione digitale con l’IT Wallet anche per il voto, con tutto quello che ne potrebbe seguire rispetto ai gravi problemi di manomissione già riscontrati all’estero.Quindi se da un lato l’esecutivo vende l’identità digitale come facilitazione o semplificazione per il cittadino dall’altra apre le porte alle note insidie della remotizzazione e dematerializzazione dei dati e dei documenti personali. Sostanzialmente cosa farà chi non vuole o chi non può digitalizzarsi, dovesse diventare obbligatorio ed esclusivo? E non solo, perché in ballo, oltre la disconnessione e la gestione della privacy, a forza di implementare infrastruttura tecnologica di quinta generazione, super app e digitale si rischia di finire dentro in quella che io definisco la tecno-gabbia. Cioè la Repubblica dei Gigabit in salsa occidentale che va a replicare il modello di controllo sociale cinese dove la gestione algoritmica dalla culla alla tomba decide chi può fare cosa, dove, come e quando. Insomma – conclude il giornalista – si sta istaurando qualcosa di diverso rispetto alla democrazia costituzionale. Non c’è da stare affatto sereni. Anzi”.

Ricapitolando: in questo bel portafoglio digitale che all’inizio conterrà solo pochi documenti, nel corso del 2025 sarà arricchito di una lunga lista di documenti che vanno dalla carta d’identità, alla tessera elettorale, dai certificati anagrafici, titoli scolastici, al fascicolo sanitario elettronico, da attestati come ISEE e fascicolo sanitario elettronico alla firma digitale. Tutto questo viene venduto dalla grancassa mediatica come “semplificazione” e come “comodità” per i cittadini esattamente come nel 2021 il Green pass è stato spacciato come strumento di libertà e come “facilitazione” per viaggiare: e poi abbiamo visto come è stato utilizzato, come arma di ricatto e discriminazione per trasformare diritti in concessioni. Insomma IT Wallet, un Green Pass all’ennesima potenza, assomiglia fin troppo al formaggio nella trappola del topo. I padroni del mondo che vogliono imporci l’agenda digitale puntano sulla nostra pigrizia, stanchezza, docilità nonché lo scarso attaccamento dell’uomo medio alla libertà. Lanciano un piano alla volta e stanno a guardare come le masse reagiscono, e in base alla reazione, accelerano o rallentano. Quindi se tutti o quasi tutti gli italiani arriveranno ad avere SPID, CIE e App IO e sull’app scaricheranno i loro documenti, allora l’identità digitale centralizzata diventerà obbligatoria, proprio perché, accettata per consuetudine dal popolo e quella che Martucci chiama Repubblica dei Gigabit, una tecno-gabbia senza via di uscita, diventerà realtà. Dipende da noi.