Nella prima parte del presente articolo ho descritto come il timore dell’aggressività propria o altrui possa ostacolare la possibilità di creare relazioni intime con altri significativi.
Rispetto alle cause relazionali di questi timori ho accennato al fatto che ci si condiziona ad avere timore dell’aggressività nelle famiglie d’origine: a tal proposito ho parlato di quelle situazioni in cui il bambino viene “genitorializzato”; il che accade quando al bambino viene imposto un ruolo di responsabilità ben superiore alle sue possibilità. Egli deve in questi casi comportarsi da psudo-adulto ed è spesso costretto a prendersi cura del genitore in un modo tale che non può permettersi di esprimere la rabbia e la protesta. In tal modo ci si abitua a rimuovere la rabbia. Questa però non potendo essere eliminata continua “a lavorare dentro” in modi problematici (come ho descritto nella prima parte del presente articolo).
Vorrei qui descrivere ancora altre modalità con cui si può arrivare a sviluppare un timore disfunzionale della rabbia. Un’altra situazione familiare tipica, oltre alla famiglia “genitorializzante”, è quella delle famiglie in cui la rabbia è espressa apertamente e quotidianamente ed è causa di continui conflitti e sofferenze. In questi casi il bambino comprende che la rabbia è un’emozione pericolosa che distrugge i rapporti e fa soffrire tutti.
Per esempio i figli di alcolisti giungono alla conclusione che l’ira dell’alcolista è imprevedibile, arbitraria e distruttiva e vivono in uno stato di attesa che succeda qualcosa di terribile a loro o ai loro familiari. Ma anche un sistema familiare in cui non si esprime mai la rabbia può avere effetti simili. In queste famiglie i genitori si vantano di non aver mai perso la pazienza o di non essere mai entrati in conflitto. In questo modo tuttavia, implicitamente, comunicano ai figli che la rabbia è minacciosa, cattiva, distruttiva e bisogna averne paura.
Un modo tipico attraverso il quale la paura della rabbia possa incidere sulla creazione di intimità si rende evidente all’interno dei rapporti di coppia: qui il partner spaventato dall’aggressività può fare di tutto per evitare il conflitto nella coppia, assecondando spesso i bisogni del partner e negando i propri se sono in dissenso con quelli del coniunge/compagno.
Questi partner insomma “si fanno fuori” dalla relazione di coppia e non si fanno realmente conoscere, agendo poi spesso il risentimento e la collera in modi passivo-aggressivi. E così con il tempo il rapporto può perdere di vitalità e spontaneità, fino a diventare un peso e ad attivare fantasie di fuga dalla relazione.
Dottor Riccardo Coco
Psicologo – Psicoterapeuta – Psicoterapie individuali,di coppia e familiari
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