L’ipercalcemia si verifica in un certo numero di condizioni cliniche diverse. Ciò richiede una diagnosi differenziale con specifici provvedimenti terapeutici.
La prima patologia a cui pensare è, a mio avviso, l’iperparatiroidismo, ossia l’ipersecrezione di paratormone (PTH) da parte di una o più ghiandole paratiroidi con conseguente ipercalcemia, ipofosfatemia ed alterazioni del metabolismo osseo. Analizziamo le altre cause di ipercalcemia prima di affrontare l’argomento. E’ improbabile che l’ingestione di grandi quantità di calcio di per se provochi ipercalcemia, tranne che nei pazienti affetti da ipotiroidismo.
Oggi è assai poco frequente (da molti decenni non la riscontro più) la “milk alcal syndrome” (sindrome di latte e polveri alcolizzanti). L’eccesso di vitamina D può invece provocare ipercalcemia.
In circa il 20% dei pazienti affetti da sarcoidosi vi è un’ipercalcemia, specie nella stagione estiva per aumento dell’esposizione ai raggi solari. Rara è l’ipercalcemia idiopatica dell’ infanzia, malattia ad eziologia sconosciuta, cosi assai di rado si riscontra l’ipercalcemia nel morbo di Addison (stato di carenza corticosurrenale). Ho notato invece che in alcuni soggetti predisposti in trattamento antiipertensivo con i comuni diuretici benzodiazepinici possono presentare una modesta ipercalcemia. Tutte le neoplasie, con o senza metastasi ossee, possono essere associate ad ipercalcemia.
Vi sono poi dei tumori che secernono peptidi simili al PTH come nell’iperparatiroidismo, altri producono prostaglandine che stimolano il riassorbimento osseo (Odell e Wolgren 1978). Forse anche per questo aumentato riassorbimento osseo che alcuni pazienti ipertiroidei possono presentare ipercalcemia. Altro aspetto da non trascurare è “l’atrofia da non uso” che può insorgere nei pazienti a lungo allettati per fratture ossee (specie quelle con ingessature) ma anche in altre patologie neoplastiche .
Capisco che la diagnosi differenziale delle diverse cause di ipercalcemia non è facile. Ma è necessaria. Se non si conoscono le patologie umane come facciamo a differenziarle? Vengo al tema centrale, all’iperparatiroidismo primario, una malattia subdola perché spesso è senza sintomi, coinvolgendo più organi con manifestazioni cliniche assai diverse: gastroenteriche, renali, neuromuscolari, cardiovascolari, ossee. La malattia presenta valori ematici di ipercalcemia ed ipofosfatemia. Quest’ ultima è dovuta alla diminuita capacità dei tuboli renali di riassorbire fosforo , a causa di una eccessiva quantità di PTH.
Il primo caso che scoprii di iperparatiroidismo fu quello di una donna ultrasessantenne che era in insufficienza renale cronica per calcolosi renale recidivante con successiva nefrocalcinosi. Era il 1982. Troppo tardi per salvarla. Se si fosse controllata prima la calcemia e la fosforemia e se si fosse eseguita un’anamnesi con un orientamento diagnostico (calcolosi recidivante,nicturia, poliuria, disidratazione) non si sarebbe arrivati ad uno stadio irreversibile (solo dialisi). Altri pazienti affetti da iperparatiroidismo possono invece presentare inappetenza con vomito e dolori addominali da ulcera o pancreatite (sintomi gastroenterici); altri sintomi neuromuscolari (astenia muscolare, apatia, perdita di memoria); altri pazienti ancora manifestazioni cliniche cardiovascolari rilevabile all’ecg (bradicardia, aritmie, disturbi della conduzione che possono portare persino all’arresto cardiaco).
Infine nella pratica clinica non mancano le malattie a carico delle ossa (dolori, fratture spontanee, cisti ossee). E’ chiaro che uno stesso paziente iperparatiroideo può presentare più sintomi diversi contemporaneamente. E’ per questi motivi che sollecito, quando vi è il sospetto in un paziente con ipercalcemia, di richiedere sempre il PTH, ossia il dosaggio dell’ormone prodotto dalle quattro ghiandole paratiroidee (si trovano dietro la ghiandola tiroidee). Se presa in tempo la patologia è perfettamente curabile(chirurgicamente). E aggiungo. Se in passato si riteneva fosse rara oggi non lo è più . Nell’ambito delle patologie endocrine è al terzo posto, come frequenza, dopo il diabete e le malattie tiroidee.